Prima il Governo Monti che il 22 marzo 2013 decise di restituire
all'India i due Marò delegando a Delhi
l'attività giudiziaria nei loro confronti nel nome di non meglio definiti
interessi economici. Poi quello presieduto da Letta perfettamente in linea con il precedente per quanto attiene alla
vicenda specifica confermando la comunanza fra i due di una medesima linea
politica e pragmatica. Un’affinità che portò l’Onorevole Letta ad inviare al
Senatore Monti il famoso “pizzino” il giorno dell’insediamento in Parlamento da
cui era possibile ricavare un messaggio di amicizia inequivocabile oltre alla disponibilità di un
“concorso esterno” nello gestire la “res” pubblica” nel momento che scrisse
“Mario, quando vuoi dimmi forme e modi in cui posso esserti utile
dall’esterno….”. Infine il governo Renzi, apparentemente in improvvisa fibrillazione per la vicenda dei Marò ma di fatto, almeno
fino ad ora, solo aritmie legate alla campagna elettorale in corso.
Enigmi
che hanno origine lontana. La segretazione delle Regole di Ingaggio nemmeno che
la loro conoscenza andasse ad incidere sula sicurezza nazionale. L’accettazione
della Marina Militare di imbarcare
proprio personale armato su una nave civile senza pretendere che fosse definita
un'inequivocabile linea di Comando all'emergenza. Il consenso dato dalla Difesa
perché la nave rientrasse sul porto di Koci ed il ruolo avuto da Cincinav in
tutta questa delicata e nodale fase della vicenda. Un mistero rimasto tale ma
che forse poteva essere immediatamente
chiarito considerando che la sera del 15 febbraio 2012 il Comandante di
Cincinav era l'attuale Capo di SM della Difesa, lo stesso che poco dopo la sua
nomina in occasione di una cerimonia militare chiese pubblicamente ai politici maggior
chiarezza sulla vicenda.
Cincinav
avrebbe potuto imporsi all’Armatore ordinando di non invertire rotta verso
Kochi, ma evidentemente chi era di servizio quella sera ha deciso di non
opporsi e non ha informato i suoi superiori con più elevato potere decisionale.
Perché quindi non è stata seguita una procedura normale per qualsiasi struttura
gerarchico funzionale come un Comando militare o, invece, se qualcuno fosse stato informato perché non
ci dicono chi è e perché ha deciso di dare un OK forse azzardato? Il Capo
Ufficio Operazioni ? Il Capo di SM di Cincinav o lo stesso Comandante ? Nessuno
lo ha mai detto il 800 giorni e quello che lascia ancora più perplessi è che
nessuno in Parlamento lo abbia mai chiesto ai tre Ministri della Difesa che si
sono succeduti nel tempo. Un segreto di Stato anche questo ?
Ma se di mistero vogliamo parlare l’aspetto più strano è il perché
la Marina Militare
pur in carenza di risorse come l’intero comparto della Difesa si sia fatta
carico e continui a farlo, di fornire i Nuclei Armati di Protezione al naviglio
commerciale. Per far risparmiare Confitarma a cui un militare costa al massimo
600 Euro al giorno a fronte dei 3000 di un
comune Contractors ? Per agevolare i rapporti mondo civile / Difesa ?
Altro mistero a cui nessuno da risposta.
Dove sono finite le registrazioni delle telecamere di bordo della
Enrica Lexie a meno che la sera degli eventi l’impianto di sicurezza passiva
della nave fosse disattivo ? Chi ha autorizzato il Ministro della Difesa Di
Paola a procedere sicuramente oltre alle sue attribuzioni istituzionali concedendo
un indennizzo economico agli indiani coinvolti nei fatti. I fondi relativi su
quale capitolo di spesa del bilancio dello Stato sono stati imputati e chi ne
ha autorizzato la spesa ?
Questi alcuni dei principali
punti oscuri intorno ai quali nel tempo la vicenda si è sempre di più
complicata con nuovi enigmi che si sono aggiunti ai vecchi, in un clima di
assoluta disinformazione, quasi si
trattasse di difendere ancora una volta il più importante segreto di Stato
della nostra storia nazionale.
Ora, improvvisamente un altro punto di
domanda si aggiunge agli altri. Ieri l’ANSA comunica da Delhi di essere venuta
a conoscenza che fin da aprile è stata
depositata dal proprietario del peschereccio indiano Sant Antony una
"transfer petition" delle competenze giudiziarie allo Stato del
Kerala, ma nessuno ne ha mai parlato a livello istituzionale anche in occasioni
di recenti audizioni parlamentari.
Carenza di informazione da parte di chi invece dovrebbe sapere o
sottovalutazione di un punto di estrema importanza in quanto se la richiesta
avesse successo andrebbe ad inficiare tutti gli sforzi diplomatici dell’ex
Ministro Terzi che, dopo un anno, era
riuscito ad ottenere che il 18 gennaio 2013 la Corte Suprema
indiana si pronunciasse sulla non competenza giudiziaria del Kerala.
Sorprende quindi la totale assenza di reazioni ufficiali alla
notizia di un tentato trasferimento delle attribuzioni al Kerala, inaccettabile
come è inaccettabile qualsiasi processo in qualsiasi giurisdizione dell'India.
Invece come
riferisce oggi l’Italpress "Renzi chiede il silenzio stampa sui
maro' ma continua a immaginarli come due piccoli trofei elettorali. La verità
e' che al momento sta riuscendo persino a fare peggio del governo Monti. Provi,
fin quanto può, a salvare la
faccia. E li riporti a casa per il voto come è accaduto nel
febbraio 2013". Lo affermano i deputati M5S delle Commissioni Esteri e Difesa , a poche ore dal
question time in cui "chiederemo al governo di spendersi proprio per il
rientro dei nostri due maro' in occasione delle elezioni europee". Ed
ancora “Il 25 maggio - concludono i parlamentari M5S - vogliamo riaverli in
Italia, altrimenti qualcuno, a cominciare dal Ministro degli Esteri, dovrà
cominciare a fare un passo indietro, per amor del popolo".
Altro mistero, quindi,
l’invocato silenzio stampa su una vicenda che si intende internazionalizzare,
un’incongruenza dell’ultima ora che la dice lunga su come si intenda affrontare
e gestire la più brutta pagina della storia italiana.
Dovrebbero invece essere
inondati i canali informativi perché tutto il mondo dei media concorra a
destare l’interesse internazionale sulla vicenda e dare immediatamente avvio all’Arbitrato se non altro per “conquistare” posizioni sul
piano giuridico e precludere contromosse indiane come la richiesta della
“transfer petition”.
Un’altra incongruenza che si aggiunge alle tante altre che si sono
succedute in questi 800 giorni, ma che conferma
la nostra convinzione che il 22 marzo 2013 i due Fucilieri di Marina furono
svenduti per trenta denari e queste ne sono le logiche conseguenze.
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