Fra una settimana i
Sottufficiali della Marina Militare, i Fucilieri di Marina Massimiliano
Latorre e Salvatore
Girone , inizieranno il
loro quarto anno di prigionia in India senza che nei loro confronti sia stato
prodotto un atto di accusa comprovato.
Tre anni trascorsi in ostaggio di Delhi che ha prevaricato e
continua a farlo il più elementare diritto dell’uomo, primo fra
tutti la limitazione della libertà personale senza che ci sia una sanzione di
una Corte di Giustizia.
Un arbitrio accettato dall’Italia,
accondiscendente e remissiva in questi tre anni, pronta a cedere sovranità
nazionale ed a rinunciare alle prerogative che il Diritto Internazionale
concede a tutti gli Stati del mondo.
Fino a qualche settimana fa, seppure
sporadicamente, arrivava qualche notizia sulla vicenda, poi improvvisamente il
silenzio giustificato, sembra, dall’opera silente che dovrebbe essere in corso fra le Intelligence dei due Paesi. Un
omertoso silenzio per non disturbare le parti quasi si stesse trattando lo scambio
di terroristi o malfattori, piuttosto
che pretendere i diritti che tutta la comunità internazionale riconosce
all’Italia.
Un silenzio voluto e ribadito dallo
stesso Presidente del Consiglio e rispettato dall’ex Presidente della
Repubblica Capo delle Forze Armate secondo l’articolo 87 della nostra
Costituzione, che non ha nemmeno salutato i due militari ostaggio dell’India
pur di non rompere la quiete.
Solo il nuovo Presidente, il Prof. Sergio
Mattarella, non ha osservato le consegne
del Premier ed ha ricordato al Parlamento ed all’Italia che il Paese è in
debito verso due suoi concittadini militari in servizio, onorando in tal modo l’alto incarico conferitogli dalla
Costituzione.
Noi, pur nel massimo rispetto del
Senatore Napolitano, preferiamo seguire
la strada tracciata dal Presidente Mattarella e vogliamo ricordare ancora una
volta la serie di omissioni che sono state compiute a danno dei due nostri
militari.
Lo abbiamo fatto ripercorrendo questi tre
anni e sintetizzandone i punti salienti in alcune pagine a disposizione di
chiunque volesse leggerle al link:
ospitate dal blog (http://www.stefanomontanari.net/sito/)
che riporta un significativo pensiero del Leopardi su cui meditare “ Anche
sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perchè ordinariamente sono
sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere
umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi
lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e
potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini
prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in
parole ne sieno salvi”
Pagine nelle
quali si racconta senza commento alcuno, perché ciascuno possa trarne
liberamente le proprie conclusioni, anche coloro che non considerano
“impertinente ed oltraggioso” il comportamento dell’India nei confronti
dell’Italia e di quelli che, invece, fin
dall’inizio hanno gestito la vicenda dando la precedenza ad interessi economici
di lobby e privati.
1 commento:
Mio nonno combatté due guerre mondiali nella allora Regia Marina Militare Italiana e ancora adesso ne ricordo il carattere composto, pacato, puntiglioso, frutto diceva lui dell'educazione ricevuta e coltivata nella sua carriera. Non avrei mai pensato di dover invocare questi tratti genuinamente militari (e non militareschi) come esempio da addurre in un paese ove, ormai, il senso dell'onore viene associato alla mafia e la correttezza ai compiti da prima elementare: se non si riescono più a vedere i doveri correlati alle persone, ma soltanto quelli, sempre più artefatti e poco chiari, legati alla politica e soprattutto all'economia, in una crescente concezione spregiudicata d'entrambe, ebbene viene meno anche il senso dell’essere persone umane. Il trattamento riservato da più di un nostro governo ai due marò italiani in questi anni è stato semplicemente vergognoso e qualsiasi essere umano, viepiù se italiano, a prescindere dalle proprie visioni politiche ed esistenziali, dovrebbe provare questa vergogna come uno spregio ai propri diritti di cittadino e di essere umano. Non possono esistere fazioni di comodo in questa circostanza; qualora i nostri marò fossero anche ed effettivamente responsabili di quanto imputato loro, dovrebbero essere riportati egualmente in patria e qui giudicati da un tribunale nazionale. E' il minimo che si debba loro, giuridicamente e umanamente.
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