giovedì 28 luglio 2016

L’Europa sotto attacco terroristico



Per motivi personali è da circa un anno che non consegno al mio blog modeste analisi come, invece, avveniva in passato.

Le condizioni di questo forzato stop non sono sostanzialmente variate rispetto al passato, ma i fatti che stanno avvenendo, commentati da politici e da media in maniera non del tutto condivisibile, mi spingono a tornare sulla tastiera.  Lo faccio richiamandomi alla mia pregressa esperienza lavorativa che negli anni mi ha portato ad operare in aree islamiche ed insieme ad islamici. Cercherò quindi di stigmatizzare quelli che potremmo chiamare "i paletti" intorno a cui ruota la nuova forma di Jihad che sta coinvolgendo l'Europa e minaccia l’intero Occidente.

A partire dal 14 luglio u.s., infatti, a Nizza si è aperto un nuovo scenario. A differenza dei precedenti attentati che nel 2015 hanno coinvolto Francia e Belgio i nuclei eversivi che hanno compiuto gli attentati applicando vere e proprie tecniche militari di agguato sono stati sostituiti da "molecole terroristiche " appartenenti ad uno stesso network che fa riferimento al mondo islamico radicale ed in particolare all'ISIS. Atti eversivi apparentemente inventati dai singoli autori ma che, invece, potrebbero far parte di una pianificazione destinata ad essere attivata "step by step",   ricorrendo, per esempio, a segnali telematici precodificati e preconcertati. Semplici SMS o messaggi su WhatsApp alfanumerici che indicano tempi e luoghi da colpire.

Ipotesi non troppo fantasiose se si pensa che l’attentato a Rouen sia stato preparato da tempo e che i due terroristi abitavano a chilometri di distanza. Qualcuno deve pur averli convocati indicando tempi e luogo dove agire !

I fatti che stanno accadendo non consentono, quindi, di escludere nulla a priori. Non può, infatti, essere considerato casuale che gli atti terroristici concretizzati in Francia ed in Germania siano stati compiuti da persone caratterizzate da una “storia” pressoché eguale e che praticano la stessa religione, quella islamica.

Circostanze concomitanti che non possono essere ignorate e che è troppo semplicistico, come molti fanno, attribuirne l’origine a squilibri mentali e malessere sociale.

Una serie di attentati a macchia di leopardo. Prima del 14 luglio l'eccidio a Dacca, l'ultimo eseguito da più perone. Poi Nizza con 84 morti e 200 feriti, Dopo cinque giorni, in Germania, un giovane afgano - Muhammad Riyad di 19 anni, armato di un coltello e di un'ascia ferisce gravemente su un treno altri viaggiatori. Nello stesso giorno sempre in Germania a Stoccarda un profugo siriano uccide una donna e ferisce altre due persone. Quasi contemporaneamente in Francia un altro musulmani si  barrica  in un albergo ad Avignone e prende ostaggi. Sempre in Francia è sempre il 19 luglio in casa di un marocchino vengono trovati esplosivi e detonatori ed emerge che l'attentatore di Nizza era in collegamento con altri islamici che avevano abitato a Bari.

Tre giorni dopo l’attentato a Monaco di Baviera con 10 morti compreso l'attentatore. Il 25 luglio sempre in Germania ad Ansbach altro attentato con 1 morto e 10 feriti. Il Kamikaze, un altro profugo siriano, risulta che poco prima dell'attentato abbia fatto varie telefonate e lanciato in rete un video farneticante.

Dall'esame dei telefoni cellulari dei terroristi sono emersi collegamenti con persone vicine all'ISIS ed il Califfato stesso ha rivendicato, nei giorni a seguire, l'appartenenza di costoro alle proprie strutture di combattimento.

Ad oggi la spirale terroristica si ferma all'attentato di Rouen in Francia con l'uccisione di un prete sul sagrato di una Chiesa. Un evento gravissimo, il primo nella storia dell'Occidente. Un atto efferato compiuto da due islamici noti all'intelligence francese, uno dei quali in libertà provvisoria ed appartenente ad una famiglia francese della medio borghesia, come alcuni degli attentatori di Dacca.

Eventi apparentemente non collegati fra loro ed affrettatamente attribuiti da molti media alla instabilità mentale degli autori che autonomamente hanno scelto come "Paesi obiettivo" chi partecipa alle attività militari che la Coalizione internazionale sta conducendo contro l’ISIS .

Analisi semplicistiche che omettono, però,  di ricordare come l'impegno internazionale contro l'ISIS sia attualmente solo di “facciata” se confrontato con altri del passato. 20-25 raid aerei ogni giorno in un territori ampio come l'Italia a fronte dei 650 giornalieri effettuati in Kosovo arealmente ampio come il Lazio.

Valutazioni che unitamente alle molte che si richiamano a situazioni di disagio sociale dei giovani terroristi, sono pericolosissime per la sicurezza in quanto lasciano intendere che chi colpisce è un povero pazzo socialmente represso e non, piuttosto, un anello di una catena terroristica che non lascia nulla all’improvvisazione.

Gli attentatori, infatti, quasi certamente  non sono pazzi, non sono socialmente disadattati, ma praticano tutti lo stesso credo religioso, per cui è difficile distinguere se si tratti di esaltati o di mestieranti del terrorismo invasati ed impegnati a colpire le tradizioni storico culturali del cattolicesimo.

Gli eventi, comunque, stanno trasformando l’Europa in una nuova Israele, con la differenza che il Vecchio Continente non dispone della capacità ebraica in termini di Intelligence e di anti Terrorismo.

Nello stesso tempo ci si domanda come mai l’Italia al momento sia stata risparmiata dalla strategia terroristica. Probabilmente, perchè considerata la “Patria della Cristianità” ed un attentato a Roma piuttosto che a Torino o a Firenze provocherebbe forse un’immediata reazione di tutto il mondo cattolico.

In ogni caso, se veramente gli autori dei recenti fatti eversivi fossero tutti dei psicolabili, l’Europa dovrebbe essere ancora di più vigile in quanto altri soggetti affetti da patologie simili potrebbero rappresentare un fertile terreno su cui seminare odio e rancore ed essere soggetti facilmente manovrabili dal Califfato.

In questa ottica, dovrebbe essere gestita una Comunicazione più accorta evitando di essere ridondanti nel dare informazioni sui fatti accaduti, in particolare i media televisivi che ripropongono con ossessiva ripetitività le immagini più cruente degli atti terroristici, esaltando gli scopi che qualsiasi terrorista si prefigge: suscitare interesse ed incutere paura.

Infine, abbandonare il buonismo esasperato ed i messaggi solamente ottimistici, ma sensibilizzare i cittadini ad accettare anche limitazioni della propria libertà personale a favore di migliori condizioni di sicurezza.

Fernando Termentini

28 luglio 2016 – ore 14,00