La notizia non può che
rallegrarci essendo una soluzione caldeggiata da più di tre anni da chi scrive
e da tantissimi altri cittadini italiani. Si rimane, però, perplessi di fronte al silenzio del Presidente
del Consiglio che nulla conferma o smentisce circa le informazioni del
quotidiano di Via Solferino, evidentemente ben informato da corsie
preferenziali. Solo un immediato “No Comment” del Ministro Gentiloni che con
un’Agenzia stampa dello stesso 5 maggio si preoccupa di ufficializzare il suo
pensiero :"Non commento, sono indiscrezioni".
Dubbi spontanei che riemergono
dopo che mesi orsono avevamo sperato in
un’azione del genere, dopo le ripetute dichiarazioni dei due Ministri
Pinotti e Mogherini sulla volontà del Governo di ricorrere ad un arbitrato per
ottenere un giudizio da una Corte di Giustizia internazionale. Atto che
peraltro avrebbe consentito con immediatezza - circa 60 giorni secondo
valutazioni di eminenti giuristi italiani - di vedere assegnata la custodia
cautelare dei due Fucilieri ad uno Stato Terzo diverso dall’India, sottraendo i
due e l’Italia al ricatto di Delhi.
Non trova, infatti, una comprensibile motivazione l’altalena
delle dichiarazioni sull’Arbitrato ed il continuo rimandare quando già era
tutto pronto il 18 marzo 2013 ed annunciato ufficialmente dal Governo del
momento per poi essere immediatamente sconfessato dalle decisioni del Premier
che riconsegnò all’India i due Marò (vedasi
sito della Farnesina sotto il titolo comunicato del Governo),
http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130318_maro_comunicato_governo.html,
e come ufficialmente spiegato in una audizione alla Camera dei Deputati da uno
dei massimi esperti italiani di diritto internazionale e del mare, la Professoressa Del
Vecchio. (http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/0204/indag/c0204_stabilizzazione/2015/03/10/indice_stenografico.0004.html.
Perchè si sia atteso tanto,
quindi, non si comprende, come non si riescono a capire i tentennamenti ed i
silenzi di questi mesi nonostante il negativo approccio dell’India alla
vicenda, con i continui rinvii delle udienze della Corte Suprema chiamata a
pronunciarsi su un aspetto di primaria importanza : escludere la NIA dalle
indagini o confermarne la competenza. Decisione che una volta per tutte
potrebbe cancellare o confermare l’applicazione della legge indiana sull’anti
terrorismo (SUA ACT) e, quindi, del rischio che sussista ancora la minaccia della
pena di morte nei confronti dei due nostri militari.
Incertezze continue, quindi, che
inducono a pensare tutto ed il contrario di tutto. Non in ultimo
l’interrogativo che ci si possa trovare di fronte ad uno spot elettorale in
occasione delle prossime regionali per poi venire immediatamente dopo smentito,
non essendo stato, peraltro, fin ad oggi confermato dalle Istituzioni.
Un’ipotesi che non dovrebbe
meravigliare in quanto suggerita da una prassi ormai consolidata dall’attuale
gestione politica; benefit economico
annunciato a ridosso delle elezioni europee, possibile “tesoretto” da destinare
ai meno ambienti all’apertura della campagna elettorale per le elezioni
regionali italiane ed in ultimo uno scomodo decreto sull’adeguamento delle
pensioni nel rispetto di una sentenza della Corte Costituzionale rimandato,
almeno per quanto noto ed a differenza delle precedenti decisioni, ai primi del
prossimo mese.
Nella nebulosità della vicenda,
forse, un unico aspetto è reale e
concreto, quello sintetizzato con il titolo dell’articolo di Taino “Caso Marò,
è fallita la via diplomatica. L’Italia decide di ricorrere all’arbitrato”. Il
Ministro Gentiloni non ha confermato l’Arbitrato ma nemmeno smentito il
“fallimento diplomatico” dell’Italia così come riportato nell’articolo del 5
maggio e, quindi, ogni ipotesi rimane aperta.
Un unico auspicio. Speriamo che in
questo caso non si tratti di ennesimo proclama fra i tanti che in questi anni
hanno caratterizzato la vicenda dei due Fucilieri di Marina e soprattutto
non venga spiegato che se si è atteso
tanto nell’avviare l’arbitrato per le vicende di Finmeccanica.
In sintesi, non un ritardo ma una
vittoria che porterà l’Industria nazionale a tornare a vendere elicotteri all’India, come
annunciato recentemente.
Se così fosse verrebbe,
infatti, confermato quello che ci
diciamo da tre anni : l’Italia ha sacrificato due suoi cittadini in uniforme
per spianare la strada ad interessi meramente economici. Una vergogna nazionale
unica nella storia del Paese !
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