martedì 8 ottobre 2013

I due Marò : gli indiani sconfessano l’Italia


Oggi The Hindu in un articolo sulla situazione dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rompe il silenzio mediatico italiano e ci informa su una situazione assolutamente nebulosa e diversa da quanto fino ora reso noto in Italia.

 Il quotidiano indiano informa, infatti  che il Ministero degli Esteri indiano, lunedì scorso, ha smentito che ci siano in corso iniziative delle Istituzioni di Delhi perché si arrivi ad un accordo extra -giudiziale che risolva il caso dei due Fucilieri di Marina italiani, pur confermando che ci sono stati incontri tra funzionari italiani ed indiani che hanno discusso del problema.

 Il Ministro ha altresì sottolineato che il caso è sub judice e l'esito finale dipenderà da ciò che la magistratura deciderà. Un’affermazione in completo contrasto con quanto ci è stato proposto dalle seppur sterili comunicazioni ufficiali.

Una palese divergenza sul piano concettuale fra quanto finora comunicato dal dott. de Mistura,  Commissario di Governo per la vicenda,  in particolare per quanto attiene ad una rapida chiusura del processo che sarebbe dovuto iniziare secondo le Sue valutazioni già a settembre. Qualcosa in contrasto  anche con quanto a suo tempo ci disse l’ex Premier Monti, dopo il rientro improvviso dei due Fucilieri in India.

Una dicotomia ancora più evidente rileggendo alcune dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Pistelli sulle concordate regole di ingaggio con Delhi e  su un approccio condiviso da parte italiana con la gestione indiana della vicenda. Parole dalle quali è lecito desumere che l'Italia si assume in toto la corresponsabilità legale e politica del processo ai due Fucilieri di Marina delegando all’India l’iter giudiziario, affidato ad una Corte Speciale che deciderà riferendosi ad un ordinamento giudiziario che comunque prevede la pena di morte nel quadro della normativa antiterrorismo e delle indagini svolte dalla NIA.

Conclusioni quelle del Vice Ministro che sembra essere condivise dal Ministro Bonino al punto di essere riportate nel testo di presentazione del Thread aperto nella pagina di FB del Ministro (https://www.facebook.com/pages/Emma-Bonino/9005388225 ),  voluto per offrire uno spazio di discussione sulla vicenda e chiuso nell’arco di un giorno forse per i commenti espressi da molti in contrasto con le posizioni ministeriali ma, in ogni caso, per il 99% proposti con gentilezza e correttezza.

Dichiarazioni assolutamente incomprensibili nel momento che l’articolo su The Hindu si conclude informando che “Funzionari del Ministero degli affari esterni indiano hanno anche  detto che il governo non aveva mai contemplato un accordo extra -giudiziale, anche quando l'Italia ha offerto un risarcimento alle famiglie degli uccisi” .

Roma 8 ottobre 2013, ore 14,00

 

 

 

 

 


Il quotidiano indiano informa, infatti  che il Ministero degli Esteri indiano, lunedì scorso, ha smentito che ci siano in corso iniziative delle Istituzioni di Delhi perché si arrivi ad un accordo extra -giudiziale che risolva il caso dei due Fucilieri di Marina italiani, pur confermando che ci sono stati incontri tra funzionari italiani ed indiani che hanno discusso del problema.

Il Ministro ha altresì sottolineato che il caso è sub judice e l'esito finale dipenderà da ciò che la magistratura deciderà. Un’affermazione in completo contrasto con quanto ci è stato proposto dalle seppur sterili comunicazioni ufficiali.

Una palese divergenza sul piano concettuale fra quanto finora comunicato dal dott. de Mistura,  Commissario di Governo per la vicenda,  in particolare per quanto attiene ad una rapida chiusura del processo che sarebbe dovuto iniziare secondo le Sue valutazioni già a settembre. Qualcosa in contrasto  anche con quanto a suo tempo ci disse l’ex Premier Monti, dopo il rientro improvviso dei due Fucilieri in India.

Una dicotomia ancora più evidente rileggendo alcune dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Pistelli sulle concordate regole di ingaggio con Delhi e  su un approccio condiviso da parte italiana con la gestione indiana della vicenda. Parole dalle quali è lecito desumere che l'Italia si assume in toto la corresponsabilità legale e politica del processo ai due Fucilieri di Marina delegando all’India l’iter giudiziario, affidato ad una Corte Speciale che deciderà riferendosi ad un ordinamento giudiziario che comunque prevede la pena di morte nel quadro della normativa antiterrorismo e delle indagini svolte dalla NIA.

Conclusioni quelle del Vice Ministro che sembra essere condivise dal Ministro Bonino al punto di essere riportate nel testo di presentazione del Thread aperto nella pagina di FB del Ministro (https://www.facebook.com/pages/Emma-Bonino/9005388225 ),  voluto per offrire uno spazio di discussione sulla vicenda e chiuso nell’arco di un giorno forse per i commenti espressi da molti in contrasto con le posizioni ministeriali ma, in ogni caso, per il 99% proposti con gentilezza e correttezza.

Dichiarazioni assolutamente incomprensibili nel momento che l’articolo su The Hindu si conclude informando che “Funzionari del Ministero degli affari esterni indiano hanno anche  detto che il governo non aveva mai contemplato un accordo extra -giudiziale, anche quando l'Italia ha offerto un risarcimento alle famiglie degli uccisi” .

Roma 8 ottobre 2013, ore 14,00

 

 

 

 

 

1 commento:

Unknown ha detto...

Generale, mi accusarono di essere contro i due sottuficiali fucilieri del glorioso ed initto Battaglione San Marco nei primissimi giorni della nefasta vicenda. il totale disinteresse,nei loro confronti,delle nostre istituzioni ed il più bieco apecoramento da parte della diplomazia italiana verso il governo indiano non facevano presagire niente di buono. a chi ricrdava che un processo nelle aule di giustizia indiane aveva una sentenza già scritta come previsto dal loro codice penale.mi hanno dato del disfattista e di non volere la soluzione diplomatica della vicenda estromettendomi dai gruppi e facendomi togliere alcune amicizie.sempre al suo fianco in questa battaglia che auspico vincente per la vita di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.