Eravamo bambini e per
tranquillizzarci ci venivano proposte storie fantasiose con la partecipazione
di entità reali, uomini, donne ed animali. Le fiabe, racconti inventati ma
credibili dai fanciulli perché narrate da adulti meritevoli della massima
fiducia, i genitori e gli insegnanti.
Una volta cresciuti, le storie
fantasiose di una volta sono maturate in favole, ossia avvenimenti proposti spesso
per offrire speranze ed orizzonti di felicità e giustizia, ma destinati il più
delle volte ad essere rapidamente
sconfessati dalla realtà contingente.
Uno di questi racconti continua
da sedici mesi. E’ rinnovato e riproposto agli italiani da “moderni Esopo”, convinti dell’efficacia della loro
narrazione perché convinti essere destinata ad una moltitudine di ingenui, i
concittadini di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Gente comune che, invece, è stanca di essere considerata “spettatori
creduloni”, pronti a condividere le
trame di una storia che vede protagonisti due loro concittadini, servitori
dello Stato indebitamente tenuti in ostaggio da uno Paese terzo.
Una favola proposta in chiave
moderna alla stessa stregua di una telenovela a puntate in cui i protagonisti
si sono proposti in altalenanti interpretazioni, spaziando dall’approccio
indignato all’accondiscendenza indotta da un timido low profile.
Una lunga storia
che inaspettatamente l’11 marzo è uscita dall'appiattimento di una narrazione
ormai noiosa ed ha risvegliato l’attenzione dei sopiti spettatori. Quel giorno,
uno dei maggiori e più qualificati gestori della trama annunciava, infatti, che
Massimiliano e Salvatore in
quel momento in Italia non sarebbero più rientrati in India. In quella
occasione veniva anche sottolineato che “la divergenza di opinioni tra l’Italia
e l’India sulle questioni della giurisdizione e dell’immunità richiede un
arbitrato internazionale: il ricorso al diritto internazionale o una sentenza
di una corte internazionale ….”.
Improvvisamente, però, come in tutte le favole le favole di effetto, vi è stato il colpo di scena. Dopo solo 11 giorni l’Italia rinuncia ai diritti dichiarati e con
tante scuse, restituisce Massimiliano e Salvatore all ’India.
La telenovela veniva così
rivitalizzata arricchendo la storia infinita di nuovi episodi. Il 28 aprile l’Italia
ha un nuovo Esecutivo, solerte ad informare i cittadini che uno dei problemi di
prioritaria importanza sarebbe stato quello di risolvere il problema dei due
Fucilieri di Marina.
A tale riguardo, l’expertise del
dott. De Mistura, impegnato a risolvere il problema dal febbraio 2012, viene
giustamente esaltata con la nomina dell’ex Funzionario delle Nazioni Unite ad “ inviato speciale presso il governo indiano per la questione
dei due Marò”.
Da questo momento la favola torna ad essere una fiaba connotata
come tutte le leggende non da fatti concreti ma da contesti riconducibili a
grandi capacità di immaginazione. Si passa da capitoli in cui si parla di “soluzione
equa e rapida del caso” a pagine bianche caratterizzate da silenzio assoluto.
Molte le assicurazioni rassicuranti come quella del Ministro
degli Affari Esteri, “Sulla base del diritto internazionale consuetudinario e
pattizio, continuiamo a ritenere che la giurisdizione sui due Fucilieri di
Marina coinvolti nel tragico episodio spetti all’Italia e che essi debbano
essere giudicati dalla magistratura italiana” ed assicura che “…..il dialogo
avviato ha fatto emergere la consapevolezza, anche da parte indiana, di dover
affrontare con maggiore decisione, linearità e speditezza la vicenda, per una
sua soluzione equa e rapida”, non seguite, però, da fatti come l’avvio di un arbitrato
internazionale e non coerenti nella sostanza, nel momento che viene lasciata agli
indiani la prerogativa di indagare e poi giudicare, nonostante non ne abbiano
il diritto.
Un Vice Ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, che parlando a Firenze a
margine del Forum dei giornalisti del Mediterraneo sulla vicenda dei due
Fucilieri di Marina, ci dice che "Nelle ultime settimane questa vicenda e'
stata rimessa correttamente nei binari. Sarebbe poco saggio fare delle
previsioni temporali ma la vicenda è instradata nei binari corretti e presto,
mi sento di dire, si risolverà positivamente". "In questo momento la collaborazione con
le autorità indiane e' ottima”, ha aggiunto Pistelli. “Sono state già
concordate le “regole di ingaggio” per il giudizio che gli indiani si
apprestano a dare sui due fucilieri…,..”.
Informazioni che trasformano il “romanzo noir” in un vero e proprio
“triller”. L’Italia rinuncia ad azioni internazionali in difesa delle proprie
prerogative di Stato sovrano, delega
all’India il diritto di giudicare, concorda regole di ingaggio nemmeno si
dovesse portare avanti un’azione militare. Le puntate della telenovela
continuano.
Gli italiani sono ormai stanchi di ascoltare favole o racconti di fantascienza.
Vogliono, invece, atti concreti che riconsegnino all’Italia la dovuta credibilità
internazionale e, nello stesso tempo, auspicano che a chiunque, civile o
militare, impegnato all’estero per proteggere gli interessi nazionali, sia assicurata la certezza che lo
Stato esiste, pronto a garantire loro un
diritto essenziale, quello dell’immunità funzionale.
Solo così la fiaba si trasformerà in
una narrazione concreta con
protagonisti uomini e non gnomi personaggi di fantasiose vicende ed alla
telenovela potrà essere scritta la parola fine.
1 giugno 2013, ore 11.00
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