sabato 21 dicembre 2013

I due Fucilieri di Marina prigionieri in India, apriamo i dossier !

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trascorreranno il Natale ed il Capodanno a Delhi, insieme alle loro famiglie ma lontani da tutti gli altri affetti tradizionali che si ama convivere in questo particolare periodo dell’anno. L’amore per la propria, per gli amici, per tutti i  famigliari, per la Patria intesa come custode dei valori che fanno grande un Paese.

I due Fucilieri della Marina Militare saranno, invece, costretti a rimanere a Delhi,  in ostaggio di uno Stato che non rispetta il più elementare dei diritti previsti dalla normativa internazionale e da quella consuetudinaria. Uno Stato, l’India, che si è appropriata della libertà dei nostri militari dopo che l’Italia li ha estradati per la terza volta riconsegnandoli al giudizio penale di un Tribunale Speciale indiano, nonostante che nell’ordinamento locale fosse prevista la pena di morte. Un atto deciso dall’Esecutivo nel marzo 2013,  sembra e per quanto noto, al fine di  non compromettere i rapporti commerciali con l’India. Una svendita di due servitori dello Stato anche e soprattutto superando vincoli previsti dalla nostra Costituzione.

In questo contesto sicuramente non trasparente e comunque tutto da chiarire leggiamo improvvisamente due Agenzia stampa che riportano il pensiero del Ministro degli Affari i Esteri italiano.

La prima espressione di una meditazione ancora una volta di speranza, ma priva di ogni certezza:
“La loro vicenda in una fase delicata, speriamo finale'
   (ANSA) - ROMA, 18 DIC - I due maro' non hanno "neanche chiesto una licenza per Natale e saranno le loro famiglie a passare una parte delle vacanze con loro a New Delhi perche' non l'hanno ritenuto" opportuno in "questa fase delicata che speriamo finale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino, rispondendo a RaiNews ad una domanda sui due fucilieri di Marina.”

Solo una precisazione alla Ministra, i due militari non hanno chiesto la licenza confermando ancora una volta la loro fierezza di essere soldati, cittadini in uniforme  che nonostante tutto guardano a testa alta al loro futuro come ho scritto il 3 marzo 2012 all’inizio di questa vicenda : http://fernandotermentini.blogspot.it/2012/03/la-fierezza-di-rappresentare-il-proprio.html

La seconda Agenzia lascia invece perplessi in quanto la Rappresentante della Farnesina ci dice che non reagrirà agli insulti ma non ci spiega quali. .

“Maro': Bonino, non reagiro' a insulti, ma sempre sgradevoli

   (ANSA) - ROMA, 18 DIC - "Mi sono imposta di non reagire agli insulti e di non fare polemiche finche' non saranno a casa, poi chi vorra' aprire il dossier lo fara'". Cosi' il ministro degli Esteri Emma Bonino ha parlato della vicenda dei due maro' italiani trattenuti in India, a Rainews24. "Per il momento - ha aggiunto - questo e' il mio impegno quotidiano, detto cio' gli insulti sono sgradevoli lo stesso".

Ne prendiamo atto dispiaciuti per il disagio della dottoressa Bonino, anche se non crediamo che possibili critiche o non condivisioni di pensiero,  possano in qualche modo rappresentare un insulto. Semmai dovrebbero significare spunti di meditazione per un confronto sereno e democratico delle posizioni reciproche anche se divergenti.  

Rimaniamo perplessi, invece, leggendo la frase “poi chi vorrà aprire il dossier lo farà”. Un dire poco trasparente, forse suggerito al Ministro del rispetto della “secret diplomacy” sino ad or applicata nella vicenda, proposto, peraltro, con toni che oserei affermare di provocazione se non di avvertimento.

Ebbene, dottoressa Bonino, chi scrive è pronto ad aprire i dossier ed approfondire i contenuti per individuare responsabilità o leggerezze decisionali che hanno contraddistinto fin dall’inizio l’intera vicenda.

