Una
compagine che coagula fanatici religiosi che combattono una jihad complessa.
Non più solo kamikaze pronti solo ad immolarsi in nome di Allah, ma anche e soprattutto gente attenta a programmare strategie di lunga durata sfruttando al massimo le
moderne tecnologie e tecniche di comunicazione.
Metodi che stanno portando
a risultati significativi. Lo Stato Islamico attira adepti in tutto il mondo
occidentale e riscuote ampi consensi che potrebbero rappresentare un pericolo
per la sicurezza internazionale.
Ormai sono centinaia di
migliaia i combattenti della jihad arruolati in Occidente e quotidianamente
arrivano notizie della morte di jihadisti provenienti dall'Europa. Solo negli
ultimi due giorni si dà per certa la morte di almeno quattro occidentali di cui
due provenenti dal Belgio e caduti a Kobane.
Un'attenta
analisi delle notizie pubblicate quotidianamente su Internet, in particolare tratte da testate
e/o siti vicini al mondo arabo, consente di poter affermare che gli addetti
alla comunicazione dell'ISI monitorizzano costantemente ciò che accade in Occidente
e gestiscono un capillare flusso di informazioni.
Moderni “pizzini” dai quali
traspare una particolare attenzione per qualsiasi evento che in qualche modo
può causare instabilità o disordini nel mondo occidentale. Gli attivisti ed
anche i semplici simpatizzanti, ad esempio, osservano e parlano con estrema
competenza dei risultati del referendum in Scozia ed anche a ciò che avviene in
Italia, terra di possibile approdo e
smistamento di cellule eversive mescolate ai flussi di migranti.
Monitorizzano, anche,
manifestazioni come quella degli
Anonymous svolta a Londra giorni orsono, invitando i simpatizzanti a
partecipare, probabilmente con l’intenzione di infiltrarsi nei movimenti di
protesta per creare disordini.
Il
WEB è ormai sommerso da proclami in lingua inglese, diretti agli islamici nati
e cresciuti in Occidente. Parole di propaganda in puro stile islamico ma
efficaci per fare proseliti in una
cultura come quella araba. Frasi come, “per grazia di Allah, gloria a Lui
l'Altissimo, ridisegniamo la mappa del mondo islamico perché diventi un unico
stato sotto la bandiera del Khilafa con il permesso di Allah, gloria a Lui
l'Altissimo”. Ed ancora “per grazia di Allah, gloria a Lui l'Altissimo,
noi stiamo scrivendo una storia pura per
la gente dell'Islam in questo periodo in cui l'oppressione ha regnato e
l'ingiustizia e la corruzione si sono diffuse in tutto il mondo, da oriente e
da occidente”.
Anche
annunci che informano che l’IS si sta allargando e sviluppando nel sub
continente indiano con compagini di mujahideen appartenenti a formazioni di Al
Qaeda. A costoro uno dei portavoce ufficiali,
tale Ustadh Usaamah Mahmoud
indirizza continuamente l'invito:
"Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah".
Una
novità importante e nello stesso tempo preoccupante quello che sta avvenendo
nel Subcontinente indiano. Nei proclami si fa, infatti, un preciso riferimento ad “un ritorno dell'Islam
nei territori dell’India, definita dalla propaganda dell'ISIS come terra di
musulmani fino a quando non fu occupata
dal nemico infedele che l’ha divisa in parti e separata in regioni”. Un’ entità
(AQIS) che è frutto di un lavorio durato per più due anni e probabilmente
sfuggito all'Intelligence occidentale.
Ci
troviamo, quindi, di fronte non ad “improvvisatori dell’azione eversiva” ma a
personaggi in grado di organizzare e gestire una strategia che progressivamente
dilaga in varie aree geografiche, portata avanti anche con il supporto di
personaggi come tale Choudary, riferimento religioso di tanti altri come un
certo Rahaman.
