domenica 27 ottobre 2013

La situazione per i due Fucilieri di Marina si complica


L’India sta dimostrando di avere una maggiore “sapienza” giuridica rispetto all’Italia ed una maggiore coerenza nell’applicazione delle sue leggi nazionali.

Infatti, mentre in Italia si procede esitanti, Delhi prende posizione e pretende che il proprio Codice Penale sia rispettato, considerato che Roma ha delegato e condiviso la gestione giuridica della vicenda dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. 

Da tempo, infatti, si parla che sarebbe stata accettata la presenza della NIA indiana in Italia per procedere all’interrogatorio degli altri 4 Marò del NMP sulla Lexie il 15 febbraio 2012, giustappunto quanto previsto dalle procedure penali indiane.

Immediata, a tale riguardo, la perplessità di chi scrive che aveva interpretato questa decisione italiana come l’ennesima cessione di sovranità nazionale (http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/10/la-nia-verra-in-italia-per-espletare-le.html). Una proposta indecente italiana, portata avanti e difesa come la più fattibile  dal MAE e dal Commissario Governativo dott Staffan de Mistura insieme ad altre due alternative proposte a Delhi in subordine,  una rogatoria internazionale o un interrogatorio in terreno neutrale, in un altro Stato come gli Emirati Arabi Uniti.

Oggi l’India ci dà un’altra lezione di diritto, e l’ANSA da Delhi comunica :

Maro': stampa; niente missione Nia, problema giurisdizione codice penale indiano non si applica all'estero
   (ANSA) - NEW DELHI, 26 OTT - Una missione della polizia indiana Nia in Italia per interrogare quattro maro' che erano con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sulla Enrica Lexie durante l'incidente in cui morirono due pescatori ''non si puo' fare perche' gli interessati potrebbero sollevare la questione della giurisdizione riguardante il Codice di procedura penale indiano, sostenendo che non puo' applicarsi fuori dall'India''.

Lo sostiene oggi il quotidiano Hindustan Times.
   Nella sua edizione online odierna il giornale pubblica una nota firmata si sostiene che la complicazione e' dovuta al fatto che ''il governo italiano ha chiarito che non autorizzera' i quattro testimoni a comparire in India''.
   La Nia, si dice ancora, voleva inviare un team a Roma per raccogliere le testimonianze dei quattro, ma il ''braccio legale'' del governo (ministero della Giustizia e Procura della Repubblica, ndr.) hanno sollevato i dubbi riguardanti la applicabilita' della giurisdizione sull'interrogatorio in Italia.
   E a questo proposito, si precisa, ''il ministero della Giustizia ha detto al governo che la Nia potrebbe non raccogliere la dichiarazione dei testimoni'' nel suo eventuale viaggio in Italia.
   L'opinione legale, di cui apparentemente il quotidiano e'stato portato a conoscenza, ''giunge a quasi sei mesi da quando la Corte Suprema ha impartito istruzioni alla Nia di istruire il caso, chiedendo inoltre la costituzione di un tribunale speciale operante su base quotidiana.

   ''La decisa posizione italiana - sostiene infine il quotidiano - ha posto i ministeri interessati in difficolta' e funzionari ammettono che il tempo a disposizione della Nia per terminare le indagini e presentare i capi di accusa alla corte speciale si sta esaurendo''.

A questo punto nessun commento. Qualsiasi parola sarebbe pleonastica. Propongo solo la notizia affinché ciascuno interessato alla vicenda tragga le proprie conclusioni .

Solo una personale amara considerazione : dopo aver svenduto per trenta denari i nostri due Fucilieri di Marina, continuiamo ad essere “schiaffeggiati” da uno Stato terzo con il quale abbiamo peraltro “condiviso” alcune scelte gestionali ed a cui abbiamo  delegato il diritto di giudicare nella più assoluta disattenzione del Diritto internazionale, di quello pattizio e forse anche della nostra Costituzione.
 
L’India prosegue per la sua strada per cui è doveroso a questo punto guardare Delhi con il massimo rispetto, l’Italia, invece sta raschiando il fondo in tema di politica internazionale e di gestione della diplomazia.  

Qualcuno prima o poi dovrà renderne conto al Paese.

Fernando Termentini - 27 ottobre 2013, ore 13,00

 

1 commento:

stavolearm ha detto...

Purtroppo sulle nostre spalle pesano lustri di servilismo e sudditanza a tal punto che non abbiamo cognizione di come essere dignitosi. Non abbiamo rispetto di noi stessi e quindi il cittadino italiano e' lasciato a se stesso se ci sono altri interessi di bottega.