A partire da chi nella notte tra il 15 e 16 febbraio 2012 ha condiviso con l’Armatore della Lexie la decisione di far rientrare la nave in acque territoriali indiane,   per arrivare ai motivi che hanno indotto i responsabili della gestione della vicenda a far rientrare in India il 22 marzo u.s. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, forse dimenticando o sottostimando i vincoli costituzionali e del Codice Penale in tema di estradizione. In particolare le sentenze della Suprema Corte n. 223 del 27 giugno 1996, n. 45253 del 22 nov. 2005, Cc. Dep. Il 13 dic. 2005, Rv, 232633 e da quanto sentenziato dalla Sez. VI il 10 ottobre 2008 n. 40283, dep. 28 ottobre 2008 su chi e come si deve decidere un’estradizione.

Non si può, quindi,  che concordare con la Ministro Bonino. I dossier devono essere aperti e resi pubblici condividendone i contenuti con i cittadini che ne facciano richiesta ed evitando di trincerarsi dietro un non chiaro decreto interno al MAE (n. 604 del 7 settembre 1994) oppone motivi ostativi alle regole di trasparenza ricorrenti invece nella Pubblica Amministrazione, come avvenuto varie volte a richieste di accesso agli atti di chi scrive .

A tale riguardo, un’occasione è stata persa anche quando sono state operate palesi forme di censura, come espressamente pubblicato a  http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/12/i-misteri-della-pagina-del-ministro.html,  nei confronti di chi tentava proprio di entrare a fondo nella vicenda, attraverso interventi o quesiti proposti nella pagina di FB del Ministro Bonino

Se invece la frase  “non fare polemiche finche' non saranno a casa, poi chi vorra' aprire il dossier lo fara'",  rappresenta un non meglio definibile avvertimento, sarebbe auspicabile che la Ministra esca dal Suo ermetismo e spieghi cosa significa in realtà la Sua affermazione.

 Infatti, in una democrazia moderna come non sono accettabili gli “insulti” non è altrettanto assolutamente condivisibile la mancanza di trasparenza e chiarezza in una frase di una Rappresentante istituzionale dello Stato.

Valori etici  come ripetutamente espresso dalla stessa la dottoressa Bonino durante la Sua lunga militanza politica, che rappresentano i punti basilari che contraddistinguono uno Stato di diritto, garante di una democrazia evoluta.

Fernando Termentini, 21 dic. 2013 - ore 11,30


martedì 17 dicembre 2013

L’Italia a rischio aggressivi chimici


Ieri il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha ribadito a Bruxelles che si stanno valutando le caratteristiche dei porti italiani per scegliere quale mettere a disposizione per il passaggio delle armi chimiche della Siria. Notizia di Vista Agenzia televisiva parlamentare pubblicata dal quotidiano “Il Giornale” al link http://www.ilgiornale.it/video/esteri/bonino-bruxelles-porto-italiano-armi-chimiche-siriane-976469.html.

Una notizia quasi passata inosservata ma rilevante in materia di sicurezza. Lascia, infatti perplessi, l’ipotesi formulata dalla Responsabile della Farnesina, una volta paladina del rispetto ambientale e della difesa del territorio, di proporre la disponibilità italiana ad ospitare nei propri porti materiale altamente pericoloso per la vita dei cittadini e per l’inquinamento del territorio.

Un’Italia che non dispone di una struttura portuale adeguata per demolire un relitto come la Costa Concordia e smaltire tonnellate di materiale inquinante, comunque  a basso rischio rispetto i gas nervini di Damasco. Ci proponiamo, però, ad ospitare navi cariche di veleni.

Naturalmente nell’assoluto non rispetto dei trasparenza che ormai è diventata prassi ricorsiva per la Farnesina, la Ministro non ci dice se qualcuno lo abbia chiesto all’Italia o sia una nostra volontaria disponibilità. Non  ci informa nemmeno perché dopo il passaggio delle navi a Latakia ed a Cipro devono fare una terza sosta in Italia.

Non è dato di sapere se la richiesta arriva dalla Russia, dagli Usa dalle Nazioni Unite perché l’ermetismo della dottoressa Bonino è impenetrabile, fedele alla “secret Diplomacy” che sta applicando per la vicenda dei due Fucilieri di Marina in ostaggio dell’India. Non è nemmeno chiarito in un momento di ristrettezze economiche chi sosterrà l’impegno finanziario per predisporre quanto necessario a garantire la massima sicurezza alle possibili aree destinate all’attracco di questo naviglio ed alle popolazioni residenti ed a predisporre un’adeguata risposta sanitaria in caso di incidenti.

