Il silenzio
istituzionale e mediatico sulla vicenda
dei due Marò oggi è rotto da un’Agenzia ANSA dall’India che informa:”a
speciale 'petition' mirante a trasferire in Kerala il processo in corso nei
confronti dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e'
stata formalmente registrata presso la Corte Suprema indiana, ma ha poche possibilità di
essere esaminata prima dell'inizio il 12 maggio, delle vacanze estive del
massimo tribunale indiano. La 'Transfer Petition', di cui l'ANSA ha visionato
il testo a fine aprile, e' stata firmata da Freddy John Bosco, proprietario dei
peschereccio St. Antony coinvolto nell'incidente in cui il 15 febbraio 2012
morirono due pescatori, e secondo l'avvocato che la patrocina, Usha Nandini V.,
"mira a portare la causa nel suo luogo naturale, il Kerala".
Il ricorso e'
stato registrato il 25 aprile 2014 con il n.14241/14 e con il titolo
"Freddy vs U.O.I. & ORS".
Dalla stessa
Agenzia viene confermato che fino al 29 giugno i Tribunali indiani rimarranno
chiusi e quindi è lecito dedurre che fino a quella data nessuno si occuperà sul
piano giudiziario dei due nostri Fucilieri di Marina e che presumibilmente
andrà in vacanza anche il MAE indiano e
quindi la quinta nota verbale italiana rimarrà all’ombra in qualche cassetto
dei Palazzi di Nuova Delhi.
Siamo di
fronte allo stesso film a cui abbiamo
assistito fin dall’inizio della vicenda. Forse leggendo un mio modesto pensiero
pubblicato il 6 marzo 2012 sarà più chiara questa mia affermazione (http://fernandotermentini.blogspot.it/2012/03/i-nostri-militari-prigionieri-in-india.html).
In quella
occasione scrissi in maniera sicuramente critica “i nostri militari prigionieri
in India : RABBRIVIDISCO”, oggi non posso che confermare quella mia sensazione
aggravata da un senso di nausea per l’approccio con cui l’Italia affronta la vicenda. Qualcosa
che lascia sgomenti e di cui non si riesce a comprendere le ragioni, nemmeno si
volesse difendere un “segreto di Stato” legato alla vicenda di Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone.
L’agenzia ci
informa, infatti, che la sede di Delhi dell’ANSA sia a conoscenza della
“transfer petition” da aprile. Non risulta che a livello istituzionale italiano
il problema fosse noto o meritevole di particolare attenzione e tale da
suggerire di accelerare i tempi dell’arbitrato. Pur trattandosi, infatti, di un
aspetto rilevante, nulla è emerso
nemmeno dalle audizioni parlamentari dei vari Ministri che si occupano della
vicenda.
Altrettanto fondamentale
per le ricadute di immagine internazionale dell’Italia nel momento che l’organo
giudicante farebbe parte di uno “Stato Federale” che come tale non ha contatti
diplomatici o di altra natura istituzionale con l’Italia, rendendo più
difficile la gestione del problema sul piano bilaterale e per quanto attiene
l’avvio di arbitrati a livello
internazionale.
Tutti tacciano.
Stanno meditando o dilazionando i tempi mutuando l’approccio indiano ?
Aspettiamoci che ci annuncino una “sesta nota verbale” attagliata magari alla
richiesta di “transfer petition” a premessa dell’avvio dell’internazionalizzazione
della vicenda. Probabilmente un modo come un altro per poi poter dire “ora l’arbitrato non è possibile
perchè lo Stato coinvolto è uno Stato Federale e non un’entità con sovranità
nazionale” e non è possibile invocare il riconoscimento del Kerala del diritto
di immunità funzionale.
Mi risponderà
mai qualcuno ?
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