domenica 12 febbraio 2012

La neve, l'Esercito e la cattiva informazione

La neve sommerge L'Italia, il paese è di fronte ad una vera e propria calamità naturale e mentre le Istituzioni sono impegnate a soccorrere la popolazione in difficoltà, un manipolo di disinformati disquisiscono in maniera distorta ed artificiosa sugli interventi dell’Esercito e delle Forze Armate chiamate a soccorrere le popolazioni. I militari avrebbero, infatti, anteposto richieste economiche nell’assicurare gli interventi a favore della gente sommersa dalla neve. Cattiva informazione che rasenta una maldicenza che non può essere accettata in quanto offende tutti coloro che in Patria e nei Teatri operativi si sono sempre impegnati e si adoperano a favore degli altri, spesso sacrificando la loro vita. Molti amministratori locali, invece, dimenticando artatamente cosa prevede la contabilità dello Stato e le norme che regolano i concorsi tra le varie Amministrazioni pubbliche, hanno dato in pasto agli organi di informazione notizie distorte e falsate, probabilmente con il fine recondito di gettare le premesse per chiedere successivamente fondi straordinari alle Province. Affermazioni proposte al pubblico da vari organi di informazione senza essere spiegate e che nessuna Prefettura, almeno per quanto noto, ha chiarito né smentito pur essendo l’organo istituzionale deputato a chiedere il concorso con un atto " quasi percettivo". Da quando le Forze Armate esistono, sono sempre intervenute spesso di iniziativa di fronte a pericoli incombenti e comunque immediatamente quando attivate dalle Prefetture che si coordinano con i competenti Comandi Militari. Lo hanno fatto sempre con un minimo di preavviso, applicando procedure consolidate e pianificate prima dell'emergenza per garantire interventi affidabili e con il massimo rapporto di costo / efficacia. Sicuramente senza sottoscrivere contratti preventivi né tantomeno anteponendo richieste economiche. Costi logistici, indennità per il personale, non rappresentano priorità per chi è abituato ad abbandonare il tavolo dove sta cenando con i propri cari per correre in soccorso dei connazionali, in qualsiasi circostanza, sia essa una giornata qualsiasi od un ricorrenza tradizionale o famigliare. Alla stessa stregua di tutti coloro che in circostanze di pericolo operano sul territorio con le Forze Armate, anteponendo gli interessi della collettività a quelli personali. Le Forze dell'Ordine, gli altri Corpi Armati dello Stato, i Vigili del Fuoco, gli operatori di macchine operatrici, tutti i volontari ed i dipendenti pubblici e privati destinati ad impegnarsi per la collettività. Chi ha lamentato di dover sostenere oneri economici per retribuire i militari lo ha fatto in estrema malafede. Non ha chiarito, infatti, il motivo dei costi che non rappresentano la paga di "mercenari" , come qualcuno ha anche lasciato intendere, ma una diaria del tutto simile a quella di un Sindaco o di un funzionario di Prefettura impegnato oltre l'orario di lavoro, in condizioni estreme e fuori dalla sede abituale. Oneri che peraltro sono stabiliti da precisi disposti di legge e regolati nel rispetto di accordi fra i vari Dicasteri e le varie Amministrazioni. A costoro vorrei ricordare che in occasione della tragedia del Vajont, dell'alluvione di Firenze e del Polesine, dei terremoti in Friuli ed in Irpinia, dell'eruzione dell'Etna, della catastrofe di Sarno ed in mille altre situazioni di calamità naturali che hanno colpito il territorio nazionale, i militari sono intervenuti immediatamente, con professionalità ed affidabilità. In molte circostanze, peraltro, le stesse Autorità Locali hanno sentito l’esigenza di affidare ai Comandanti ai vari livelli la gestione ed il coordinamento dei soccorsi al posto di Amministratori locali più preoccupati del ritorno politico piuttosto che dell’efficacia dell’intervento. E’ avvenuto in Friuli, in Irpinia, durante l’eruzione dell’Etna ed in mille altre occasioni forse troppo volte co9nsapevolmente sottaciute da chi doveva invece informare. Uomini con le stellette come quelli che da tre settimane sono impegnati ad agevolare la ricerca dei dispersi della Costa Concordia e che la notte del naufragio della nave sono intervenuti per salvare i naufraghi. Anche per costoro sono previste indennità e rimborsi di costi alle Amministrazioni di appartenenza, ma nessuno, giustamente, ha gridato allo scandalo. Ancora una volta, invece in occasione di un’emergenza, si preferisce scaricare le proprie responsabilità e mascherare le proprie carenze richiamando problemi che non esistono. Una ulteriore dimostrazione di scarso senso dello Stato che sicuramente non ci fa onore. Sarebbe auspicabile, invece, una maggiore riconoscenza per tutti i servitori dello Stato che sono sempre pronti ad impegnarsi per aiutare gli altri, spesso oltre le loro normali attribuzioni. Chi ha il delicato compito di informare ha l’obbligo deontologico di fornire notizie complete proponendo qualsiasi problema ma chiarendone i contenuti e non limitandosi “a lanciare il sasso e nascondere la mano”, parlando o scrivendo ”solo per dire". Alla stessa stregua sarebbe più dignitoso che si avesse rispetto delle persone e delle Istituzioni nel fare facile ironia da avanspettacolo. In particolare chi è convinto di essere l’erede dell’ironia di Petrolini e, modesto menestrello, ironizza sul nulla. Sicuramente nell'emergenza che sta coinvolgendo il Paese l'intervento dei militari è stato chiesto in ritardo rispetto ad eventi simili accaduti nel passato, non perchè si stesse discutendo di costi o retribuzioni, ma, forse, perchè chi doveva decidere ha esitato per errata valutazione. Forse, questo è l’aspetto che potrebbe essere un motivo di approfondimento e discussione, non la sterile polemica su una diaria giornaliera o rimborsi di costo, previsti per legge e non vincolanti l’intervento stesso.

11 febbraio 2012, ore 12.00

2 commenti:

Piero Laporta ha detto...

I rimborsi spese all'esercito per gli inteventi nelle pubbliche calamità non spostano di un'acca le enormi differenze fra la Protezione civile di oggi - dissipatrice e non di meno inadeguata - e quella di ieri, diretta dall'esercito e sempre tempestiva, efficace e risolutiva.
I rimborsi c'erano già allora e arrivavano dallo Stato; se oggi gli enti locali hanno autonomia di spesa più di allora non si vede perché non possa no affrontare questi oneri, peraltro molto modesti.
La verità inconfessabile è che le soluzioni non dispendiose, come l'impiego dell'esercito, e quindi poco esposte alle mazzette non piaccino né agli organi periferici né a quelli centrali dello stato. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti i contrubuenti.

Giovanni Bernardi ha detto...

Concordo appieno con Fernando. Del resto, anche io ho riportato il mio pensiero sulla disinformazione che ha imperversato sul web a proposito dell'impiego dei militari, in particolare sulla uscita poco felice del giullare Enrico Brignano alle Iene (Italia 1). Credo che il miglior modo per rispondere a queste infamie sia quello di continuare a lavorare con professionalità, come le Forze Armate hanno sempre fatto.