martedì 20 luglio 2010

La Conferenza di Kabul, dichiarazione di intenti o azioni costruttive ?

Oggi, alla Conferenza di Kabul hanno partecipato più di 40 Ministri degli Esteri ed anche il Segretario delle Nazioni Unite. In una città blindata per le recenti minacce dei Talebani segnate da una serie di attentati in tutto il Paese, Karzai ha chiesto alla comunità internazionale di appoggiare ufficialmente un piano di riconciliazione con il coinvolgimento dei Talebani, annunciando, anche, che la sicurezza interna dell’Afghanistan sarà gestita autonomamente dagli afgani a partire dal 2014. L’auspicio del Presidente di coinvolgere i Talebani potrebbe essere anche condivisibile in quanto consentirebbe di capire una volta per tutte ed alla luce del sole cosa vogliono gli insorti per il futuro dell’Afghanistan, un Paese ancora tutto da ricostruire e dove ancora solo il 12% delle abitazioni ubicate nelle principali è raggiunto dall’energia elettrica e nei villaggi la vita è regolat adall aluce del sole. Un auspicio quello di Karzai che ancora una volta viene ufficializzato a ridosso di importanti dichiarazioni del Mullah Omar che, recentemente, ha invece sollecitato i Capi dei Talebani ad azioni più incisive sul piano militare e terroristico. Omar, capo spirituale degli insorti, che vede minacciata la sua Kandahar dall’imminente attacco NATO e che gestisce i suoi editti su Internet nonostante un annuncio a sorpresa, mai confermato, sulla sua cattura da parte dell’ISI pakistano avvenuta 10 giorni orsono a Karachi. La Conferenza si è conclusa con la sottoscrizione di accordi “commerciali e non” con il vicino Pakistan preoccupato sempre di più dell’ingerenza in Afghanistan dell’India. Un “matrimonio” sottoscritto sotto l’occhio attento di Hilary Clinton, mentre l’ISI pakistano cerca di dimostrare che vuole sconfiggere i Talebani, ma non accoglie le richieste di estradizione del Vice di Omar più volte reiterate dal Governo afgano dopo la sua cattura in Pakistan, leader in passato molto compromesso con Islamabad. ISI che sarà sicuramente coinvolto nel momento che prendesse corpo la promessa di Karzai di gestire in proprio la sicurezza interna. Probabilmente i Talebani puntano ad una futura condivisione dei poteri, ma ciò stride con la posizione dell’attuale Presidente notoriamente non considerato sul piano politico e con il fratello sospettato di essere colluso con la mafia della droga gestita dai Signori della Guerra, plenipotenziari afgani che mai potranno essere esclusi nelle decisioni sul futuro del Paese. Forse, dopo Londra un’altra occasione per gettare sabbia negli occhi della comunità internazionale e per garantirsi i consistenti aiuti economici che da anni arrivano a Kabul.
20 luglio 2010

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