Differenti i possibili approcci. Criteri
diversi propri della politica internazionale che una Nazione intende porre in
essere ma comunque convergenti verso un unico scopo, quello di difendere gli
interessi nazionali garantendo non solo appannaggi economici ma soprattutto
difendendo i valori etici del proprio Paese ed i diritti universali dei propri
connazionali.
Orientamenti che trovano origine dalla
Costituzione, dalla legge nazionale e dalle normative internazionali per
garantire un eguale e paritaria tutela dello Stato a tutti i cittadini. Un
impegno che generalmente in tutto il mondo è preminente quando sono coinvolti
cittadini in uniforme, soldati che nell’assolvere un compito istituzionale
devono essere assicurate le garanzie dell’applicabilità della norma
internazionale sul “principio di immunità delle
forze militari in transito”.
Il 6 marzo
2012, ho rappresentato il mio stupore depositando
su questo blog un’espressione di tristezza ed anche di stizza di fronte a
quella che sembrava un’inerzia nazionale di fronte agli avvenimenti che hanno
portato alla detenzione in India dei due nostri Fucilieri di Marina.
Oggi,
dopo nove mesi dall’evento non è facile trovare altre parole che esprimano lo
sgomento per un episodio che sembrerebbe inventato dalla fantasia di romanzieri
come Kafka. Non è semplice anche perché l’intera vicenda è circondata ed
occultata da una cortina nebbiogena alimentata e gestita da uno Stato sovrano che tiene in ostaggio i nostri
due militari, l’India.
Una
coltre che alla distanza si infittisce resa più densa dall’assenza di notizie
certe o di comunicati ufficiali che aiutino a capire cosa stia accadendo. Solo
una dato è certo, la
Corte Suprema indiana da mesi ormai sta valutando il caso per
esprimersi sulla competenza territoriale dello Stato del Kerala sui fatti
avvenuti, ma non si pronuncia ancora. Forse i Giudici stanno meditando, trascinandosi da una settimana all’altra ed
interrompendo il lavoro per osservare le festività civili e religiose locali.
Una
situazione che forse ormai è lecito definire abnorme. Sicuramente non esalta l’immagine
nazionale italiana a differenza di quanto avvenuto per altri Stati in
circostanze simili con un unico risultato assolutamente non condivisibile. Si
allunga il calvario di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Solo uscite
pubbliche dei responsabili italiani dei dicasteri degli Esteri e della Difesa.
Solo poche parole di vicinanza ed oserei dire molto di circostanza del Capo
dello Stato nonostante che la Costituzione assegni a lui l’alto incarico di
Comandante Supremo delle Forze Armate. Da tempo ormai un lungo silenzio del
Presidente del Consiglio rotto solo da un recente timido pronunciamento
dell’Europa e delle Nazioni Unite, ufficializzato dopo otto mesi dagli eventi.
Nel buio totale solo una luce accesa e
continuamente alimentata da Massimiliano e Salvatore che fin dal
primo momento, quando circondati da una
folla di ufficiali ed agenti indiani raggiungevano la prigione indiana hanno
dimostrato di saper guardare il mondo in faccia fieri di rappresentare la propria Nazione. Una
fierezza che non è mai venuta a mancare, coerente con le più sane tradizioni di
coloro che in uniforme difendono gli interessi nazionali guidati da una scelta
avulsa da qualsiasi tornaconto personale, ma solo motivati da un’etica che fa
parte del loro DNA.
Un vecchio detto popolare ci
tramanda che “nessuna nuova buone nuove”. Speriamo che sia confermato anche in
questo caso .
22 novembre 2012, ore 15,00
3 commenti:
Sono sempre più convinto che l'unica soluzione è di giocare "sporco" come stanno facendo loro: arrestare 20 indiani clandestini in Italia e scambiarli con i due marò. Mimmo Scozzaro.
Carissimo Fernando, come ben sai siamo ormai entrati in piena campagna elettorale. Speriamo così che qualche politico – di centro di destra o di sinistra poco importa - “illuminato” o in cerca di una facile bandiera mediatica da abbracciare per poter essere eletto si accorga di quanto sta succedendo ai nostri due Leoni e che ne faccia la sua battaglia elettorale. Solo così possiamo sperare che questa kafkiana vicenda possa essere riportata all’attenzione dei nostri politici e rientrare nelle discussioni che si tengono nei corridoi del Transatlantico o nei salotti di Montecitorio o di Palazzo Madama.
Sconfortante… e come si dice a Bolzano (;o)) “’a pucchiacca int’a mano d’o bambino”.
Un salutissimo - Gianfranco
Carissimo Fernando, come ben sai siamo ormai entrati in piena campagna elettorale. Speriamo così che qualche politico – di centro di destra o di sinistra poco importa - “illuminato” o in cerca di una facile bandiera mediatica da abbracciare per poter essere eletto si accorga di quanto sta succedendo ai nostri due Leoni e che ne faccia la sua battaglia elettorale. Solo così possiamo sperare che questa kafkiana vicenda possa essere riportata all’attenzione dei nostri politici e rientrare nelle discussioni che si tengono nei corridoi del Transatlantico o nei salotti di Montecitorio o di Palazzo Madama.
Sconfortante… e come si dice a Bolzano (;o)) “’a pucchiacca int’a mano d’o bambino”.
Un salutissimo - Gianfranco
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