La telenovela riprende da dove
non è mai finita con fatti che dimostrano come il dott. de Mistura abbia esagerato e
sottovalutato la controparte, con la sua scelta di portare avanti rapporti con
l’India applicando un approccio “machiavellico”.
Il pragmatismo del “fine
giustifica i mezzi”, infatti, sta dimostrando di far parte della cultura indiana
piuttosto che di quella svedese seppure italianizzata. L’India infatti dopo 24
mesi è ancora vincente rispetto alle
ottimistiche valutazioni del Commissario di Governo e della stessa Ministro
degli Esteri Emma Bonino, silente e riservata nello specifico ma pronta a negare
ai due militari anche il diritto della presunzione di innocenza con le sue note
precisazioni “Non è accertata l’innocenza dei due Marò”.
L’India ancora una volta irride all’Italia
che si aspettava, invece, di ottenere un pronunciamento della Suprema Corte che
escludesse per Latorre e Girone l’applicazione della SUA, legge indiana che
prevede la pena di morte e nello stesso tempo ufficializzasse, dopo due anni, i
capi d’accusa contro i nostri due militari.
Una Corte che per la terza volta
non sancisce ma si esprime in maniera interlocutoria, invitando il Governo a
decidere e rinunciando di fatto a difendere il ruolo di indipendenza della
giustizia indiana come invece fatto molte volte in passato e ribadito in
precedenti occasioni a gennaio ed ad aprile dello scorso anno. Il tutto in un
quadro di situazione locale sempre più difficile sul piano politico, con
l’attuale Governo indiano in affanno nel difendere le sue posizioni all’approssimarsi
delle elezioni per contrastare una crescente e costante crescita della
componente nazionalistica.
Un’Italia
sempre più timida ed esitante rappresentata dal dott. de Mistura che con
nordica determinazione dice agli italiani
che il Governo è pronto a rilevanti e significative ritorsioni nei confronti di Delhi,
informandoci: ANSA - NEW DELHI, 13 GEN -
"Oggi abbiamo preso una iniziativa molto forte e decisa per uscire
dall'impasse in cui e' la situazione dei maro' in India". Lo ha dichiarato
all'ANSA a New Delhi l'inviato del governo Staffan de Mistura, precisando,
senza entrare in particolari, che si tratta di un'iniziativa con "valenza
giuridica e politica".
Un Commissario
di Governo che oggi ci informa, anche, per il tramite di un telegiornale che il
3 febbraio se l’India non deciderà sarà richiesto l’immediato rimpatrio dei due
nostri connazionali. Non ci spiega come però intenda raggiungere il risultato dopo che solo
per una ridicola minaccia di ritorsione nei confronti del nostro Ambasciatore a
Delhi, il 22 marzo 2013 si decise di far rientrare in fretta e furia in India i due Fucilieri di Marina.
Sulla
base dei risultati fino ad ora ottenuti, peraltro, non sembra che le iniziative italiane intimoriscano più di tanto il Subcontinente
indiano che invece è vincitore nei nostri confronti nel momento che ha ottenuto
la restituzione di due cittadini italiani da parte dell’Esecutivo presieduto
dal Senatore Monti. Una decisione, peraltro, presa in assenza di specifica
decretazione di un Tribunale italiano e senza che fossero stati formalizzati
nei confronti dei due militari circostanziati elementi di accusa ad oggi ancora
non noti.
Roma ha
rinunciato, anche, al ricorso ad iniziative internazionali come l’arbitrato in
quanto dichiaratamente preoccupata a non compromettere i rapporti con l’India,
al contrario dell’Olanda nei confronti della Russia che, per fatti attinenti al
diritto del mare, ha avviato il 4
ottobre 2013 un procedimento arbitrale
contro la Federazione russa a norma dell'allegato VII alla Convenzione delle
Nazioni Unite sul diritto del mare (Press
Release, Arbitrators
Appointed in the Arbitral
Proceedings
Instituted
by the Kingdom
of the Nerherlands
Against the Russian
Federation in respect of the Dispute Regarding the Artic Surnise).
L’Italia, invece, preferisce concordare
con l’India regole di ingaggio o
procedure condivise nell’affrontare la vicenda, come ebbe occasione di dirci il
Vice Ministro degli Esteri Pistilli.
Un approccio timido quello della Ministra nei confronti di Bruxelles, mentre in Italia esprime ogni giorno con fermezza nel non accettare critiche gratuite al suo operato, confondendo le disapprovazioni con il diritto democratico di esprimere un dissenso.