Chiedo, quindi,  al Ministro, anche se sono consapevole che non mi sarà risposto, se, prima di dare l’annuncio presso la sede della UE, ha acquisito adeguate informazioni sulle difficoltà logistiche ed economiche per affrontare problemi della fattispecie, anche in base ad una recente pregressa esperienza italiana affrontata per dismettere, nel rispetto delle direttive dell’Opac, vecchi depositi di aggressivi chimici risalenti alla prima Guerra Mondiale, conservati   in fusti corrosi dal tempo  ed ad alto rischio di fuoruscita del materiale altamente tossico, anche se molto meno letale del Sarin siriano.

Mi permetto di chiedere ancora se si  è consultata con la Difesa che dispone della necessaria conoscenza per gestire un problema del genere od è una di quelle decisioni estemporanee indotte dalla supponenza della carica istituzionale ricoperta come ormai da tempo siamo abituati a constatare.

Nel momento, infatti,  che il Ministro degli Esteri ha ufficializzato all’Unione Europea che “si stanno individuando porti adeguati” ha di fatto formalizzato una decisione già consolidata in ambito Esecutivo. Ci si augura quindi che sia stato informato il Parlamento e ci sia stato un coordinamento con le Autorità locali destinate a correre  un rischio elevato.

In Italia non si costruiscono termovalorizzatori per la distruzione dei rifiuti perchè inquinano e comunque si coinvolge la popolazione locale prima di decidere, ma decidiamo di ospitare navi con carichi ad elevatissimo rischio in caso di fuoruscita di gas senza prima aver informato la popolazione che sarebbe coinvolta a correre possibili rischi.  

Pericoli di elevata valenza in questo caso, in quanto solo la dispersione per cause accidentali di modestissime quantità di gas Sarin, produrrebbero la morte immediata di migliaia di persone ed un rilevante inquinamento ambientale.

La dottoressa Bonino non ci chiarisce nulla, ma annuncia a Bruxelles la disponibilità dell’Italia. Gli italiani vengono informati quasi per caso l’iniziativa di seri professionisti dell’informazione mentre la maggior parte degli altri ed in particolare la TV di Stato preferiscono  ignorare.

Fernando Termentini, 17 dic. 2013 - ore 12,00


giovedì 12 dicembre 2013

I non risultati della “Secret diplomacy” italiana

In tempi lontani Kissinger inventò la formula della “secret diplomacy” per riallacciare i contatti degli USA con la Cina. Approccio ripreso recentemente da Obama per l’accordo nucleare con l’Iran, una vittoria rara per lo stile di Obama ma un esempio di diplomazia segreta che Kissinger avrebbe sicuramente apprezzato.

Anche in Italia qualcuno ha rispolverato vecchie reminescenze scolastiche di storia,  quando raccomanda la massima riservatezza nelle trattative con L’india per la vicenda dei due militari italiani ostaggio di Delhi da 22 mesi.

Ce lo consiglia  il Commissario Straordinario del Governo dott. Staffan de Mistura e con fermezza la Ministro degli Esteri Emma Bonino, ambedue però contraddetti dalle parole del Vice Ministro degli Esteri Lapo Pistelli che fin  del 25 settembre, ha dichiarato al Mondo: "…..All'inizio di quest'anno, l'Italia aveva una linea abbastanza incerta su come procedere. Si litigava sul tipo di giurisdizione, si era tentati di chiedere un arbitrato, si offriva un indennizzo ma ogni tanto si faceva la faccia feroce, in altri termini una gestione un po' zigzagante. Ora abbiamo rimesso la questione su un binario di certezza: scelta di una giurisdizione speciale, condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise; nomina di un magistrato che ha tolto al Kerala la questione; avvio di un procedimento convenuto con le autorità indiane, che deve essere equo, in quanto sappiamo qual è la legislazione applicabile, e veloce, il che non vuol dire stabilirli adesso i tempi. All'indomani del giudizio, vi sarà un trattato tra le parti che permette comunque agli eventuali condannati di scontare la loro pena in Italia, nel paese di appartenenza. Siamo costanti e attenti con le autorità indiane e io dico che i due ragazzi torneranno a casa".

Un Vice Ministro che dimostra di non essere però coerente con la “diplomazia segreta” raccomandata dal suo Ministro, rivelandoci aspetti inquietanti su come la diplomazia italiana stia operando per risolvere  la vicenda dei due Fucilieri di Marina estradati in India il 22 marzo u.s. e ci rivela che l’Italia “condivide” una giustizia come quella indiana che prevede nel suo ordinamento la pena di morte.

