Per
motivi personali è da circa un anno che non consegno al mio blog modeste
analisi come, invece, avveniva in passato.
Le
condizioni di questo forzato stop non sono sostanzialmente variate rispetto al
passato, ma i fatti che stanno avvenendo, commentati da politici e da media in
maniera non del tutto condivisibile, mi spingono a tornare sulla tastiera. Lo faccio richiamandomi alla mia pregressa
esperienza lavorativa che negli anni mi ha portato ad operare in aree islamiche
ed insieme ad islamici. Cercherò quindi di stigmatizzare quelli che potremmo
chiamare "i paletti" intorno a cui ruota la nuova forma di Jihad che
sta coinvolgendo l'Europa e minaccia l’intero Occidente.
A
partire dal 14 luglio u.s., infatti, a Nizza si è aperto un nuovo scenario. A
differenza dei precedenti attentati che nel 2015 hanno coinvolto Francia e Belgio
i nuclei eversivi che hanno compiuto gli attentati applicando vere e proprie tecniche
militari di agguato sono stati sostituiti da "molecole terroristiche "
appartenenti ad uno stesso network che fa riferimento al mondo islamico
radicale ed in particolare all'ISIS. Atti eversivi apparentemente inventati dai
singoli autori ma che, invece, potrebbero far parte di una pianificazione
destinata ad essere attivata "step by step", ricorrendo, per esempio, a segnali telematici
precodificati e preconcertati. Semplici SMS o messaggi su WhatsApp alfanumerici
che indicano tempi e luoghi da colpire.
Ipotesi
non troppo fantasiose se si pensa che l’attentato a Rouen sia stato preparato
da tempo e che i due terroristi abitavano a chilometri di distanza. Qualcuno
deve pur averli convocati indicando tempi e luogo dove agire !
I fatti
che stanno accadendo non consentono, quindi, di escludere nulla a priori. Non
può, infatti, essere considerato casuale che gli atti terroristici concretizzati
in Francia ed in Germania siano stati compiuti da persone caratterizzate da una
“storia” pressoché eguale e che praticano la stessa religione, quella islamica.
Circostanze
concomitanti che non possono essere ignorate e che è troppo semplicistico, come
molti fanno, attribuirne l’origine a squilibri mentali e malessere sociale.
Una
serie di attentati a macchia di leopardo. Prima del 14 luglio l'eccidio a
Dacca, l'ultimo eseguito da più perone. Poi Nizza con 84 morti e 200 feriti,
Dopo cinque giorni, in Germania, un giovane afgano - Muhammad Riyad di 19 anni,
armato di un coltello e di un'ascia ferisce gravemente su un treno altri
viaggiatori. Nello stesso giorno sempre in Germania a Stoccarda un profugo
siriano uccide una donna e ferisce altre due persone. Quasi contemporaneamente
in Francia un altro musulmani si
barrica in un albergo ad Avignone
e prende ostaggi. Sempre in Francia è sempre il 19 luglio in casa di un
marocchino vengono trovati esplosivi e detonatori ed emerge che l'attentatore
di Nizza era in collegamento con altri islamici che avevano abitato a Bari.
Tre
giorni dopo l’attentato a Monaco di Baviera con 10 morti compreso
l'attentatore. Il 25 luglio sempre in Germania ad Ansbach altro attentato con 1
morto e 10 feriti. Il Kamikaze, un altro profugo siriano, risulta che poco
prima dell'attentato abbia fatto varie telefonate e lanciato in rete un video
farneticante.
Dall'esame
dei telefoni cellulari dei terroristi sono emersi collegamenti con persone
vicine all'ISIS ed il Califfato stesso ha rivendicato, nei giorni a seguire, l'appartenenza
di costoro alle proprie strutture di combattimento.
Ad oggi
la spirale terroristica si ferma all'attentato di Rouen in Francia con
l'uccisione di un prete sul sagrato di una Chiesa. Un evento gravissimo, il
primo nella storia dell'Occidente. Un atto efferato compiuto da due islamici
noti all'intelligence francese, uno dei quali in libertà provvisoria ed
appartenente ad una famiglia francese della medio borghesia, come alcuni degli
attentatori di Dacca.
Eventi
apparentemente non collegati fra loro ed affrettatamente attribuiti da molti
media alla instabilità mentale degli autori che autonomamente hanno scelto come
"Paesi obiettivo" chi partecipa alle attività militari che la Coalizione
internazionale sta conducendo contro l’ISIS .
Analisi
semplicistiche che omettono, però, di
ricordare come l'impegno internazionale contro l'ISIS sia attualmente solo di “facciata”
se confrontato con altri del passato. 20-25 raid aerei ogni giorno in un
territori ampio come l'Italia a fronte dei 650 giornalieri effettuati in Kosovo
arealmente ampio come il Lazio.
Valutazioni
che unitamente alle molte che si richiamano a situazioni di disagio sociale dei
giovani terroristi, sono pericolosissime per la sicurezza in quanto lasciano
intendere che chi colpisce è un povero pazzo socialmente represso e non,
piuttosto, un anello di una catena terroristica che non lascia nulla all’improvvisazione.
Gli
attentatori, infatti, quasi certamente non
sono pazzi, non sono socialmente disadattati, ma praticano tutti lo stesso
credo religioso, per cui è difficile distinguere se si tratti di esaltati o di
mestieranti del terrorismo invasati ed impegnati a colpire le tradizioni
storico culturali del cattolicesimo.
Gli
eventi, comunque, stanno trasformando l’Europa in una nuova Israele, con la
differenza che il Vecchio Continente non dispone della capacità ebraica in
termini di Intelligence e di anti Terrorismo.
Nello
stesso tempo ci si domanda come mai l’Italia al momento sia stata risparmiata
dalla strategia terroristica. Probabilmente, perchè considerata la “Patria
della Cristianità” ed un attentato a Roma piuttosto che a Torino o a Firenze
provocherebbe forse un’immediata reazione di tutto il mondo cattolico.
In ogni
caso, se veramente gli autori dei recenti fatti eversivi fossero tutti dei
psicolabili, l’Europa dovrebbe essere ancora di più vigile in quanto altri
soggetti affetti da patologie simili potrebbero rappresentare un fertile
terreno su cui seminare odio e rancore ed essere soggetti facilmente
manovrabili dal Califfato.
In
questa ottica, dovrebbe essere gestita una Comunicazione più accorta evitando di
essere ridondanti nel dare informazioni sui fatti accaduti, in particolare i
media televisivi che ripropongono con ossessiva ripetitività le immagini più
cruente degli atti terroristici, esaltando gli scopi che qualsiasi terrorista
si prefigge: suscitare interesse ed incutere paura.
Infine,
abbandonare il buonismo esasperato ed i messaggi solamente ottimistici, ma
sensibilizzare i cittadini ad accettare anche limitazioni della propria libertà
personale a favore di migliori condizioni di sicurezza.
Fernando
Termentini
28
luglio 2016 – ore 14,00