Da oltre due anni sulla vicenda dei
due Fucilieri di Marina dimenticati in India siamo abituati a sentire ogni
giorno solo parole e promesse senza
constatare mai risultati concreti.
Un'altalena di dichiarazioni
iniziate il 22 marzo 2013 quando Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone furono rimandati improvvisamente in India dopo che al mondo
era stato annunciato che sarebbero rimasti in Italia.
Parole e solo parole dalla frase
di boniniana memoria sulla non certezza
dell'innocenza dei due Marò,
accompagnata dalle dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Pistilli
che proprio in quei giorni parlava di "condivisione con l'India"
della gestione del caso.
Per non parlare degli "assi
nella manica" dell'inviato speciale dott. de Mistura, delle parole del Premier Renzi che all'atto
dell'insediamento dichiarò l'impegno prioritario del Governo per riportare a casa i due Marò e dell'improvviso risveglio
da una sorta di letargo dei Presidenti delle Commissioni Difesa ed Esteri della
Camera e del Senato che dopo mesi di silenzio all’inizio dell’anno scoprivano
improvvisamente il problema dei due Fucilieri di Marina.
Un approccio complessivo alla
vicenda che ormai aveva abituato tutti noi ad essere pronti ad ascoltare tutto
ed il contrario di tutto, ma che mai avremmo immaginato di dover leggere la
frase "Questo evento cambia la situazione", riferita alla grave
malattia che ha improvvisamente colpito Massimiliano Latorre.
Parole del Ministro degli Esteri
Mogherini prossima Alto Rappresentante per la politica estera europea, che
lasciano perplessi e sotto taluni aspetti preoccupano nel momento che la
Responsabile della Farnesina e come tale garante degli italiani
all'estero in particolare se in condizioni difficili, sembra ammette
che l'Italia decida di portare avanti la
via dell'internazionalizzazione e dell'arbitrato di cui si parla dallo 11 marzo 2013, solo dopo che Massimiliano Latorre
sia stato colpito da un grave malanno.
Forse La Ministro voleva dire altro.
Probabilmente sulla scia di una comprensibile emozione per il grave stato di
salute del militare italiano abbia sintetizzato un pensiero ben più complesso,
altrimenti ci sarebbe da pensare che se Latorre non fosse stato colpito da
malattia tutto sarebbe andato avanti senza alcuna differenza da come fino ad
ora gestito da ben tre Governi; attendismo e promesse ma nulla di concreto.
Parole
che, però, seppure legate all’emozione lasciano amaro in bocca. Esse confermano, infatti, la
sensazione da tempo radicata in molti di noi sulla scarsa attenzione istituzionale
nei confronti di due militari dimenticati "in mano ostile".
Forse il Ministro e lo stesso
Premier dovrebbero chiarire alla Nazione che almeno questa volta non si tratta
solo di parole e di dichiarazione di intenti, se non altro per rinnovare i valori
etici propri ad una società evoluta che non vive di solo pane !
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