Un’ammissione che preoccupa in quanto accompagnata dall’aver accettato che sia una Tribunale Speciale a giudicare due militari italiani sulla base di un’indagine affidata ad un’Agenzia investigativa indiana (National Investigation Agency NIA)  che, per mandato istituzionale, è "obbligata" a fare ricorso al 'Sua Act' (Convenzione per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della Navigazione marittima) che prevede la pena di morte. Un vincolo statutario che impedisce alla NIA di svolgere indagini su fatti omicidiari, come ben specificato nell’atto costitutivo del 2008 dove fra i vari compiti non è riportato l’articolo 302 del codice penale indiano, che per l’appunto punisce il  reato di omicidio.

Un Vice Ministro che ci parla di “regole di ingaggio” concordate con l’India ma che non ci spiega perché sia stato rinunciato il ricorso all’Arbitrato internazionale per aver riassegnati i diritti di sovranità nazionale calpestati dall’India. In primis quello fondamentale della garanzia dell’immunità funzionale dovuta a  propri militari impegnati in funzioni istituzionali.

La situazione è quindi sempre più confusa e sicuramente non aiutata dalla riservatezza raccomandata dalla Responsabile della Farnesina peraltro superata da un suo Vice Ministro che propone uno scenario sicuramente non tranquillizzante accompagnato, invece,  da un approccio ottimistico del Commissario di Governo de Mistura.

Un contesto reso ancora meno chiaro dai motivi dell’azione censoria posta in essere nella pagina istituzionale della dottoressa Bonino, dove lo spazio dedicato ai nostri Fucilieri di Marina è stato chiuso e cancellato dopo appena 12 ore dall’apertura, annunciata peraltro da una delle più importanti agenzia di stampa italiane, l’ANSA.

Una decisione ancora non chiara e  che la Ministro nell’assoluto rispetto della riservatezza non ha mai cercato di motivare nonostante precipue richieste di molti italiani, taluni definitivamente proscritti dal poter esprimere commenti dissonanti con la gestione della pagina del social network della dottoressa Bonino ed altri definitivamente cassati perché non coerenti con “il segreto della diplomazia boniniana”. 

Noi, però, rispettiamo le regole della democrazia prima fra tutte la trasparenza fra Stato e cittadini e, quindi, proponiamo una  serie di articoli che forse potrebbero chiarire se, piuttosto,  dietro la riservatezza si nasconde uno scopo censorio per oscurare gli scarsi risultati fino ad ora raggiunti  (http://www.fernandotermentini.it/art.htm ), accompagnati da una  riproduzione di post estrapolati dalla pagina di FB  in questione,  raccolti sul Web a futura memoria (http://www.fernandotermentini.it/postbonino.htm).

Forse Kissinger condividerebbe la “secret diplomacy” di Obama, ma quasi sicuramente non apprezzerebbe l’interpretazione che ne viene data nel caso specifico  dalla dottoressa Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana.  

Fernando Termentini, 12 dic. 2013 - ore 10,00





martedì 10 dicembre 2013

I misteri della pagina del Ministro Bonino su Facebook


Il 30 settembre l’ANSA aveva diramato un’agenzia con la quale la dottoressa Bonino, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica italiana, annunciava l’apertura di un Thread sulla Sua pagina ufficiale di  Facebook dedicato alla vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Un’iniziativa destinata a durare solo qualche decina d’ore perché il Thread fu immediatamente rimosso e la pagina invasa da iniziative censorie nei confronti di chi si permetteva di esporre pensieri diversi dalle linee guida evidentemente date dal Ministro, fino a precludere agli “indesiderati” la possibilità di commentare i post.

L’Agenzia riportava testualmente :  "BARI, 30 SET - ''Non è accertata la colpevolezza, e non è accertata l'innocenza. I processi servono a questo''. Lo scrive lo staff del ministro degli Esteri, Emma Bonino, in risposta ad alcuni commenti che si stanno susseguendo nello spazio aperto ieri su Fb,''per ospitare pareri e commenti sulla vicenda che ha coinvolto i due marò italiani Latorre e Girone'', trattenuti in India da circa 600 giorni con l'accusa di aver ucciso 2 pescatori del posto,scambiandoli per pirati, in una missione al largo di Kerala".