A tale
riguardo, Signora Ministro, almeno il mio non è un rimprovero, ma solo l’espressione
del disappunto di un cittadino che non può accettare che si giochi sulla pelle
di due servitori dello Stato per difendere l’interesse primario di lobby
economiche.
La
testimonianza di chi condivide la sua tesi di aver ereditato un problema complesso,
reso tale dalla azzardata decisione di coloro che hanno riconsegnato alle Autorità indiane i due
nostri militari, anche superando vincoli costituzionali di fondamentale
importanza per la garanzia dei Diritti Umani, che per decenni hanno invece
rappresentato uno degli interessi primari della dottoressa Bonino.
Ed
ancora, la sollecitazione alla Signora Ministro perché avvii immediatamente
come ci ha promesso tutte le possibili azioni sul piano internazionale
prima che Delhi confermi o meno di voler contemplare la pena di morte. Un atto
dovuto che anticipi ogni possibile decisione
del Governo indiano, togliendo a costoro una volta per tutte la possibilità di
decidere, come indebitamente concesso con
la restituzione di Latorre e Girone. E’ imperativo, quindi, coinvolgere
immediatamente l’ONU, chiedere l’arbitrato internazionale e ricorrere se del
caso al consiglio Atlantico.
Signor
Ministro, non permetta ancora che l’India rida della pochezza italiana e si
impegni, invece, a riscattare la sovranità nazionale non chiedendo solidarietà
ma pretendendo atti concreti sul piano internazionale. Non dimentichi le famiglie di Massimiliano e Salvatore che da 24
mesi soffrono per come lo Stato dimostra ingratitudine nei confronti dei loro congiunti. Non dimentichi la sofferenza di tutti coloro che
hanno perso figli, mariti e padri caduti in terre lontane perché impegnati a
difendere la Pace e la sicurezza.
Dimentichi,
invece, Signora Ministro almeno per una
volta le Sue diffidenze verso la classe militare. Dimostri di essere un vero
Ministro degli Esteri incaricato per dovere costituzionale a rappresentare nel
mondo tutti i cittadini italiani, anche i militari, ai quali dovrebbe almeno
essere grata per essere stati negli anni garanti del mantenimento della Pace in
molte aree martoriate del mondo. Almeno per questo qualcosa di più incisivo è
dovuto a Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone a prescindere delle parole di
circostanza ormai troppe volte ripetute.
2 commenti:
La ringrazio per i suo commento lucido e autorevole. Sono stati trascurati alcuni aspetti dai quali è scaturito la vera causa dell'arresto dei due Fucilieri: l'intervento del magistrato floppista Woodcoock che ha decapitato la dirigenza della Finmeccanica per una questione di tangenti sul contratto di fornitura dei 12 elicotteri Agusta Westland. In base a questo intervento gli indiani ne approfittano per far saltare la fornitura. Gli USA consentono a chi sottoscrive importanti contratti di Ditte americane la dichiarazione della percentuale che versano per "promuovere il contratto" e che non devono dimostrare fiscalmente il passaggio di denaro concordato. Hanno istituzionalizzato legalmente la tangente, sapendo benissimo che senza questa il contratto non lo portano a casa. L'arresto dei Fucilieri avviene più o meno nello stesso periodo e dopo due anni non hanno ancora dichiarato il capo di incriminazione. Nelle more, un paio di mesi fa, Napolitano in televisione afferma che la Marina Militare Italiana avrebbe la necessità di dotarsi di altri elicotteri per gli interventi di pubblica utilità e di emergenza: forse si riferiva ai 9 elicotteri che ancora non sono consegnati all'India, che non solo non li vuole, ma chiede un forte risarcimento sul contratto da stracciare, più o meno pari al costo dei tre elicotteri già consegnati, ovvero averli a costo zero se l'arbitrato, concesso solo poche settimane fa, ma da svolgersi in India, risulterà, molto probabilmente a loro favore. Non parliamo poi del comportamento infame di un Monti che chiede il ritorno, e lo ottiene, dei due Fucilieri nelle mani indiane senza ancora sapere di che cosa verranno indiziati, preferendo ammorbidire i toni degli indiani, che non sono serviti a niente, anzi peggio incoraggiarli per la nostra debolezza dimostrata.
Cordialmente Ronchi Massimiliano.
Grazie e concordo con la sua analisi in particolare per la decisione di Monti di rimandarli indietro completamente in contrasto con la Costituzione, con due sentenze della Corte Costituzionale e con il diritto pattizio sull'immunità funzionale riconosciuto da tutti gli Stati compresa l'India. Per questo stiamo perseguendo la strada di una denuncia circostanziata al Tribunale dei Ministri . Fernando Termentini
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