Una notizia riportata da The Times of India che informa che “
Mukul Rohatgi, il legale che rappresenta i marò e l'Italia nei ricorsi
esaminati in questi mesi presso la Corte Suprema dell'India, è il principale
candidato per la carica di Attorney General (Procuratore generale) del nuovo
governo di Narendra Modi.
L’avvocato se
venisse nominato diventerebbe da difensore
il tutore istituzionale degli interessi
dello “Stato indiano contro i due Fucilieri di Marina”, peraltro con una
posizione di vantaggio rispetto a qualsiasi altro Pubblico Ministero conoscendo perfettamente il dossier che
riguarda i due militari.
Un particolare
che potrebbe essere positivo per gli aspetti che riguardano gli elementi a loro
discolpa ma che , come ha anche detto
l’ex Ministro Ambasciatore Terzi all''Adnkronos, "…… si tratta di un professionista istituzionale che
dovrebbe mostrare un atteggiamento imparziale. Si tratta quindi di vedere
l''orientamento del nuovo primo ministro indiano su questa vicenda. E' uno sviluppo
che dovrà essere seguito con grandissima cautela da parte di chi, in Italia, sta seguendo questo dossier".
Aggiunge Terzi, "Teniamo inoltre sempre presente che l'obiettivo di questi
due ultimi anni del governo indiano è stato quello di affermare un''assertività
della politica estera del Paese contraddicendo addirittura dei principi fondamentali
del diritto internazionale, l'India ha
voluto dimostrare che la sua politica estera si colloca al di sopra degli
impegni internazionali dei trattati ratificati. Il continuo attendismo che
l'Italia ha avuto nell''ultimo anno nell'esperire l'azione di arbitrato
obbligatorio ha creato nei mesi passati una situazione sempre più difficile, se
l'avessimo affrontata con maggiore determinazione dopo la decisione scellerata
di rimandare i marò in India, affrontando con rapidità e decisione questa
materia sul piano
internazionale , non ci troveremmo a questo punto".
Il pensiero
dell’Ambasciatore Terzi è assolutamente condivisibile e mette in risalto alcune
incongruità che in questo momento caratterizzano l’azione del Governo nella
vicenda specifica.
La Ministro
degli Esteri che ripete continuamente che è stata avviata l’internazionalizzazione
del caso , quello della Difesa che rivendica l’immunità funzionale dei due
militari, ma, di fatto, nulla si conosce
su quali azioni siano state compiute o siano in itinere perché tutto ciò
avvenga e, in particolare, se sia stato avviato o meno l’arbitrato
internazionale.
Nel frattempo,
Modi con la sua decisione sottrae di fatto la difesa ai due Marò costringendoli ad
individuare un altro collegio difensivo, che non potrà essere immediatamente
operativo dovendo studiare le carte processuali. Un modo come un altro per
allungare ancora una volta i tempi dell’iter processuale in corso.
Una nomina che probabilmente rientra in una strategia programmata
in precedenza da Modi e che conferma sempre di più che l’uomo è più pragmatico
che nazionalista.
Sarebbe, quindi, auspicabile un’esposizione diretta del
Ministro Mogherini e dello stesso Premier Renzi che dovrebbero immediatamente
interfacciarsi con il Presidente indiano senza compromessi, in maniera palese,
abbandonando ogni forma di possibile diplomazia parallela come da qualcuno
ipotizzato.
Piuttosto, attivando immediatamente l’Arbitrato perché a Modi arrivi un messaggio inequivocabile : l’Italia
non è più disposta ad accettare la disattenzione indiana nei confronti degli obblighi
imposti dal Diritto Internazionale e dai
trattati sottoscritti.
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