mercoledì 7 maggio 2014

Marò : ancora misteri

Credo che allo stato dei fatti non é esagerato né azzardato definire la vicenda dei due Fucilieri di Marina una sciarada senza fine ed indecifrabile. Un enigma che ogni giorno che passa si infittisce di misteri difficilmente interpretabili. Punti oscuri che qualcuno deve chiarire e non possono rimanere tali  tramandandosi  da un Governo all'altro.

Prima il Governo Monti che il 22 marzo 2013 decise di restituire all'India i due Marò delegando  a Delhi l'attività giudiziaria nei loro confronti nel nome di non meglio definiti interessi economici. Poi quello presieduto da Letta perfettamente in linea  con il precedente per quanto attiene alla vicenda specifica confermando la comunanza fra i due di una medesima linea politica e pragmatica. Un’affinità che portò l’Onorevole Letta ad inviare al Senatore Monti il famoso “pizzino” il giorno dell’insediamento in Parlamento da cui era possibile ricavare un messaggio di amicizia  inequivocabile oltre alla disponibilità di un “concorso esterno” nello gestire la “res” pubblica” nel momento che scrisse “Mario, quando vuoi dimmi forme e modi in cui posso esserti utile dall’esterno….”. Infine il governo Renzi, apparentemente in improvvisa fibrillazione  per la vicenda dei Marò ma di fatto, almeno fino ad ora, solo aritmie legate alla campagna elettorale in corso.

Enigmi che hanno origine lontana. La segretazione delle Regole di Ingaggio nemmeno che la loro conoscenza andasse ad incidere sula sicurezza nazionale. L’accettazione  della Marina Militare di imbarcare proprio personale armato su una nave civile senza pretendere che fosse definita un'inequivocabile linea di Comando all'emergenza. Il consenso dato dalla Difesa perché la nave rientrasse sul porto di Koci ed il ruolo avuto da Cincinav in tutta questa delicata e nodale fase della vicenda. Un mistero rimasto tale ma che forse poteva  essere immediatamente chiarito considerando che la sera del 15 febbraio 2012 il Comandante di Cincinav era l'attuale Capo di SM della Difesa, lo stesso che poco dopo la sua nomina in occasione di una cerimonia militare chiese pubblicamente ai politici maggior chiarezza sulla vicenda.
Cincinav avrebbe potuto imporsi all’Armatore ordinando di non invertire rotta verso Kochi, ma evidentemente chi era di servizio quella sera ha deciso di non opporsi e non ha informato i suoi superiori con più elevato potere decisionale. Perché quindi non è stata seguita una procedura normale per qualsiasi struttura gerarchico funzionale come un Comando militare o, invece,  se qualcuno fosse stato informato perché non ci dicono chi è e perché ha deciso di dare un OK forse azzardato? Il Capo Ufficio Operazioni ? Il Capo di SM di Cincinav o lo stesso Comandante ? Nessuno lo ha mai detto il 800 giorni e quello che lascia ancora più perplessi è che nessuno in Parlamento lo abbia mai chiesto ai tre Ministri della Difesa che si sono succeduti nel tempo. Un segreto di Stato anche questo ?
Ma se di mistero vogliamo parlare l’aspetto più strano è il perché la Marina Militare pur in carenza di risorse come l’intero comparto della Difesa si sia fatta carico e continui a farlo, di fornire i Nuclei Armati di Protezione al naviglio commerciale. Per far risparmiare Confitarma a cui un militare costa al massimo 600 Euro al giorno a fronte dei 3000 di un  comune Contractors ? Per agevolare i rapporti mondo civile / Difesa ? Altro mistero a cui nessuno da risposta.

Dove sono finite le registrazioni delle telecamere di bordo della Enrica Lexie a meno che la sera degli eventi l’impianto di sicurezza passiva della nave fosse disattivo ? Chi ha autorizzato il Ministro della Difesa Di Paola a procedere sicuramente oltre alle sue attribuzioni istituzionali concedendo un indennizzo economico agli indiani coinvolti nei fatti. I fondi relativi su quale capitolo di spesa del bilancio dello Stato sono stati imputati e chi ne ha autorizzato la spesa ?

Questi alcuni dei  principali punti oscuri intorno ai quali nel tempo la vicenda si è sempre di più complicata con nuovi enigmi che si sono aggiunti ai vecchi, in un clima di assoluta disinformazione,  quasi si trattasse di difendere ancora una volta il più importante segreto di Stato della nostra storia nazionale.

Ora, improvvisamente un altro punto di domanda si aggiunge agli altri. Ieri l’ANSA comunica da Delhi di essere venuta a conoscenza che fin da aprile  è stata depositata dal proprietario del peschereccio indiano Sant Antony una "transfer petition" delle competenze giudiziarie allo Stato del Kerala, ma nessuno ne ha mai parlato a livello istituzionale anche in occasioni di recenti audizioni parlamentari.

Carenza di informazione da parte di chi invece dovrebbe sapere o sottovalutazione di un punto di estrema importanza in quanto se la richiesta avesse successo andrebbe ad inficiare tutti gli sforzi diplomatici dell’ex Ministro Terzi che, dopo un anno,  era riuscito ad ottenere che il 18 gennaio 2013 la Corte Suprema indiana si pronunciasse sulla non competenza giudiziaria del Kerala.

 Infatti se la “transfer petition” venisse accolta  comprometterebbe pericolosamente il futuro dei due militari e precluderebbe all’Italia la possibilità dell’internazionalizzazione del caso in quanto lo Stato giudicante non avrebbe sovranità internazionale ma solo federale.

Sorprende quindi la totale assenza di reazioni ufficiali alla notizia di un tentato trasferimento delle attribuzioni al Kerala, inaccettabile come è inaccettabile qualsiasi processo in qualsiasi giurisdizione dell'India.

Invece come riferisce oggi l’Italpress  "Renzi chiede il silenzio stampa sui maro' ma continua a immaginarli come due piccoli trofei elettorali. La verità e' che al momento sta riuscendo persino a fare peggio del governo Monti. Provi, fin quanto può, a salvare la faccia. E li riporti a casa per il voto come è accaduto nel febbraio 2013". Lo affermano i deputati M5S delle Commissioni Esteri e Difesa, a poche ore dal question time in cui "chiederemo al governo di spendersi proprio per il rientro dei nostri due maro' in occasione delle elezioni europee". Ed ancora “Il 25 maggio - concludono i parlamentari M5S - vogliamo riaverli in Italia, altrimenti qualcuno, a cominciare dal Ministro degli Esteri, dovrà cominciare a fare un passo indietro, per amor del popolo".

Altro mistero, quindi, l’invocato silenzio stampa su una vicenda che si intende internazionalizzare, un’incongruenza dell’ultima ora che la dice lunga su come si intenda affrontare e gestire la più brutta pagina della storia italiana.

Dovrebbero invece essere inondati i canali informativi perché tutto il mondo dei media concorra a destare l’interesse internazionale sulla vicenda e dare immediatamente avvio all’Arbitrato se non altro per “conquistare” posizioni sul piano giuridico e precludere contromosse indiane come la richiesta della “transfer petition”.

 Un’altra incongruenza  che si aggiunge alle tante altre che si sono succedute in questi 800 giorni,  ma che conferma la nostra convinzione che il 22 marzo 2013 i due Fucilieri di Marina furono svenduti per trenta denari e queste ne sono le logiche conseguenze.

Fernando Termentini, 7 maggio 2014 - ore 11,00

 

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