Ieri 3 giugno in occasione di una
Conferenza Stampa organizzata da un Gruppo di italiani che hanno a cuore la
sorte di Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone, è stata preannunciata la
formalizzazione di un esposto alla Procura di Repubblica di Roma con lo scopo
di fare chiarezza sull’intera vicenda che ha coinvolto i due Fucilieri di
Marina.
Cittadini organizzati in un social forum che hanno deciso di attivare
l’interesse della Procura dopo aver preso coscienza che in Italia ormai per
essere informati, per sapere, deve pronunciarsi il magistrato, altrimenti si è destinati solo ad
immaginare in quanto quasi tutti i fatti rilevanti che coinvolgono le
Istituzioni sono coperti da una coltre
impenetrabile di silenzio.
Nella
fattispecie sarà chiesto di fare chiarezza sulle responsabilità iniziali, in
corso d'opera e attuali che vedono ancora i due marò ostaggio di uno Stato terzo a cui l’Italia ha
delegato un’azione giudiziaria indebita.
Dopo più di
due anni non si può più aspettare ed ascoltare solo promesse destinate a
rimanere tali. Non è accettabile, infatti, che, come sta avvenendo, le garanzie dello Stato di Diritto vengano a
mancare e la sovranità nazionale perda giorno dopo giorno credibilità in ambito
internazionale. Si deve pretendere, invece, che ai due militari siano riconosciuti
i diritti che competono loro, primo fra tutti quello dell’immunità funzionale e
che le loro eventuali responsabilità sul piano penale siano accertate dal loro
giudice naturale, un Tribunale italiano.
La verità su
questa brutta storia va resa pubblica e non celata dietro azzardate
interpretazioni di riservatezza che fino ad oggi nulla hanno prodotto se non il
risultato che i due Marò sono lontani dalle loro famiglie da più di 800 giorni
in balia di promesse fino ad ora mai mantenute. Anche il governo Renzi che
aveva indotto una certa fiducia per la soluzione del caso, si sta rivelando
solo fonte di parole a cui non seguono
fatti concreti come l’attuazione di adempimenti
urgenti, primo fra tutti la richiesta di un Arbitrato internazionale.
Un quadro ancora oscuro invece si profila all’orizzonte, rabbuiato
ormai da più di un anno di assoluta assenza di concrete informazioni. Oltre 365
giorni di oscurantismo che si configura come una sorta di censura indiretta che
non può essere accettata in una democrazia moderna ed in uno Stato di diritto.
Qualcuno quel fatidico febbraio 2012 ha dato l'ok perché la Enrica Lexie
rientrasse in acque territoriali indiane ed ormeggiasse nel porto indiano di
Koci. Altri hanno disposto che i due militari tornassero in India dopo un
permesso elettorale che li aveva portati
in Italia, senza tener conto che in quel paese il reato a loro addebitato dalla
giustizia indiana poteva essere punito con la pena di morte.
Ancora nessuno ha avviato la procedura dell'Arbitrato internazionale ed attivato il Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite di fronte al continuo rifiuto di qualsiasi
negoziato da parte dell'India.
Ieri tutto questo é stato esplicitato in occasione della
conferenza stampa a cui hanno partecipato oltre a chi scrive, l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata,
all’epoca Ministro per gli Esteri e che si dimise proprio perché contrario
all’estradizione dei due militari; l'avvocato Luca Biagi che si è fatto carico
di predisporre il ricorso con estrema generosità ed attaccamento alla causa;
l'ingegner Giorgio Prinzi Amministratore insieme al sottoscritto, primo
firmatario dell'esposto, del Gruppo Facebook “Riportiamo a casa i due miliari
prigionieri”.
Importanti e pregne di significato le parole dell'Ambasciatore
Terzi che durante l'incontro ha sottolineato che " il percorso internazionale dell'azione di un
arbitrato obbligatorio è l'unica vera
strada che può risolvere questo caso" ed ha espresso la sua approvazione
per l'iniziativa dichiarando "di essere favorevole alla presentazione
dell'esposto, così come alla proposta portata avanti di istituire una
commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda", precisando: "non
sono tra quelli che pensano che le cortine fumogene giovino alla situazione dei
due militari italiani".
Presenti anche la dottoressa Giuseppina
Marini , l'ing. Norberto Nicolai ed il dott. Edoardo Medini , da sempre
attenti osservatori dei fatti attinenti alla vicenda ed impegnati a mantenere
alta l'attenzione degli italiani e delle istituzioni con attività significative
e pregevoli analisi.
2 commenti:
Sono sempre stato con te ed ancor piu' in questa iniziativa. Non so se potrebbe tornare utile anche rivolgersi ad organizzazioni come change.org, anche per vedere se ci saranno firmatari piu' italiani in patria che all'estero, come me, ed anche stranieri. Ho uno sgradevole presentimento.
riconfermo
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