Ormai da dieci mesi due nostri
Fucilieri di Marina sono prigionieri in India, trattenuti arbitrariamente e
contro tutte le norme del Diritto Internazionale e della Cnvenzione delle
Nazioni unite sul Diritto del mare (Montego Bay - 1982 ).
In questo periodo solo sporadiche
notizie, flash di Agenzia, apparizioni fugaci di rappresentanti istituzionali
sugli schermi televisivi per raccontarci che tutti sono impegnati per riportare
a casa i nostri militari e tutti sono a loro vicini con il pensiero.
Nessuno spazio televisivo alla
vicenda per informare gli italiani su quanto sta avvenendo, per analizzare
l’accaduto e trasmettere agli ascoltatori una precisa versione dei fatti che permetta
ai cittadini di farsi un’idea precisa sulle vicende di due nostri Fucilieri
della Marina Militare fermati e
trattenuti in uno Stato estero mentre
assolvevano un mandato nazionale sancito dal Parlamento italiano. Colleghi
di altri militari che ogni giorno rischiano la vita in terre lontane per
garantire la sicurezza internazionale ed assicurare l’affermazione della
pace.
Una Televisione Pubblica prodiga
invece in tempi recenti a raccontarci per settimane altre vicende di mare come
l’affondamento della Costa Concordia ed ogni giorno impegnata ad approfondire notizie di gossip o peggio a
disquisire anche in fascia protetta di squallide vicende su delitti ormai
datati.
Nessuno spazio per i due servitori dello Stato nemmeno fossero militari
di un’altra Nazione a vantaggio, invece, di quanto dedicato a semplici turisti
incappati in guai proprio in India per loro scelte comportamentali forse
avventate e quasi contemporaneamente al momento dell’arresto dei due Marò.
Gli italiani sono stanchi di essere
trattati come un popolo interessato solo alle gravidanze di personaggi stranieri
od ai particolari tatuaggi ostentati in Mondovisione da una showgirl profumatamente retribuita dalla RAI e di non
ricevere, invece, dalla Televisione Pubblica informazione e cultura come
peraltro la Legge istitutiva dell’Azienda prevede. Per questo ho scritto la
lettera che riporto di seguito al Direttore Generale della RAI.
Mi risponderà il dott. Gubitosi,
attuerà quanto a Lui possibile perché sia colmata questa carenza ? Non mi illudo
e forse nemmeno credo che avvenga, ma spero di essere smentito !
“Egregio dott. Luigi Gubitosi, ho
letto lo Statuto RAI ed ho preso atto che l’articolo 29.3 comma c), riferito
alle competenze del Direttore Generale, che come a Lei noto recita testualmente
“Assicura in collaborazione con i direttori di rete e di testata la coerenza
della programmazione con le linee e le direttive formulate dal Consiglio di
Amministrazione”. Direttive che sicuramente il CdA emana nel rispetto della
legge 3 maggio 2004 n. 112 sul riassetto della RAI in particolare per quanto
attiene agli articoli 4.5.6 ed all’articolo 17 del Capo IV. Ciò al fine di
tutelare il diritto dei cittadini di essere informati e di esaltare il compito
della Televisione come vettore di cultura ed informazione. Ciò premesso, trovo
doveroso segnalarLe che nonostante da 10 mesi l’Italia abbia due suoi cittadini
prigionieri in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
Sottufficiali del reggimento S.Marco della Marina Militare, fermati mentre
svolgevano le proprie funzioni di sicurezza secondo un preciso mandato ricevuto
dal Parlamento italiano, nessuna trasmissione dell’Azienda pubblica da Lei
diretta ha dedicato alla vicenda momenti di informazione diversi da qualche
sporadico flash di telegiornale, peraltro palcoscenico di ribalta di
rappresentanti istituzionali. Nessun momento di informazione / discussione ed
approfondimento sulla sorte dei nostri concittadini in difficoltà ai quali
quotidianamente ed in qualsiasi ora sono stati preferiti e continuano ad
esserlo argomenti che non è esagerato definire “frivoli” come le notizie di
gossip o proponendo e riproponendo commenti su notizie di cronaca ormai datate.
Un’indicazione questa mia che, fatto salvo ogni mio possibile errore di
interpretazione delle Sue prerogative di Direttore Generale, ha lo scopo di
portarLa a conoscenza di quella che a mio avviso è una carenza dell’azienda RAI
in particolare per quanto attiene al contenuto dell’articolo 17.2.b) della
sopracitata legge. Si ritiene infatti che proporre una vicenda di rilevanza
nazionale in cui sono coinvolti due militari italiani ricada nei concetti di
“……educazione, informazione, formazione….” a cui si riferisce l’articolo 17,
laddove formare significa anche insegnare trattando tematiche importanti come
ritengo sia quella in questione. Fiducioso di aver indotto in Lei motivi di
approfondimento nello specifico, Le porgo cordialissimi saluti. Fernando Termentini”
(mail@fernandotermentini.it).
Roma 6 dicembre 2012
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