mercoledì 26 gennaio 2011

La rivolta dilaga oltre il Maghreb

Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Albania sono in rivolta. Nell’era della comunicazione di massa il tam tam delle manifestazioni si è propagato immediatamente coinvolgendo una parte del mondo da dove partono molte delle barche degli immigrati clandestini in cerca di libertà e di fortuna. Popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo e che improvvisamente hanno preso a scalpitare opponendosi alla politica dei loro governanti che, in nome di una falsa democrazia parlamentare, hanno finora gestito il potere con un approccio dittatoriale e nepotista. L’intera area è percorsa da un’onda anomala che sta dilagando coinvolgendo uomini e donne che hanno in comune la stessa fede religiosa, l’islam e l’esigenza del soddisfacimento di bisogni essenziali. La lotta insurrezionale in Tunisia ha toccato l’apice costringendo alla fuga il Presidente Ben Alì’ ferreo alleato dell’Occidente, sta ora coinvolgendo altre popolazioni afflitte da analoghe aspettative sociali. L’Algeria, il Marocco e la Giordania sono state sfiorate. L’Egitto da ieri segue l’esempio tunisino. Migliaia i manifestanti al Cairo, ad Alessandria e in altre città del Paese. A Suez la protesta ha già avuto le sue vittime : almeno due i morti. La rivolta del Maghreb ha spinto una parte della popolazione egiziana a uscire dal letargo a cui era costretta ed a manifestare le proprie frustrazioni ed il proprio disagio sociale. Le rivendicazioni hanno superato il bacino meridionale del Mediterraneo ed hanno ormai raggiunto l’Europa approdando in Albania e rivitalizzando il link ideale che lega le popolazioni islamiche africane ed asiatiche a quelle balcaniche. Morti anche fra i manifestanti della “terra delle aquile”. Berisha, il Presidente albanese, ha ammonito il popolo e l’opposizione a non percorrere la strada tracciata dai " figli bastardi dei Ben Ali dell'Albania che hanno concepito gli scenari tunisini...”, annunciando che non verranno tollerate nuove manifestazioni violente. Fonti locali riportano, però, che l'Albania potrebbe essere sull'orlo di una guerra civile, pronta a rivivere i momenti del 1997. Il 21 gennaio nelle strade di Tirana ci sono stati tre morti e 55 feriti, tra cui 30 poliziotti. Una realtà preoccupante in un paese dove la disoccupazione reale sfiora il 30% della popolazione attiva e l’opposizione guidata da Edi Rama non ha mai accettato l’esito delle elezioni politiche del giugno 2009. In Europa, dunque, dopo le importanti manifestazioni di piazza di Parigi, di Londra e Roma, sta insorgendo il malcontento nell’islamica Albania che come la Tunisia gioca una ruolo fondamentale per la stabilità dell’area geografica che si affaccia sul Mediterraneo. La Tunisia nazione chiave per il controllo politico del Maghreb dove da tempo sono consolidate ed attive cellule di Al Qaeda, l’Albania che potrebbe essere decisiva nel delicato scacchiere dei Balcani in quanto principale retrovia del Kosovo, l’ex provincia serba forzatamente distaccatasi dall’ex Jugoslavia. Paesi islamici dove il fondamentalismo potrebbe essere in procinto di proiettarsi consolidando la sua presenza a ridosso dell’Europa e nell’Europa stessa. La situazione è in evoluzione e potrebbe provocare la ripresa di significativi flussi migratori verso le frontiere italiane, greche e spagnole, favorendo l’inserimento sul territorio europeo di cellule terroristiche sicuramente già in collegamento con la malavita locale. Con questa prospettiva, forse, sarebbe urgente accelerare l’attuazione di un “Piano Marshall” mondiale a favore del Nord Africa e dei Balcani. Soluzione ipotizzata da anni e che oggi potrebbe evitare che i fondamentalisti islamici, approfittando del malessere sociale di alcune popolazioni e del vuoto politico che si va prospettando sulle sponde del Mediterraneo, possano portare avanti il loro disegno eversivo. La condizione di instabilità, infatti, ha ormai raggiunto dimensioni macroscopiche e potrebbe degenerare con gravi conseguenze se il malessere contagiasse anche la Libia, la Giordana e lo Yemen.
26 gennaio 2011

1 commento:

franz/tunisialternativa ha detto...

finalmente un blog che merita essere letto.