domenica 31 gennaio 2010

Karzai proibisce il nitrato di ammonio.



Karzai proibisce il nitrato di ammonio.
Un provvedimento decisivo per sconfiggere il terrorismo ?

Il 22 gennaio 2010, il Presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai con un decreto legge ha proibito la produzione, la vendita e l’utilizzazione del nitrato di ammonio, fertilizzante di uso comune ma anche importante sostanza chimica per fabbricare esplosivi artigianali. Una decisione dettata dall’esigenza di contrastare la realizzazione di “Improvised Explosive Device - IED” utilizzati sempre più frequentemente per gli attentati terroristici anche con
attivazione a distanza usando sistemi radiocomandati (RCIED).
Una minaccia ormai ricorrente in Afghanistan che coinvolge sia le forze militari della coalizione internazionale della NATO sia la popolazione civile, con un numero sempre crescente di vittime. Nel solo 2009 il 62% delle perdite tra gli effettivi di ISAF e della Coalizione internazionale è stato provocato proprio da attacchi terroristici (fonte www. iCasualties.org), percentuale peraltro ormai attestata su questi valori fin dal 2008. Un pericolo sottolineato anche dal Maggior Generale Michael Flynn, responsabile per l’intelligence di ISAF e delle Forze statunitensi in Afghanistan in occasione di un recente briefing dal titolo “State of Insurgency. Trends, Iintentions and Objectives”. Il Generale ha rappresentato come gli IED/RCIED siano l’arma preferita degli insorti che con i loro attacchi terroristici alla fine di dicembre 2009 hanno provocato circa 6.037 fra morti e feriti. Lo stesso ufficiale ha ricordato che la maggior parte degli IED utilizzati sono artigianali (“homemade”), confezionati anche con nitrato di ammonio mescolato a gasolio, polvere di alluminio e altre sostanze facilmente reperibili sul territorio. Una dichiarazione che induce a riflettere perché non è immediatamente comprensibile il motivo del ricorso ad esplosivi artigianali in un paese come l’Afghanistan dove la disponibilità di materiale esplodente, anche ad elevato potenziale, non ha mai rappresentato un problema. Esplosivo molto più efficace per la preparazione di IED rispetto a quello ottenuto artigianalmente, contenuto nelle mine, negli ordigni bellici non esplosi abbandonati sul terreno (Explosive Remants of the War - ERW) o ancora conservati in ottimo stato nei depositi clandestini utilizzati dai Talebani per gli attacchi contro le forze NATO, ormai realtà di ogni giorno. Nel Paese, inoltre, sono notevolmente incrementate le azioni terroristiche contro i convogli militari NATO con l’impiego di IED sofisticati, gli “explosively formed penetrator (EFP)” in grado di perforare le più moderne corazzature dei veicoli militari della Coalizione occidentale. Dispositivi caratterizzati da una sofisticata tecnologia detonica come descritto nella ricerca CeMISS 2010 “La minaccia degli Improvised Explosive Device (I.E.D.): disamina e possibili vie di contrasto”. (http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/Pubblicazioni/ricerche.htm).
Cariche esplosive sicuramente non artigianali e, comunque, non realizzate utilizzando miscele chimiche a bassa potenzialità come potrebbe essere l’esplosivo ottenuto mescolando nitrato di ammonio, carburanti e polvere di alluminio. Le affermazioni dal Generale Flynn inducono, quindi, a formulare nuove ipotesi sulla minaccia terroristica in Afghanistan che sta trasformandosi evolvendo in forme più complesse. Al pericolo classico rappresentato dalle azioni terroristiche di Al Qaeda effettuate con IED di nuova generazione, probabilmente forniti da Paesi vicini all’organizzazione, si somma un’altra minaccia, quella di attentati eseguiti da organizzazioni insurrezionali legate ai Signori della Guerra ed ai trafficanti di droga che con ogni probabilità ricorrono alla expertise militare di mujaheddin, in passato protagonisti della resistenza afgana contro l’invasore sovietico proprio utilizzando IED artigianali. (Insurrezionalismo e terrorismo il problema del banditismo in Afghanistan, CeMISS 2006,
www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/Pubblicazioni/dettaglio-ricerche.htm?DetailID=7270) . Il provvedimento di Karzai non può essere, quindi, considerato fondamentale per l’eliminazione della minaccia specifica e potrebbe essere stato determinato proprio dall’esigenza di contrastare altre forme di terrorismo emergente voluto da coloro che - da sempre protagonisti della realtà afgana insieme ai loro compagni delle Aree Tribali pakistane - vedono minacciate le loro attività illegali dalla manifestata volontà politica afgana di ripristinare la legalità. Il provvedimento presidenziale, però, dovrebbe essere integrato con urgenza da un’attività di un’intelligence coordinata e più attenta a quanto accade nei territori controllati dai “Signori della Guerra” e dai coltivatori del papavero da oppio, accompagnata da una normativa nazionale che garantisca la gestione controllata del “capitale esplosivistico” disponibile in Afghanistan. In particolare di tutto ciò che potrebbe essere utilizzato come innesco delle cariche esplosive, elemento essenziale perché qualsiasi IED possa funzionare con la massima efficacia, in particolare se realizzato con esplosivi artigianali fabbricati utilizzando sostanze normalmente destinate a scopi civili.

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