Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS).
Il 26 giugno u.s. i maggiori quotidiani italiani annunciano che l’Italia ha avviato l’Arbitrato internazionale per risolvere la vicenda dei due Fucilieri di Marina Latorre e Girone. Varie le fonti che hanno dato risalto alla decisione del Governo annunciata dalla Farnesina e presa nell’ambito della
Una
provvedimento - peraltro invocato da almeno due anni dalla Società civile ed
anche da parte del Parlamento - che sarebbe stato adottato per l’impossibilità
di pervenire ad una soluzione concordata della controversia.
L’annuncio è stato accompagnato dalla notizia che l’Italia
chiederà immediatamente l’applicazione di misure che consentano la permanenza
di Latorre in Italia e il rientro in Patria di Girone in attesa del giudizio
conseguente all’arbitrato. Un notizia sicuramente aspettata dopo un anno di silenzio
istituzionale giustificato dall’esigenza di lasciare spazio a “manovre
informali affidate alla nostra Intelligence”. Attività che non ha dato
risultati stante i risultati fino ad ora raggiunti e con un unico effetto,
quello di aver perduto tempo a danno dei due nostri militari.
Assicurazioni che, nello stesso tempo hanno, però, immediatamente
indotto qualche perplessità sulle procedure che sarebbero state seguite nell’avviare
“il generico Arbitrato” annunciato e sulla competenza sui contenuti
della Convenzione del mare UNCLOS, del baronetto inglese Sir Daniel Betlehem,
esperto internazionalista scelto dall’ex
Ministro Mogherini,.
Infatti,
se venisse confermata la scelta dello “Arbitrato concordato” si tornerebbe a procedure
di “boniniana memoria” che avevano
portato l’ex Vice Ministro degli Esteri Pistelli ad annunciare una soluzione
del caso condivisa con Delhi. Un’opzione che difficilmente garantirebbe ai due
Marò di rimanere in Italia, adottata lasciando nei cassetti del MAE quella dell’Arbitrato
obbligatorio già avviato nel marzo 2012 ed annunciato dal Governo il 18 di quel
mese (http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130318_maro_comunicato_governo.html).
Un
approccio ancora una volta esitante e compromissorio che rivela tutte le sue
lacune ma presentato dal MAE come una panacea che consentirebbe a Latorre di
continuare la sua convalescenza in Italia ed a Girone di rientrare in Patria in
attesa del verdetto della Corte Internazionale. Di fatto, però, non un rimedio universale, perché procedura
che offrirebbe ancora una volta all’India di giocare “agli indiani” tenendo in
ostaggio i nostri militari.
Infatti,
se andiamo a rileggere i contenuti di UNCLOS e di Diritto internazionale
laddove si parla di arbitrato, solo l’Arbitrato Obbligatorio, da cui l’India
non potrebbe sottrarsi avendo ratificato la Convenzione del mare, garantirebbe
che il Tribunale di Amburgo, entro 60-90 gg, nomini la Corte giudicante ed assegni la custodia dei
due militari ad uno Stato Terzo., diverso dall’India e dall’Italia.
Si
continua invece a percorrere la strada di un compromesso concordato che in tre
anni non ha portato a nulla, L’unico risultato raggiunto ad oggi che la Corte Suprema
indiana ha disposto la sospensione di ogni
procedimento giudiziario riguardante i Fucilieri di Marina Massimiliano
Latorre e Salvatore
Girone , ed il tribunale speciale di New Delhi ha fissato oggi
una nuova udienza al 25 agosto ANSA
1 ° luglio).
Forse sarebbe stato più opportuno che il Premier Renzi
invece di sollecitare sulla vicenda il silenzio dei mezzi di comunicazione e
degli italiani, avesse chiesto quello dei suoi collaboratori, per evitare che
l’infinita telenovela imbastita sulla vicenda dei due Marò non diventasse una
vera e propria farsa !
Nessun commento:
Posta un commento