I convincimenti sicuri sono tre, tutti
importanti. Il primo riguarda il palese link lungo il quale è stato trasmesso dal
Governo Monti e da quello Letta un modus operandi che è arrivato all’Esecutivo
attuale. Non ultimo il richiamo al
silenzio, quasi in analogia alla “secret Diplomacy” invocata dall’ex Ministro
Bonino, con risultati tutti da dimostrare.
La seconda certezza riguarda le
responsabilità ed i motivi per cui il 22 marzo 2013 i due marò sono stati
rimandati in India, il cui accertamento è stato affidato all’analisi della
Magistratura.
Infine, l’assoluta espressione di senso
dello Stato e valenza etica delle dimissioni dell’Ambasciatore Giulio Terzi da Ministro
degli Affari Esteri. Un atto di dignità
personale avvenuto nel momento che l’interessato ha avuto la consapevolezza
che sui diritti di due militari italiani aveva prevalenza l’interesse di lobby
economiche e che i due Marò erano stati svenduti per “trenta denari” .
A fronte di questi riscontri oggettivi
solo perplessità. Prime fa tutte quelle
che emergono da recenti e ripetute dichiarazioni del Ministro della Difesa e di quello degli Affari
Esteri, che potevano indurre a sperare in una rapida e concreta soluzione del
caso, ma che improvvisamente fino ad ora non hanno trovato reale oggettivazione.
Molti i dubbi che sorgono da quanto ci
dice la Ministro
Mogherini e che suscitano spontanee domande nonostante che la
stessa abbia “raccomandato silenzio”, laddove tacere potrebbe significare
togliere al cittadino il diritto di sapere.
Chiedo quindi scusa alla Ministro se vado
ad intaccare le sue “raccomandazioni di silenzio”, ma nella fattispecie non
sono condivisibili e per taluni aspetti inaspettate perché riferite anche ad
aspetti sostanziali come quello di aver
investito risorse dello Stato per coinvolgere esperti internazionalisti
stranieri, anche se in Italia disponiamo di Accademici di chiara fama
competenti nello specifico settore giuridico del Diritto internazionale e del mare.
Una scelta che in assenza di chiarimenti
si è indotti a pensare che forse deriva da
carenze di informazioni in possesso del Ministro sulla realtà del mondo
accademico italiano nello specifico settore, che potrebbero derivare dalle
pregresse esperienze universitarie e professionali della Ministro. Laureata in Scienze
Politiche con una tesi di filosofia politica sul rapporto tra
religione e politica nell’Islam, fatta durante l’Erasmus
a Aix-en-Provence,
in Francia
e con un’esperienza internazionale come responsabile delle Relazioni Internazionali
del PD seguendo dossier relativi all'Iraq, l'Afghanistan,
il processo di pace in Medio Oriente (Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Federica_Mogherini).
Propongo,
quindi, tre semplici quesiti con l’auspicio che pur nel rispetto della
riservatezza invocata, la Ministro mi conceda una risposta come, invece, non avvenuto in occasione di una mia lettera
inviata all’atto del suo insediamento.
- Ministro, un’Agenzia Ansa del
4 luglio riporta alcune sue
testuali dichiarazioni quali, "in questi 5
mesi il Governo ha dato un'impronta un po' diversa" che "punti
al risultato", il ritorno a casa”. Ha anche ricordato che l'Italia ha
dato l'avvio "ad una fase diversa, l'internazionalizzazione" della
vicenda. "Proprio ieri abbiamo lavorato con i giuristi
internazionali" incaricati dal governo, e "nel momento in cui ci
saranno passaggi concreti da comunicare lo faremo,in questa fase stiamo
lavorando".
- Un’altra Agenzia del 3 luglio riporta che lei
abbia dichiarato "E' piu'
utile una parola in meno che in piu'", ha sottolineato il ministro
che peraltro si e' impegnato a riferire "nel momento in cui ci
dovessero essere passaggi in cui e' bene che il Parlamento sia
informato".
- Ci dice ancora ieri che sui maro' "non siamo in una fase di
riflessione ma in una fase operativa che non e' ne' facile ne' breve" ma il "lavoro e'
costantemente in corso e il livello di internazionalizzazione e' avviato
anche se complicato".
Tre semplici domande che se rimarranno tali ogni
illazione o personale convinzione sarà lecita. Un’opinione immediata è quella
che coinvolgere esperti internazionali o chiedere l’impegno di altri Stati per
risolvere la vicenda non rappresenta l’internazionalizzazione del caso, ma l’ennesima
dichiarazione di debolezza della nostra politica estera ed un ulteriore cedimento
di sovranità nazionale, di cui siamo stanchi almeno io e gli altri 387
cittadini italiani che hanno sottoscritto l’esposto presentato per sollecitare
l’interesse del magistrato su fatti non chiari della vicenda, compreso
l’attendismo a cui stiamo assistendo .
1 commento:
Buona sera Generale,forse verrò tacciato di cocciutaggine, ma torno su quello che da ormai due anni scrivo: le lobby commerciali a cui si è riferito per cui sono stati venduti i nostri Sottufficiali Fucilieri di Marina ritengo siano i 12 elicotteri Agusta Westland. Anche nell'incontro avuto con Capuozzo il 9 aprile u.s., si è parlato di questo, ma alla mia domanda "a che punto è l'arbitrato?" non ho avuto risposta. Da nessuna fonte interessata arrivano notizie. Ricordo ancora quello che 8/9 mesi fa, pubblicamente Napolitano affermò che la nostra Marina aveva la necessità di disporre altri elicotteri per impiego umanitario: a buon intenditor suona come rinunciare al contratto di fornitura degli elicotteri all'India e acquistarli dalla Finmeccanica, salvandola economicamente, per fornirli alla nostra Marina Militare. Ma anche da questo buco non si ricava un ragno. Speravo che dopo aver perso la faccia, almeno si usciva dall'impasse arbitrale e non si dava altra opportunità al ricatto indiano ad utilizzare a loro piacimento i nostri militari, come hanno sempre fatto.
Ronchi Massimiliano
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