E' difficile scrivere
ancora della vicenda dei due Fucilieri di Marina dopo 1000 giorni da quando lo Stato li ha ceduti "a mani
ostili" senza pretendere che fossero rispettati i loro diritti. Quasi tre
anni trascorsi da quel 22 marzo 2013 quando sono stati consegnati alla
Giustizia indiana applicando un’estradizione passiva, nonostante che nei loro
confronti non fossero prodotte prove di
accusa.
Ma non può essere
sottaciuto il disagio di assistere ancora ad una "telenovela" portata
avanti all'infinito senza nemmeno variare il copione, piuttosto ripetendo
sempre una trama ormai stucchevole.
Dopo Monti, Ministro degli
Esteri per un mese, si sono succeduti ben tre Ministri, la Bonino, la Mogherini
e, da ieri, Gentiloni. Anche due
Governi, quello Letta e l'attuale presieduto da Renzi.
In un Paese normale ci si
sarebbe aspettati una serie di provvedimenti in successione e secondo una linea
di politica estera caratterizzata da un trend in crescita in termini di
successi. Invece nulla di tutto ciò, il caso è ancora gestito dall'India e
l'unica continuità è quella rappresentata da una serie ininterrotta di parole,
solo parole, come se tutti si riferissero ad un'unica nota di linguaggio
concordata tre anni orsono fra Palazzo
Chigi ed i due Dicasteri della Difesa e degli Esteri.
Non possiamo, quindi,
sottacere gli atti principali di questo
"melodramma" dell'Italia moderna, ricordando le dichiarazioni
ufficiali dei responsabili istituzionali. Uno sforzo per cercare di proporre
una triste realtà che dovrebbe far
pensare.
Settembre 2013 la Ministro Bonino :
"Il Governo Letta ha "ereditato un dossier di grande complessità" sulla vicenda dei
due marò italiani trattenuti in India, Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone."Il nostro impegno è portare a casa i marò" .
Ottobre 2013, ancora la
titolare della Farnesina. "Ma noi non abbiamo tanta credibilità da
spendere all'estero".
"......Confido e sono speranzosa di riuscire, posso dare la
garanzia del nostro impegno massimo".
Poi silenzio assoluto
rotto da richiami ad essere riservati e da considerazioni sulla non innocenza provata
dei due Marò, molto opinabili per un Ministro di uno Stato di diritto .
22 febbraio 2014, il giorno dell'insediamento
dell'attuale Governo, il Premier Renzi lanciava un twitter "Ho appena parlato al telefono
con Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone”. Ed ancora il 25 febbraio alla
Camera il Premier ribadiva "Il governo farà di tutto per "risolvere
rapidamente la vicenda". Con un unico obiettivo: "riportare in Italia
.....i due fucilieri.... ". E poi " ..... "Vanno giudicati in
Italia”.
Dichiarazioni rimaste tali
in quanto ad oggi i risultati ancora non si vedono ed il romanzo continua.
Il 13 marzo la Ministro
della Difesa Onorevole Pinotti da Delhi ci spiegava che "il motivo di
questa visita era soprattutto incontrare e parlare direttamente con
Massimiliano e
Salvatore" e
che "c'e' una linea univoca del
Governo, concordata con il Presidente del Consiglio", anche "se io e
il Ministro degli Esteri Mogherini siamo quelli che più da vicino la
seguiamo".
Il 16 marzo 2013 sempre la
titolare della Difesa in un'intervista a Sky TG24 ammetteva che "di errori ne sono stati fatti tanti,
dalle regole di ingaggio, alla mancanza di una chiara strategia….”."I
nostri militari non possono essere giudicati in India, perchè questo metterebbe
a repentaglio tutto lo status dei militari italiani che partecipano a missioni.
Per questo noi vogliamo internazionalizzare questa vicenda".
Una posizione condivisa dalla Ministro degli
Esteri On. Mogherini che il 25 marzo dichiarava dopo aver incontrato il proprio
omologo indiano, "Abbiamo ribadito
la nostra determinazione ad esplorare tutte le azioni politiche e legali per
vedere riconosciuti i nostri diritti ad esercitare la giurisdizione sul caso
maro'". "La giurisdizione deve essere italiana, non riconosciamo
quella indiana. In caso di conflitto la strada è quella
dell'internazionalizzazione".
Concetto ribadito dopo 2
giorni, il 18 marzo, quando la titolare
della Farnesina informava le Commissioni Esteri della Camera e del Senato che
sul caso marò "abbiamo mandato l'ultima nota verbale la settima
scorsa" a New Delhi, "il prossimo passaggio può essere l'avvio di un
arbitrato internazionale: ne discuteremo con loro e con i loro avvocati".
