Domani 4 maggio si apre il sipario sulla 2^ Fase delle
predisposizioni poste in atto per fronteggiare il COVID-19. Un vero giro di boa
che il timoniere Conte ha posto in essere trincerandosi dietro 400 esperti o
pseudo tali di cui dobbiamo fidarci pur senza conoscerne nome e professionalità
di tutti.
Cosa preveda questa seconda fase non è semplice capirlo perché il Governo
ancora non lo ha esplicitato a chiare lettere e domani mattina nella migliore
tradizione italiana prepariamoci ad improvvisare i nostri comportamenti. Un’improvvisazione
dettata più che altro da una serie di intuizioni considerando che i noti DCPM lasciano molto all’interpretazione con
contenuti non sempre semplici da capire ed applicare, peraltro solo “raccontati”
dal Premier, ma mai chiariti.
Sicuramente non possiamo escludere che domani si incorra in sanzioni
amministrative anche rilevanti, che in assenza di norme attuative chiare ed
incontrovertibili dipenderanno dalla decisione interpretativa delle Forze dell’Ordine.
I chiarimenti stentano a venire alla luce, dobbiamo solo aspettare che il
Governo interpreti se stesso ed i gruppi
di esperti rendano inequivocabile l’interpretazione dei DPCM.
Non si può, però, accettare che l’essere sanzionati dipenderà solo dalla
sensibilità di qualcuno causa una normativa confusa pensata da diversi “esperti”
e con un regista – il Premier – timido ed indeciso nelle posizioni da prendere.
Sicuramente in un momento come quello che stiamo vivendo non è facile
gestire la situazione, ma tutto ciò non
può essere un alibi per scavalcare il Parlamento sovrano e disattendere alcuni
punti fermi della Costituzione anche se la particolare situazione sanitaria
rende molto labile il confine tra la tutela della salute e la limitazione delle
libertà individuali. In ogni caso, l’Articolo 2 recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità”, mentre l’Articolo 13 è ancora più esplicito:
“La libertà personale è inviolabile”. L’Articolo 16 poi garantisce ad ogni
cittadino la libertà di circolazione e di soggiorno sul territorio nazionale
che può essere limitata solo con una legge e sicuramente non con un semplice
DCPM.
Occorrerebbe quindi una Legge approvata dopo un confronto
Parlamentare perchè le disposizioni emanate anche per la fase 2 abbiano una valenza giuridica che preveda
efficaci sanzioni se non rispettate.
Domani, dunque, un giro di boa per imboccare una rotta che di
fatto, però, non è diversa nella sostanza a quanto fino ad ora imposto, sempre senza
che il Parlamento possa aver fatto sentire la sua voce, ma solo attraverso
decreti annunciati per televisione, spesso in modo poco chiaro.
Negli altri Paesi europei afflitti dal nostro stesso problema che
hanno preso a modello molte iniziative italiane, come ha raccontato il Premier
Conte, tutto ciò non avviene. In Francìa a breve riapriranno le scuole e voci
politiche di spessore tedesche e francesi evidenziano l’errore di lasciare ogni
decisione ai virologi a svantaggio delle dignità delle persone.
Si apre quindi una nuova Fase con poche differenze rispetto alla
prima e portata avanti con le stesse procedure applicate all’inizio del dramma
che ci coinvolge, disattendendo ancora diritti costituzionali come quello sancito
all’articolo 70 della Carta laddove recita “la funzione legislativa è
esercitata collettivamente dalle Camere”. Un DCPM invece è di fatto un atto amministrativo
che non ha la stessa valenza di una legge.
Ancora una volta, quindi,
dobbiamo essere soggetti alle improvvisazioni del Premier che dall’alto del
pulpito che l’incarico gli concede ci inonda di DCPM con un modus operandi che
rappresenta un precedente pericoloso per la democrazia se diventasse prassi corrente
nella gestione dello Stato.
Roma 3 maggio 2020, 17,15
Gen.Brig.(ris) Dott.
Fernando Termentini
Ftermentini@gmail.com
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