In mie precedenti valutazioni avevo accennato alla nascita di una possibile “Alleanza islamica” in procinto di affacciarsi sulla scena internazionale in seguito alle iniziative del Presidente siriano Assad e della sua intensa attività diplomatica sviluppata nel secondo semestre del 2010 coinvolgendo altri importanti Stati islamici. Qualcosa sta avvenendo e conferma le ipotesi formulate. La Siria sta spostando truppe corazzate nel Golan avvicinandosi pericolosamente ad Israele. “Free Siria Army”, il più importante ed organizzato gruppo di opposizione al Governo di Damasco, di cui fanno parte molti dei militari che hanno disertato in questi 11 mesi di rivolta, riferisce che una componente dell’esercito siriano dislocata normalmente lungo il confine con la Giordania è stata spostata avvicinandosi pericolosamente alle posizioni presidiate da Israele. Manovre militari che preoccupano Tel Aviv che teme che Bashar al-Assad, tenti di oscurare la rivolta siriana attaccando il Paese ebraico. A tale riguardo, come riferiscono varie fonti locali e libanesi, l’esercito israeliano sta incrementando la difesa nell’area aumentando il posizionamento di mine a ridosso del confine con la Siria e sta consolidando la presenza di truppe nell’area. Mentre tutto questo avviene in una delle aree geografiche più a rischio, giunge notizia (Velino/AGV) che il 16 e 17 febbraio siederanno intorno allo stesso tavolo Iran, Afghanistan e Pakistan per il primo “Summit” congiunto dopo gli accordi di cooperazione sottoscritti nel 2010 in occasione degli incontri bilaterali. La notizia è riportata dal quotidiano pachistano Dawn che riferisce un preciso comunicato del ministro degli Esteri pakistano, Abdul Basit. Parteciperanno i presidenti afgano Hamid Karzai, quello iraniano Mahmoud Ahmadinejad e pakistano Asif Ali Zardari, con lo scopo di individuare una linea comune di contrasto alla “lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata, incluso il traffico di droga”. Un meeting improvviso, destinato ad affrontare un’esigenza condivisibile dall’Occidente ma che si svolge inopinatamente ed in un momento particolare e delicato per gli equilibri e la stabilità internazionale. Il Governo di Kabul sta subendo uno stallo nelle trattative con i Talebani e guarda con preoccupazione al ritiro dei Contingenti internazionali dall’Afghanistan. L’Iran non demorde ed accelera lo sviluppo del nucleare. Israele minaccia ritorsioni. La Siria preme sul confine con Tel Aviv, mentre l’Occidente esita nel prendere iniziative contro il massacro della popolazione siriana. Alla riunione non risulta, almeno al momento, che parteciperà Assad troppo impegnato a coordinare la guerra civile. Saranno, però, presenti tutti gli attori principali dello scacchiere Medio Orientale che insieme ad Assad hanno stretto accordi per garantirsi la reciproca assistenza militare contro l’antico nemico ebraico e per fronteggiare le minacce dell’Occidente impegnato a difendere i diritti umani delle popolazioni vessate da tirannie decennali. Un altro messaggio pericoloso per la lotta al terrorismo e la stabilità del mondo e che potrebbe incoraggiare l’azione eversiva delle organizzazioni islamiche radicali insediate nell’Africa subsariana e lungo la fascia mediterranea del Continente.
10 febbraio 2012 – ore 11.00
10 febbraio 2012 – ore 11.00
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