Attivisti che utilizzano i moderni sistemi di
comunicazione ed in particolare Internet per arruolare proseliti e per fornire
informazioni utili a coloro che scelgono di partire per la Siria e Iraq per
combattere la Jihad. . (http://english.alarabiya.net/en/News/world/2014/11/07/Radical-UK-cleric-announces-wish-to-join-ISIS-.html).
Personaggi
sicuramente da non sottovalutare in quanto ferventi sostenitori della sharia
(legge Coranica) e propugnatori del radicalismo islamico, in particolare per
quanto attiene al ruolo delle donne da loro considerate soggetti inferiori che devono essere ridotti in schiavitù
(http://www.youtube.com/watch?v=FSzaPNw_AjY ).
Per
quanto emerge da molte notizie di stampa, si può affermare che attualmente una
fra le più pericolose è la centrale di coordinamento, reclutamento e
pianificazione operativa a Londra (http://www.news.com.au/world/four-men-arrested-for-allegedly-plotting-a-terror-attack-to-kill-queen-elizabeth/story-fndir2ev-1227116658248),
mentre altre Nazioni europee come
Austria, Olanda, Germania, Francia e Svezia vengono utilizzate per la
“triangolare” risorse economiche necessarie alla causa.
In
questo contesto solo un’anomalia appare evidente; lo strano silenzio degli integralisti residenti in Italia. Un silenzio
preoccupante, forse voluto per distogliere l’attenzione da un possibile atto
imminente nel nostro Paese, in particolare approfittando del crescente
malumore sociale delle piazze.
Navigando
sulla rete, infatti, si individuano simpatizzanti dell’ISIS residenti in Italia
collegati fra loro con un network articolato e molto attivo. La
comunicazione mediatica è, comunque, in
evoluzione. L’IS con messaggi
"paralleli" cerca di ottenere consensi ed ha abbandonato la
pubblicazione di immagini cruente, che in qualche modo potevano suscitare
reazioni negative anche nei mussulmani occidentali ed evita di pubblicare
“messaggi sensibili”.
Sono
stati, invece, riaperti link da tempo
abbandonati con antichi personaggi
residenti nei Balcani, forse anche militanti nella guerra in Bosnia, un
fenomeno che dovrebbe essere attentamente monitorato.
Possiamo,
quindi, affermare che l’ISIS non è solo ed unicamente una realtà combattente
come potevano essere le vecchie Brigate di mujahideen operativi in Afghanistan negli anni '80 ed a metà anni
’90 in Bosnia Herzegovina. Piuttosto una struttura che fa riferimento a
potenzialità culturali da non sottovalutare e che stanno dimostrando di saper
programmare ed adeguare in tempo reale la loro politica al mutare della situazione, affidandosi ad un network comunicativo sempre
più strutturato ed impenetrabile.
Quali
possano essere i loro possibili obiettivi per azioni terroristiche nel medio
termine non è semplice prevederlo. Qualsiasi opzione è aperta con modalità
operative che possono spaziare dalla classica autobomba (VBIED), all’ordigno
improvvisato (IED) realizzato anche utilizzando sostante radioattive o chimiche
(NC) e/o kamikaze classici che potrebbero arrivare a sostituire la cintura
esplosiva con virus per trasformarsi in "bombe biologiche".
Anche
i target potrebbero essere di varia natura. Nelle aree del centro Asia e del
Medio Oriente dove è più pressante la presenza del Califfato l’attenzione
terroristica potrebbe essere orientata prioritariamente a colpire gasdotti ed oleodotti per mettere in crisi il
sistema economico mondiale. Altrove pianificata per colpire significative
strutture della civiltà occidentale e del cattolicesimo.
Una
minaccia che non è escluso possa portare ad atti concreti nel breve - medio
periodo. Ipotesi ancora più realistica se venisse confermata la notizia data
ieri : sarebbe stato ucciso o almeno ferito il leader dell'ISIS in seguito ad
un bombardamento aereo degli USA.
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