Il
contagio, sia negli USA e sia in Spagna,
è avvenuto per il tramite di persone infestate in Africa e che a loro volta, prima che
venisse diagnosticata la malattia, sono entrate in contatto con altri
trasmettendo il virus.
L'incubazione
può variare da due a 22 giorni come riferisce l’OMS e non è detto che la
malattia si manifesti subito con i sintomi classici riconducibili
immediatamente all'Ebola. Ne consegue, quindi, che l'ammalato può infettare
inconsapevolmente altri uomini nel momento che la patologia inizia a
conclamarsi anche se in forma lieve, diventando "vettore involontario"
della malanno ed innescando una vera e propria “reazione a catena” difficilmente gestibile.
Approfittando
della situazione contingente, organizzazioni terroristiche come l’ISIS
potrebbero pensare di sfruttarne la potenzialità mortale diffondendo il virus
per scopi terroristici, utilizzando kamikaze portatori della malattia.
Attentatori suicidi che potrebbero aver scelto di sostituire la cintura
esplosiva con l'Ebola.
Persone
con l’agente patogeno incubato pronte, al momento della manifestazione dei
primi sintomi, a diffonderlo
confondendosi con la folla, contaminando
servizi igienici pubblici, frequentando locali chiusi ad elevata frequentazione
come sale cinematografiche, teatri, Centri commerciali e mezzi di trasporto
pubblico. Mine vaganti che
potrebbero anche morire senza essere mai
scoperte, dopo aver contaminato centinaia
di persone che diventerebbero a loro volta vettori inconsapevoli del virus.
Uno
scenario forse impensabile in altri tempi ma sicuramente ipotizzabile in un
momento di elevata tensione internazionale, dove l'atto terroristico estremo
sta diventando l'elemento imperante sulla scena mondiale.
Le
esecuzioni di massa a cui stiamo assistendo, le decapitazioni, le fucilazioni
di donne e bambini solo perchè non mussulmani dovrebbero indurre a non
escludere nessuna minaccia e l'Ebola potrebbe far parte di un fosco scenario
internazionale dominato dal terrorismo. L'ISIS, infatti, potrebbe decidere di passare ad uno scontro
non convenzionale anche utilizzando materiali NBC di cui gli elementi
"N" e "C" sono recuperabili con una certa facilità nei vari
teatri di battaglia e l'Ebola potrebbe rappresentare la valenza "B".
Attentati
biologici attuati con kamikaze "infettati con il virus in
incubazione" da inserire, magari, fra le migliaia di profughi che ogni
giorno traghettano il Mediterraneo. Disperati che come noto appena approdati in
Italia riescono anche a sfuggire ai controlli per disperdersi in tutta Europa.
Un'analisi,
questa, che in prima approssimazione
potrebbe apparire esasperatamente allarmistica, ma che, forse, contiene
elementi di realtà non troppo remoti. E’ difficile esserne certi che una
minaccia del genere possa concretizzarsi ma nel dubbio che possa avvenire credo sia doveroso ed etico non
sottovalutare il pericolo.
Invece
sembra che sia esclusa una eventualità del genere. Il Ministro degli Interni riferisce
in Parlamento che l'Italia è a rischio attentati, l'Intelligence allarma che
fra i profughi possano nascondersi cellule eversive, ma nessuno pensa ad una possibile minaccia
"B" derivata dall'esportazione di Ebola o di qualsiasi altro agente
patogeno. La Ministro della Salute, invece, esclude qualsiasi rischio di
contagio in Italia con affermazioni del tipo “il rischio di importazione dell'infezione in
Italia è assolutamente remoto", precisando che eventuali "rischi
connessi ai flussi migratori irregolari" sono pressoché nulli considerata
la durata dei percorsi che porta i migranti dai propri Paesi di origine
all'Italia.
Dichiarazioni suggerite da una visione settoriale del problema e
che lasciano perplessi nel momento che escludono qualsiasi incognita derivata
da un atto di terrorismo non convenzionale. Forse perchè i responsabili
istituzionali sono ancora radicati a vecchie convinzioni, come: nucleare e solo la bomba atomica, chimico
solo il proiettile caricato con Iprite e biologico solo l'antrace sparso in USA
subito dopo l'11 settembre con plichi postali.
La sottostima del rischio complessivo, invece, si ritiene che non
sia nemmeno giustificata dall'intenzione di non
creare allarmismi inutili. Approccio che la situazione contingente di instabilità
internazionale dovrebbe sconsigliare a favore di ben altro "modus
operandi". Per esempio, mutuare da altri Paesi la gestione di un pericolo così
particolare come quello NBC. In primis Israele che informa la popolazione,
prevede la distribuzione a livello famigliare di maschere anti NBC, prevede in
ogni ospedale zone completamente isolate
dall’esterno e ciclicamente coinvolge i cittadini in esercitazioni di difesa
contro la specifica minaccia.
L'eventualità di un
kamikaze “imbottito di virus” non può, infatti, passare inosservata, ma deve rappresentare uno dei pericoli da
tenere sotto osservazione per essere pronti a contrastarlo.
Primo
fra tutti adeguare il controllo e la gestione dell'accoglienza delle migliaia
di migranti che sbarcano quotidianamente sulle coste italiane, tenendo ben
presente il periodo di incubazione del virus. Organizzare, quindi, dei centri
di raccolta specifici dove tenere in quarantena per 3 settimane i soggetti che potrebbero essere
fonte di contagio.
Un
impegno non semplice da sostenere ma essenziale sia per la salvaguardia della
salute dei cittadini italiani sia per scongiurare un pericolo che ormai potrebbe
appartenere ad uno scenario abbastanza realistico.
Tutto
ciò ancora non avviene e nonostante le assicurazioni sul controllo di eventuali
contagi oggi il Resto del Carlino informa
che a Modena non sono stati
monitorati nemmeno due volontari italiani rientrati dal Congo e che per loro
ammissione hanno operato in un’area dove : "vicino a noi sono morte 167 persone
colpite da Ebola".
Fonte
: resto del Carlino ed articoli pregressi dell’autore
(http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/04/la-febbre-emorragica-potrebbe.html, http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/04/ebola-gli-italiani-hanno-diritto-di.html, http://fernandotermentini.blogspot.it/2014/05/il-rischio-sanitario-accompagna-i.html).
Nessun commento:
Posta un commento