Fra meno di una
settimana ricorre il secondo anniversario da quando il 22 marzo 2013 i nostri due marò Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone furono rimandati in India dopo le rassicuranti dichiarazioni
dell’allora Sottosegretario agli Esteri de Mistura sulla non applicazione della
pena di morte nei loro confronti, garantita da un documento dell’Ambasciata
indiana. .
Un’assicurazione,
quella indiana, formalizzata dall’Addetto
d’Affari indiano a Roma, ma non confermata dall’allora Premier indiano Singh e dal Ministro della
Giustizia indiano anche in risposta all’allora Premier Monti. l’Hindustan Times
infatti il 9 aprile 2013 riferiva che “Concerned Italian PM calls up Singh”, al
quale il Premier indiano precisava "……sarebbe prematuro esprimere un
parere su aspetti specifici” (http://www.dnaindia.com/india/1820653/report-italian-pm-calls-up-manmohan-singh-discusses-marines-issue).
Mancata conferma, quindi, dei contenuti
proposti con assoluta certezza dall’allora Sottosegretario de Mistura, come confermava
un successivo articolo pubblicato dal settimanale Panorama il 15 aprile 2013. Nell’articolo,
infatti, veniva spiegato che il rappresentante dell’Ambasciata indiana a Roma
aveva scritto a de Mistura “Secondo una giurisprudenza indiana ampiamente
consolidata, questo caso non ricadrebbe nella categoria di fattispecie che
comportano la pena di morte, cioè i più rari tra i casi rari. Di conseguenza,
non si deve avere alcuna preoccupazione a questo riguardo”, una traduzione del del
testo originale. (ndr : testo originale : “2) According to well settled Indian
jurisprudence this case wouldn’t fall in the category of matters which attract
the death penalty, that is to say the rarest of rare cases. Therefore there
need not be any apprehension in this regard”).
Quanto era stato dato
per certo dal burocrate de Mistura, meritava di essere meditato prima di
rispedire a Delhi i due Fucilieri di Marina, come dovevano essere interpretati tutti i contenuti delle Agenzie Stampa che il
Sottosegretario diramava in occasione degli frequenti viaggi in India. Solo parole,
nessun fatto concreto considerati i risultati ottenuti.
Esiti inconcludenti
stigmatizzati dal noto politologo Edward Luttwak che in un’intervista del 25
aprile 2013 rilasciata al quotidiano Il Giornale definiva fra l’altro il dott.
de Mistura “Un personaggio che non è un esperto ma che ha fatto la sua intera
carriera all'Onu, dove essere totalmente incapace non è certo un ostacolo alla
carriera. È solo un bellimbusto e in India, ma non solo lì, è considerato un
……”.
Ho avuto il piacere di conoscere il
burocrate de Mistura nel 1989 durante l’Operation
Salam voluta dalle NU per insegnare ai rifugiati afgani ad affrontare il
problema delle mine anti persona una volta rientrati nel loro Paese. Figura defilata
pronta però ad emergere se la contingenza del momento era favorevole.
De Mistura dopo
essere stato esonerato dall’incarico dal Premier Renzi, non ha smentito, la sua abilità di tutelare i
propri interessi personali, scaltrezza non confermata però per la soluzione del
problema dei due Fucilieri di Marina. Scarsa perizia diplomatica sottolineata
anche dal dott. Giancarlo Perna che, forse dopo il trentesimo rinvio di udienza
al processo in India, scriveva : "De Mistura e' cosi' associato al
fallimento sui Marò da farci venire il magone ogni volta che lo vediamo. Quando
ho chiesto giudizi su di lui tra diplomatici, militari ecc., la prima reazione
di tutti e' stata una risata."
Ma forse
essere oggetto di scherno è producente se dopo un disastro come quello dei Marò
si viene premiati con l’assegnazione, su
iniziativa del Governo Renzi, ad un fantomatico Istituto per la Pace, finanziato anche dal contribuente
italiano, assegnando all’italo - svedese l'incarico di Inviato dell'Onu per la
Siria.
Ed ora,
proprio sulla scene siriana rivediamo Staffan de Mistura tornare ad inchinarsi
a mani giunte “per salutare” così come aveva fatto in India a partire dalla sua
riverenza davanti alle guardie del carcere di Kollam dove erano detenuti Latorre
e Girone: "debole con i forti e forte con i deboli".
Appena
arrivato a Damasco, fresco del Cavalierato di Gran Croce concessogli da
Napolitano, alla stessa stregua di come aveva fatto in India nel maggio del
2012 quando aveva dichiarato ad una TV indiana che sfortunatamente i due Marò
erano incappati in un tragico errore, si
e' subito esibito nel dichiarare "Assad rappresenta la vera soluzione alla
guerra civile siriana", per poi cimentarsi in acrobazie verbali in cui ha
sempre dimostrato una certa abilità, quando gli è stato fatto notare che
l’azione di Assad aveva provocato 250.000 morti, 1 milione di feriti,13 milioni
di rifugiati e sfollati (65% della intera popolazione siriana).
Ma l'impresa siriana pro Assad di De Mistura
e' lungi dal trovare respiro. Il mandato assolutamente prioritario conferito
all'Inviato Onu in Siria riguarda gli aiuti umanitari. Le Risoluzioni 2139 e
2165 del Consiglio di Sicurezza *impongono* al regime di Assad di acconsentire
senza alcuna possibile riserva al passaggio dei convogli umanitari, senza che
questi debbano essere in alcun modo discussi o autorizzati da Damasco.
Ebbene, cosa
avviene sotto l'abile regia dell'Inviato Onu ? Accade, come riferisce Le Monde
ieri, che negli ultimi mesi (coincidenti con la missione De Mistura ),
il numero di siriani bisognosi di aiuto e' salito da 2,5 milioni a 4,5 milioni,
mentre i siriani “raggiunti dagli aiuti” e crollato da 2,9 a 1,2 milioni. Questo perché
Assad pretende ora,in violazione delle Risoluzioni Onu e senza apparente
obiezione dell'Inviato de Mistura, di lasciar passare esclusivamente i convogli
che fanno comodo alle sue milizie. Su 115 "notifiche" di transiti umanitari,
il regime ne ha bloccate 65, con effetti disastrosi, tutto sotto gli occhi del dott.
de Mistura inviato dall’ONU proprio per pretendere che Assad rispetti le risoluzioni delle NU.
La sua "tecnica" in Siria, somiglia
molto, secondo diversi osservatori, a quella da lui stesso praticata in Iraq,sempre come Inviato Onu, tra
gennaio 2005 e inizio 2006 gestendo a “mani giunte” una situazione esplosiva destinata a diventare sempre più difficile a
partire dalle rivolte del 2006/2007, per arrivare ora allo Stato Islamico.
Diamo ascolto a Lutwak ed a Perna e facciamo
un passo avanti mandando definitivamente il dott. Staffan de Mistura agli “ozi
di Capri”. Sicuramente ne trarrà beneficio la popolazione siriana, ne
guadagnerà l’immagine dell’ONU ed accontenteremo anche lui che come noto è
molto affezionato alla nostra isola.
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