lunedì 5 aprile 2010

Centro Asia - Il cerchio si chiude

Nella tarda mattinata di oggi 5 aprile cinque esplosioni sono avvenute a Peshawar, nel nord est del Pakistan. L’ANSA riferisce che fonti dell’Intelligence locale (ISI) hanno specificato che una di queste esplosioni sarebbe avvenuta vicino al consolato USA e che tutti gli attacchi sono stati accompagnati da vere e proprie azioni tattiche simili a quanto avvenuto a Kabul nel febbraio u.s.. Versione confermata anche dalla emittente pakistana GEO TV che parla di un vero e proprio assalto del consolato americano, contemporaneo ad un altro avvenuto nel Pakistan nord occidentale, nel distretto di Lower Dir, durante una riunione dell'Awami National Party, formazione nazionalista pashtun la stessa da cui provengono i fondatori del movimento dei Talebani. Un’azione che con ogni probabilità coinvolge i Talebani pakistani che fanno parte del “Ttp Group” fondato nel dicembre del 2007 e che ha giurato fedeltà ad Al Qaeda per portare la jihad contro il governo di Islamabad colpevole di sostenere gli Stati Uniti. Episodi terroristici che seguono quanto avvenuto ieri a Bagdad dove i kamikaze hanno attaccato il quartiere di Mansur che ospita molte ambasciate sia occidentali sia islamiche, immediatamente successivi ad una strage effettuata da un gruppo di uomini in un villaggio a sud di Baghdad dove sono state uccise venticinque persone ritenute vicine agli USA, giustiziate con un colpo alla nuca e dopo essere state ammanettate. Una serie di azioni avvenute in paesi differenti ma che seguono le improvvise dichiarazioni di Karzai che ha accusato le Nazioni Unite e gli stessi USA di cercare di influire sui risultati elettorali che per la seconda volta lo hanno portato alla guida del Paese. Affermazioni rese pubbliche successivamente alla rinnovata amicizia con i cugini iraniani e solo dopo cinque giorni la prima visita di Obama in Afghanistan, quando il presidente americano ha sollecitato il governo afgano ad una maggiore impegno per reprimere la corruzione dilagante ed ha auspicato, in previsione della pace, un piano per il reintegro nella società dei soldati talebani. Una serie di episodi terroristici in stretta successione di tempo che si aggiungono agli attacchi alla stazione della metropolitana Lubyanka in Russia effettuati da “vedove di guerra” kamikaze. Terroriste che il ministro degli esteri russo Serguei Lavrov non esclude che siano state addestrate presso campi di Al Qaeda dislocati a ridosso della frontiera fra l’Afghanistan e il Pakistan. Fatti avvenuti nel cuore della capitale russa a due passi dalla sede dei servizi segreti e che si sovrappongono alle dichiarazioni del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad riportate da vari organi di stampa. Costui, riferendosi alle minacce americane di sanzioni dell’occidente nei confronti di Teheran impegnata nell’arricchimento dell’uranio, ha pubblicamente affermato: "non si pensi di poter fermare lo sviluppo della nazione iraniana sulla via del progresso". "Potete agitarvi quanto volete, potete pubblicare dichiarazioni e adottare risoluzioni e più la vostra animosità sarà scoperta, più la nazione iraniana sarà determinata nel voler andare avanti". "Il signor Obama è arrivato con l'annuncio di un cambiamento e noi lo abbiamo accolto con favore - ha affermato Ahmadinejad - Ma cosa è cambiato? Le pressioni sono sempre lì. Le sanzioni sono sempre lì. Le politiche in Iraq e Afghanistan sono sempre le stesse". L’improvvisa impennata di azioni terroristiche avviene, dunque, a ridosso di significativi atti politici che investono tutta l’area del Centro Asia teatro delle vicende belliche dell’ultimo decennio. Le elezioni del 7 marzo scorso in Iraq, vinte con un margine di soli due seggi dall'ex primo ministro Iyad Allawi e contestate dal premier uscente Nour Al Maliki. Karzai che si allontana dall’Occidente con una palese apertura verso l’Iran e che cerca accordi con il Pakistan preoccupato della crescente ingerenza indiana in Afghanistan. Atti terroristici dell’estremismo islamico portati nel cuore della Russia, quasi come una sorta di avvertimento al paese di non avvicinarsi ad Israele che recentemente ha stretto importanti accordi politici ed economici con Putin. La NATO che in Afghanistan si accinge ad attaccare il feudo talebano di Kandahar seguitando ad incidere sugli interessi dei “potenti locali” e dei Signori della Guerra molti dei quali vicini al governo di Kabul. Karzai che apre ai Talebani escludendo dalle trattative di pace l’ISI pakistano, quasi fosse un moderno emulo dell’ex presidente afgano Mohammad Najibullah fatto uccidere nel 1996 proprio dall’ISI, aprendo la strada al potere dei Talebani. L’ISI che non vede di buon occhio le iniziative politiche del presidente afgano vicino ai musulmani osservanti e pronto ad accogliere estremisti islamici talebani in un possibile governo di larga base. L’Iran che si accinge a diventare la terza potenza nucleare del Centro Asia dopo il Pakistan e l’India e nei confronti del quale OBAMA sollecita sanzioni. La firma a Praga del trattatati “Start 2” sul disarmo nucleare sottoscritto da dai due presidenti, Barack Obama e Dmitrij Medvedev. I recentissimi accordi di collaborazione economica sottoscritti da Putin e dal presidente venezuelano Hugo Chavez, primo fra tutti la nascita di una joint-venture per l'estrazione e la raffinazione del petrolio nella cintura dell'Orinoco. Una società mista con Caracas al 60% e Mosca al 40%, si occuperà della costruzione delle infrastrutture necessarie alla produzione di 450 mila barili di greggio pesante al giorno, che sicuramente andrà ad incidere sulla monopolistica gestione islamica delle risorse energetiche. L’improvvisa impennata di attacchi terroristici colpisce direttamente o indirettamente proprio i protagonisti di queste vicende politiche ed induce a supporre che forse è in atto la riorganizzazione di un network internazionale del terrorismo in cui ISI, i servizi segreti russi e quelli iraniani potrebbero giocare in qualche modo un ruolo importante, con risultati assai pericolosi e che potrebbero essere simili agli eventi che hanno portato all’11 settembre, spingendo il mondo nel loop di una guerra infinita.
5 aprile 2010

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