E lo spazio era annunciato sul social network nella pagina del Ministro (https://www.facebook.com/pages/Emma-Bonino/9005388225) “Staff: Questo argomento viene aperto per ospitare pareri e commenti sulla vicenda che ha coinvolto i due marò italiani Latorre e Girone. Non si dubita della buona fede di molti, e quindi sono benvenuti tutti coloro che vorranno lasciare un segno del loro interesse, ma dato che è evidente la malafede di alcuni e la strumentalizzazione del caso (di per sé delicato, anche a causa della squilibrata gestione precedente), che viene fatta a fini politici se non banalmente provocatori, si avverte che ogni intervento che sia contrario alle regole della civile convivenza e del ragionevole dialogo sarà cancellato a discrezione di chi amministra questa pagina. Si apre con le dichiarazioni del viceministro Lapo Pistelli, del 25 settembre, rese a Il Mondo: "Credo che sulla vicenda dei due marò la cosa peggiore sia porre la questione in termini di previsioni sui tempi, previsione che può essere smentita. All'inizio di quest'anno, l'Italia aveva una linea abbastanza incerta su come procedere. Si litigava sul tipo di giurisdizione, si era tentati di chiedere un arbitrato, si offriva un indennizzo ma ogni tanto si faceva la faccia feroce, in altri termini una gestione un po' zigzagante. Ora abbiamo rimesso la questione su un binario di certezza: scelta di una giurisdizione speciale, condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise; nomina di un magistrato che ha tolto al Kerala la questione; avvio di un procedimento convenuto con le autorità indiane, che deve essere equo, in quanto sappiamo qual è la legislazione applicabile, e veloce, il che non vuol dire stabilirli adesso i tempi. All'indomani del giudizio, vi sarà un trattato tra le parti che permette comunque agli eventuali condannati di scontare la loro pena in Italia, nel paese di appartenenza. Siamo costanti e attenti con le autorità indiane e io dico che i due ragazzi torneranno a casa".

Nell’arco di una notte è sparito tutto. I1 ottobre il thread specifico non era più leggibile. Personalmente ho pensato in quel momento ad inconvenienti tecnici, ho anche cercato di sollecitare , ammetto anche con espressioni abbastanza dure nei contenuti, l’interesse dello Staff del Ministro che gestiva la pagina a fornire un chiarimento. Insieme a me migliaia di altri cittadini.

Uno sforzo inutile e tutti aspettiamo ancora una delucidazione sul perché si è deciso di cancellare nell’arco di poco più di 12 ore un’iniziativa annunciata dalla maggiore Agenzia di Stampa italiana ,che sicuramente non aveva inventato la notizia, bensì era stata attivata da fonte ufficiale del MAE.

Immediata la reazione di moltissimi impegnati  nella vicenda dei Marò e semplici cittadini sconcertati per quanto stesse accadendo in una pagina di FB titolata ad una storica esponente del libero pensiero e contro il silenzio di Stato quale è stata per più di 40 anni la Emma Bonino politico accreditato del Partito Radicale.

Prima fra tutti il dott. Alfredo d’Ecclesia che con puntuale precisione ha svolto un prezioso lavoro di analisi e di denuncia di quello che avveniva nella pagina in questione, tutto pubblicato nel web e raggiungibile al link  http://www.fernandotermentini.it/art.htm.

Io stesso scrissi qualcosa a tale riguardo rappresentando quello che giudicai e tuttora ritengo essere un inaccettabile atto censorio nei confronti di chi con la massima educazione e rispetto reciproco desiderava esporre il proprio pensiero anche se dissenzienti (http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/10/il-ministro-bonino-e-la-sua-pagina-su.html).

Ebbene  come poteva essere immaginabile non ci sono state risposte ufficiali, tantomeno chiarimenti ma nella pagina si è continuato a criticare il pensiero non allineato ed a bannare chi tentava di affermare proprie posizioni precise.

Un approccio inaccettabile almeno da chi come chi scrive ha avuto sempre il massimo rispetto dell’altrui pensiero ed è stato sempre aperto ad ogni possibile confronto. Si è quindi deciso di raccogliere una parte di quanto pubblicato nei post riportati nei vari Thread della pagina della Ministro Bonino e pubblicarlo in rete anche in maniera ridondante per dare la possibilità a ciascuno di verificare a confronto le varie posizioni, le censure e le azioni di proscrizione di accesso alla pagina.

