giovedì 2 settembre 2010

Ancora gas in Afghanistan

I gas tornano a colpire le scuole femminili in Afghanistan. Il 28 agosto quarantotto studentesse sono finite in ospedale a Kabul dopo che la loro scuola e' stata attaccata con gas presumibilmente avvelenato (ANSA). Il Ministero della Salute afgano informa che si tratta di un secondo episodio del genere verificatosi nella Capitale afgana nell’arco di tre giorni e che, ancora una volta, ha colpito scuole femminili. Vertigini, vomito e svenimenti i sintomi ricorrenti, che portano a pensare ad un possibile avvelenamento da aggressivi chimici propagati nell’aria per lanciare un messaggio intimidatorio verso la popolazione scolastica femminile. Come racconta Khaled Hosseini nei suoi bestseller le bambine non devono studiare, ma l’autore del ’Cacciatore di aquilonì” non poteva immaginare che i talebani sarebbero arrivati ad utilizzare gas tossici contro le scuole femminili. Un primo episodio a maggio 2009, quando 90 ragazze nella provincia di Kapisa finirono in ospedale. Il 28 agosto di questo anno un episodio simile a Kunduz. I Talebani alla ricerca di una legittimazione politica naturalmente negano ogni responsabilità e condannano l’accaduto per il tramite del loro portavoce Zabibullah Mujahid. Per contro, il portavoce del presidente Hamid Karzai indica costoro come responsabili di questo altro subdolo attacco terroristico. Il 31 agosto sono stati resi ufficiali i risultati degli esami clinici effettuati che confermano una misteriosa serie di casi di tossicità nelle popolazione scolastica femminile coinvolta negli eventi. Il portavoce del Ministero della Sanità Pubblica di Kabul, il Dr. Kargar Norughli, ha precisato, inoltre, che il suo ministero e l'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno accertato la presenza, non a dosi letali, di sostanze tossiche come “fosfati organici”, confermate dai sintomi manifestati da chi è stato colpito dai gas. Salivazione, lacrimazione, incontinenza urinaria, diarrea, disturbi gastrointestinali e vomito. I composti chimici di riferimento sono ampiamente usati in insetticidi e erbicidi e costituiscono gli ingredienti attivi di possibili armi chimiche, tra cui gas nervini Sarin e VX. Il Dr. Norughli ha ammesso che ancora non si conoscono le modalità di come il gas sia stato propagato anche se l’episodio è ascrivibile ad un “messaggio di avvertimento” non essendoci stati morti nonostante l’elevata letalità intrinseca del materiale utilizzato. I fatti dimostrano una preoccupante realtà. Gli insorti sono in grado di gestire anche armi non convenzionali e, quindi, all’occorrenza impiegare IED “sporchi”. Il Sarin ed il VX sono gas ad elevatissima letalità anche in dosi minime ed una loro minima propagazione non controllata nell’ambiente provocherebbe migliaia di morti immediati ed moltissime vittime differite nel tempo. Se tutto ciò non è avvenuto, chi ha gestito l’utilizzazione dei gas lo ha fatto con elevata capacità tecnica limitandosi a lanciare un avvertimento alla stessa stregua di come avrebbe fatto utilizzando una bomba carta piuttosto che un IED ad alto potenziale esplosivo. Una dimostrazione di efficienza e preparazione in un settore specifico come quello NBC (Nucleare, Biologico, Chimico) che non può essere sottaciuta, ma che deve indurre ad immediate contromisure sul piano dell’intelligence preventiva e per quanto attiene alla predisposizione di efficaci sistemi di rilevamento e difesa.
2 settembre 2010
2 settembre 2010

1 commento:

stavolearm ha detto...

Cio' che mi lascia alquanto sbigottito e' che c'e' tutta una letteratura disponibile al pubblico in cui si descrivono laboratori proprio in Afganistan super protetti da Talebani e gestiti da scienziati ancora prima dell'intervento NATO (nato male!). Sbaglio se dico che l'onere di gran lunga principale e' USA? Che i nostri dirigenti fano finta di non sapere? e che i nostri popoli ignorano con gran piacere di ignorare?