Precisava inoltre, "Il
raccordo dei Ministeri degli Esteri e della Difesa con la Presidenza del
Consiglio, strumento essenziale per affrontare in modo più coordinato e più
unito di quanto fatto in passato". Aggiungeva "avere una voce unica:
la forza del nostro messaggio è nell'univocità del messaggio che facciamo
arrivare a Delhi".
Il 24 aprile l'On.
Pinotti, infatti, affermava, "Siamo
usciti dall'alveo bilaterale, per innalzare il contenzioso a livello internazionale:
siamo ancora aperti a discutere con gli indiani", ma "non abbiamo altra via che ricorrere
all'arbitrato internazionale". Ed ancora, "Non accettiamo un processo
indiano di cui non riconosciamo la validità". Parole non seguite da atti
concreti.
Il 29 aprile il Premier Renzi in una
trasmissione pubblica: "chiedo rispetto per l'Italia, per due persone
sotto accusa ma non considerate colpevoli da nessuno". C''e'' un luogo, il
tribunale naturale, nel quale devono essere giudicati i Maro''. Non c''e''
altra strada all''internazionalizzazione della vicenda…..la detenzione in India
è inaccettabile".
Il 5 giugno a
Radio Anch'io sempre la Ministro della Difesa ricordava che il governo
"ha intrapreso la strada dell'arbitrato che ha tempi tecnici che si stanno
concludendo"."Oggi siamo
nell'ultima fase prima del momento vero e proprio in cui parte l'arbitrato, ………
proveremo a trovare un'intesa con il
nuovo governo sul punto che non devono essere giudicati in India, altrimenti
siamo pronti a partire con l'arbitrato. Non c'è nessun rallentamento".
Il triller non si
esaurisce e le parole rimangono tali. La conclusione è sempre più lontana e si
passa alla fase riservata, quella della "secret diplomacy", applicata
un anno prima dalla Ministro Bonino ed il romanzo continua quando ieri, 2
novembre, nel corso di un'intervista informa,
"Aperta interlocuzione con governo indiano, speriamo porti ottimi frutti''
. Ed ancora "Stiamo lavorando con
molta attenzione e con riservatezza: il caso marò è una questione di cui non è
importante parlare ma su cui è importante lavorare". " Siamo
consapevoli che c''è una scadenza, che è quella di gennaio, e non ce ne dimentichiamo".
Dichiarazioni di auspicio
che si aggiungono alle parole del neo Ministro degli Esteri, On. Gentiloni che dichiara poco dopo
l’investitura sulle "prime telefonate" che ha fatto "sono state
a Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone", perche' il
"dossier" è prioritario anche per il neo titolare della Farnesina
resta il destino dei due Maro". Frasi già pronunciate il 22 febbraio scorso
dal Premier Renzi ed ancora prima all'insediamento del Governo Letta.
Il Ministro è al MAE da
soli 2 giorni, non si può pretendere che abbia la bacchetta magica e risolva
immediatamente un problema che si trascina da 1000 giorni. Annunciarsi però
allo stesso modo di due suoi predecessori lascia perplessi ed induce a pensare
che forse la "telenovela" continuerà ancora per molto.
Ci si augura solo che l’On.
Gentiloni non dimentichi l’importanza degli atti della Diplomazia attraverso i
quali uno Stato afferma la sua valenza
in ambito internazionale e ricordi che negli ultimi 20 anni uno dei punti di
forza dell'Italia è rappresentato dalla fiducia che si è guadagnata nelle
missioni militari internazionali di Peace Keeping.
Non difendere, quindi, i diritti dei propri militari impiegati in
missioni internazionali - ed i Marò lo erano nel quadro del contrasto alla
pirateria svolto sotto egida ONU - rappresenterebbe una sconfitta della Diplomazia
italiana che non può arrendersi e rinunciare a
quanto a fatica è stato guadagnato in termini di visibilità e
sacrificando decine di vite umane.
Ministro, non si limiti, quindi, a telefonare
dimostrando solo l’umana vicinanza ai nostri militari, ma abbandoni la
strategia delle parole e metta fine a questa telenovela infinita.
Fonti : Agenzie stampa
ANSA, AGI, ADNKRONOS, TMNnews
1 commento:
Concordo in pieno.stavo giusto per scrivere anch'io un analogo articolo.Una tragica telenovela fatta da comparse che non sentono il problema e non hanno la forza per risolverlo.
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