Un’ informazione disponibile a tutti, non commentata ma solo pubblicata copia dell’originale, consultabile al  link http://www.fernandotermentini.it/postbonino.htm.

Fernando Termentini, 10 dic. 2013 - ore 15,30

giovedì 5 dicembre 2013

I due Marò : le responsabilità nascoste

Ieri alla Camera 415 presenti hanno votato all’unanimità un Ordine del Giorno sulla necessità che si faccia qualcosa per sbloccare la situazione dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
 
Precise e pungenti le parole dell’Onorevole Cirielli di Fratelli d’Italia sulle possibili responsabilità dirette ed indirette sulla gestione dell’intera vicenda ed in particolare su chi ha deciso la loro terza estradizione in India il 2 marzo u.s. Parole chiare quelle di Cirielli "Ci sono responsabilità gravissime del Ministro Monti, probabilmente del Ministro Di Paola e forse anche del Ministro Passera, che ha avuto, in tutta la vicenda della restituzione vergognosa dei nostri due marò all'India, un ruolo stranamente iperattivo", che lasciano poco spazio ad interpretazioni.

In quei giorni è stato, infatti, palesemente violato il Diritto Internazionale e quello pattizio delegando irreversibilmente all’India il diritto di un giudizio penale nei confronti di due cittadini italiani e rinunciando a portare avanti l’unico atto giuridico possibile,  l’Arbitrato internazionale.

Nello stesso momento è stato commesso un atto contrario alla nostra Costituzione ed al nostro Codice Penale in tema di estradizione. Sono stati infatti consegnati ad un Tribunale speciale indiano due nostri cittadini imputati di un reato che in India è perseguibile con la pena di morte. Un atto totalmente arbitrario anche contro il rispetto di sentenze della Corte Costituzionale che chiaramente nel 1996, nel 2005 ed ancora  il 28 ottobre 2008 ha ribadito i vincoli in tema di estradizione. Una decisione peraltro presa dall’Esecutivo in assenza di un preciso pronunciamento di un Tribunale nazionale giustappunto quanto ribadito dalla Suprema Corte  nell’ottobre del 2008.

Cosa farà il governo italiano si chiede il dott. Alfredo  d’Ecclesia in un suo articolo dai toni giustamente duri (http://alfredodecclesia.blogspot.it/2013/12/schiacciante-voto-allunanimita-sui.html?spref=fb). Insieme a lui, tutti noi attendiamo una risposta ufficiale sui motivi che quel fatidico 22 marzo hanno indotto il Governo in carica a procedere all’esecuzione di  quella che tecnicamente viene chiamata “estradizione passiva” ed accettando di fatto una cooperazione giudiziaria con l’India.

Motivi forse immaginabili ed ascrivibili ad interessi di lobby economiche o peggio ancora per oscurare possibili responsabilità nella gestione iniziale di  in una vicenda che fino dal 15 febbraio 2012 quando è iniziata, ha presentato lati oscuri.

Ricordiamone qualcosa. Accondiscendenza al rientro in acque territoriali indiane ed autorizzazione all’approdo della petroliera italiana Erica Lexie sul porto di Koci, consegna dei due militari alla Polizia di uno Stato Federale e non centrale, mancata rivalsa per le comunicazioni ingannevoli della Guardia Costiera del Kerala in assoluto dispregio del Diritto Marittimo, mancata garanzia di una attività di interpretariato non affidata nella prima fase ad interpreti accreditati presso la nostra Sede diplomatica di Delhi, consegna di armi ed equipaggiamento militare ad uno Stato Terzo, mancato avvio di un Arbitrato Internazionale. 

L’Onorevole Cirielli è stato incisivo nelle Sue affermazioni, noi ci uniamo a lui fiduciosi e nella  speranza che l’iniziativa che si inquadra in un’iniziativa specifica portata avanti dall’Onorevole Elio Vito  Presidente della Commissione Difesa, rappresenti l’inizio di un’incisiva azione parlamentare per risolvere la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e costituisca in prospettiva un indirizzo per atti legislativi inequivocabili che garantiscano i militari in missione in Aree di contingenza.

Fernando Termentini, 5 dic. 2013 -ore 11,15
 
Fonti :