mercoledì 29 febbraio 2012

L’Italia a rischio di riorganizzazione della lotta armata. Un pericolo esaltato dall’informazione strumentale

Il Capo della Polizia ed altre fonti accreditate ripropongono continuamente il rischio che in Italia sia in corso una progressiva infiltrazione di gruppi eversivi nelle grandi manifestazioni di piazza.

Antonio Manganelli ribadisce l’allarme che l’area anarchico insurrezionalista “è pronta a fare un salto di qualità, è pronta all’assassinio”. Una dichiarazione ufficializzata in occasione di un’audizione alla camera dei Deputati in cui il Capo della Polizia ammette anche che “se fino ad oggi non è accaduto è perché abbiamo avuto fortuna che non accadesse”.

Parole forti in un momento in cui la tensione sociale indotta dalla crisi economica coinvolge tutto il mondo occidentale e non solo l’Italia. Rischio ingigantito dalla possibilità di divulgare gli avvenimenti in tempo reale, attraverso un network capillare in grado di raggiungere chiunque e con messaggi che se opportunamente pilotati possono condizionare i comportamenti della gente .

Una valutazione quella del responsabile nazionale dell’ordine pubblico che trova immediato riscontro in ciò che sta avvenendo in questi giorni in Piemonte durante le manifestazioni dei “NO TAV”. Sul sito Indymedia Italia, autodefinito di “informazione indipendente”, ribalzano minuto dopo minuto incitamenti alla rivolta contro le istituzioni, con un tam tam crescente attraverso il quale i teppisti infiltrati incitano alla “guerra”.

Messaggi destinati a far leva sulle caratteristiche emozionali degli individui ed in grado di incrementare il numero dei possibili adepti, in particolare fra i giovani preoccupati per il loro futuro.

Una serie di informazioni in cui spesso le menzogne sono più accattivanti della realtà perché inventate per incidere sulle aspettative di chi è colpito da un disagio sociale. Un sovrapporsi di notizie calibrate e coordinate, che evidenza un’azione di coordinamento a monte ben progettata, destinata a gestire la piazza in tempo reale con un messaggio verbale o video.

Un processo che purtroppo sta coinvolgendo anche alcuni politici di appartenenza estrema, con effetti che potrebbero essere devastanti per la sicurezza nazionale . “Opinion Leaders” che non tengono conto dell’avvertimento lanciato al parlamento dal Capo della Polizia che non demordono di approfittare di ogni episodio per lanciare messaggi destinati a “caricare” la gente.

Insieme a costoro i “tuttologhi” che ormai ogni giorno invadono gli schermi televisivi. Esperti in qualsiasi settore che esprimono opinioni prive di contenuto sostanziale, ma in grado di indurre nel pubblico emozioni estreme.

Una realtà sempre più emergente che rafforza la minaccia prospettata dal Vertice della Polizia di Stato, destinata a crescere dalla dilagante convinzione che ormai è più protetto giuridicamente chi manifesta rispetto a chi è invece è impegnato a tutelare lo Stato democratico.

Un’evidenza confermata da un episodio di ieri, quando un “protagonista della piazza” si è rivolto ad un carabiniere immobile insultandolo con la frase “Ehi pecorella vuoi sparare !”. Insulti alle Forze dell’Ordine ed anche ai manifestanti che volessero tentare di spezzare una lancia a favore di poliziotti, carabinieri e finanzieri.

Sintomi di un malessere destinato a favorire il pericolo di infiltrazioni di gruppi estremistici e del loro consolidamento nel substrato nazionale, in un momento peraltro favorevole per la scarsa credibilità dell’attuale classe politica.

Le conseguenze sarebbero gravi per la sicurezza interna, forse con conseguenze molto superiori a quelle degli anni ’70.

29 febbraio 2012, 12,45

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