Il dott. Danilo Taino il 29 agosto ha
proposto su SETTE del Corriere della Sera un’interessante analisi sulla
situazione politica indiana dopo le elezioni di Narenda Modi cercando di
individuare le possibili ricadute
positive o negative che ne potrebbero derivare per la soluzione della vicenda
dei due Marò.
L’autore
ci dice che, “Modi possa avere anche un
certo interesse, non prioritario ma nemmeno
insignificante, a costruire rapporti proficui con Roma, se questa
li cercasse seriamente”, ed aggiunge “la
vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
potrebbe ora diventare un'opportunità per
costruire una relazione seria.”
Informa,
altresì, sulle mosse di Modi nella ristrutturazione della politica estera
indiana da cui emerge tutto il pragmatismo che ha sempre contraddistinto il neo
Presidente Indiano durante la sua lunga militanza politica, che in questo caso
lo porta a guardare con simpatia e prioritariamente Paesi importanti per aprire
rapporti economici significativi. Il pragmatico Modi che Governatore dello
Stato indiano del Gujarat riferendosi
all’eccidio di 1800 cristiani avvenuto a Godhra nel 2002 dichiarò “Non ne ho
mai sentito parlare”, tanto da suscitare la reazione della UE e degli USA che
lo definirono “persona non gradita” .
Dallo scritto del dott
Taino si evince che l’autore considera
la vicenda dei due Marò come un’opportunità di “ un test diplomatico
decisivo…..che difficilmente si risolverà positivamente se Roma la giocherà solo in difesa. Se
riuscirà invece a trovare uno spazio
politico, economico, di affari, culturale nella ridefinizione della politica estera di Modi, creerà basi
solide per risolvere anche il caso di
Girone e Latorre per
via diplomatica. Per ora non lo sta facendo”.
Forse Taino
auspicherebbe una maggiore sottomissione
dell’Italia nei confronti di Delhi perché si sblocchi la situazione dei due nostri
Fucilieri di Marina. Una scelta fatta a suo tempo proprio per cercare di
difendere quelli interessi economici che Taino include fra i futuri obiettivi
italiani in India. Uno stallo forse dovuto al fatto che l’Italia non si è
ancora prostata a sufficienza e perché le nostre Istituzioni non hanno
implorato abbastanza, come sembrerebbe auspicare Taino, magari attraverso
ulteriori note verbali imploranti compromessi o piuttosto nominando avvocati
filo indiani, dopo aver restituito
centinaia di milioni in fideiussioni Agusta.
Un Italia che addirittura
accetta che il Tribunale Speciale
indiano nominato per i due Marò incarichi la NIA - Agenzia di Investigazione Antiterrorismo - di verificare il buon fine
della cauzione versata dall’Italia per garantire ai due Marò di potersi muovere
liberamente, nemmeno fosse una fideiussione riconducibile ad Al Qaeda !
Nel corso di questi 500
giorni, comunque, la genuflessione
italiana non è mai cessata. Un de Mistura sempre a “mani giunte”, l’invio
continuo di Ministri e parlamentari in India per “questuare”
il rispetto del diritto Internazionale e dei diritti umani. Forse in atto anche
una promessa di un impegno italiano perché Delhi sia ammessa nel “club nucleare”,
nonostante che non lo meriti essendo al
mondo uno dei primi proliferatori di bombe atomiche.
Danilo Taino, comunque,
lancia un messaggio coerente alle iniziative portate avanti sulla vicenda dagli
ultimi tre Governi, tutte improntate al "rilancio" dei rapporti
economici con l'India, anche accettando indicibili compromessi sui Marò.
In sintesi, Roma dovrebbe propone
una soluzione flessibile che lasci all’India il diritto di processare senza
fare chiasso i due militari in modo che i giudici indiani siano comprensivi,
con l’auspicio che forse li faranno rientrare in Italia fra un paio di anni, con “danni lievi” in termini di condanna.
Un approccio di sudditanza
quello consigliato, forse perché è invalsa ormai la convinzione che l’Italia è
"Paese figlio di un Dio minore", anche di fronte ad una controparte che dimostra lacune sociali e
culturali di una certa valenza. Il nuovo Presidente Modi, infatti, fra i suoi impegni prioritari ha quello di
convincere i 700 milioni di suoi concittadini Hindu che, a differenza di quanto fanno ora, è opportuno non
“defecare all’aperto” ma usare le latrine per ridurre epidemie,denutrizione
infantile e malattie derivate in primis dalle cattive condizioni igieniche.
Non credo che di fronte a
queste realtà l’Italia si debba sentire subalterna e portare avanti la
soluzione della vicenda dei due Marò a testa bassa. Piuttosto deve sentirsi ancor
più Nazione e pretendere la difesa dei diritti di due suoi cittadini attivando un
coinvolgimento giuridico internazionale che sia incisivo e costruttivo.
Speriamo che la Ministro Mogherini
ciò che non ha ottenuto come Responsabile della politica estera italiana, lo
ottenga ora che è stata nominata Alto Commissario per la politica estera
europea, condizione che forse la potrebbe rendere meno condizionata dai vincoli
imposti dalle lobby affaristiche italiane, le stesse che, il 22 marzo 2012,
indussero l’allora Premier Monti a riconsegnare due militari italiani al
giudizio indebito di uno Stato terzo, nonostante che nei loro confronti non
fosse stata formalizzata alcuna accusa.
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