Fra due giorni ricorre il secondo anniversario del più terribile
tradimento che una Nazione abbia mai fatto nei confronti di propri cittadini con
lo status di militari. Mi riferisco a
quel 22 marzo 2013 quando improvvisamente l’ex Premier MONTI decise di
rimandare Massimiliano
Latorre e Salvatore in India, consigliato forse da chi
intendeva difendere lobby economiche impegnate “a trafficare” con Delhi e da
chi sperava di guadagnarsi un futuro di tutto rispetto al termine del mandato
istituzionale.
Un vero e proprio voltafaccia dopo che l’11 ed il 18 marzo dello
stesso anno era stato annunciato che Latorre e Girone sarebbero rimasti in Italia. Un
inganno intorno al quale ruotano interessi non chiari come lecito pensare dopo
aver seguito fin dal primo giorno i fatti. Aspetto rilevante dell’intera
vicenda che ci ripropone con sagacia giuridica e di scrittore l’avvocato Mauro Mellini con
l’articolo “ I MARO’ IN OSTAGGIO. PER CHI ?” (www.giustiziagiusta.info).
Non è azzardato affermare che siamo di fronte ad una sceneggiata concordata fra Italia ed India
che ruota sulla sorte di due nostri militari lasciati dallo Stato allo
sbaraglio ed in balia di una giustizia indiana che senza motivazioni e senza
aver ancora prodotto prove di colpevolezza, continua a rinviare il processo nei
confronti di Massimiliano e
Salvatore, “rimandato da Erode a Pilato” come stigmatizza
efficacemente nel suo articolo il Mellini.
Una situazione che trova origine, come ben ci ricorda Mellini, “
proprio perché il Governo Monti non dette seguito a quella “operazione di trattenimento”,
messa a punto dall’allora Ministro degli Esteri Terzi di Sant’Agata e disfatta,
dopo che era stata annunziata “urbi et orbi” con un comunicato ampiamente
motivato rimesso a tutte le rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo”.
Da quel momento le parole hanno preso il posto dei fatti.
Dichiarazioni seppure sporadiche di un Presidente
della Repubblica, di tre Presidenti del Consiglio e di ben quattro Ministri
degli Esteri e di vari Sottosegretari del MAE, impegnati solo a raccomandare silenzio e
riservatezza.
Sollecitazione assolutamente accettata da quasi tutti i media
italiani, pronti a suonare le trombe quando si doveva annunciare che si era
deciso a ricorrere ad un arbitrato internazionale di fatto mai formalizzato,
per ritornare poi nell’assoluto silenzio.
E nel frattempo sono passati tre anni dagli eventi e due da quando 18 marzo 2013 il Governo
annunciò che si sarebbe ricorsi all’arbitrato internazionale (http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130318_maro_comunicato_governo.html),
per poi invece tradire le aspettative
dei due Fucilieri di Marina e dei loro famigliari.
Da quel momento solo ciance intese come promesse annunciate e non
mantenute, concluse giorni orsono con l’annuncio del “ricorso all’O.N.U.
dell’Italia”. Un’informazione di fatto non attendibile divulgata attraverso il
risveglio improvviso di giornalisti delle più autorevoli Agenzie.
Il Ministro Gentiloni, in realtà, come ben precisa l’Avv. Mellini
nel suo lavoro, “aveva dichiarato di
aver parlato dei Marò al Segretario dell’O.N.U. pregandolo di prendere in
considerazione la possibilità di un’azione dell’Italia “grandemente interessata alla questione, per ottenere un intervento (un altro..!!) dell’O.N.U.” di “esaminare l
possibilità di tale intervento”, confermando il suo stile diplomatico già
espressa in altre occasioni : affidarsi
all’aiuto ed alla benevolenza di qualcuno.
A questo punto, proprio in occasione della ricorrenza del
voltafaccia dello Stato nei confronti dei due militari, è evidente che si sta
consumando qualcosa di indecente ed insieme a Mauro tutti noi ci domandiamo “Ma
che cosa c’è dietro?”.
Oramai Latorre e Girone sono degli ostaggi in mano ad un governo
straniero, in una condizione voluta dall’Italia due anni orsono, un’Italia che
nel frattempo ha pagato centinaia di migliaia di dollari per risarcire danni la cui paternità è ancora da
dimostrare e che continua ad evidenzia soggezione e sudditanza nei confronti
dell’India.
Perché tutto ciò accade ? Accordi economici concordati e non
rispettati, piuttosto che tangenti promesse e non effettivamente pagate?
Il dubbio sorge e si alimenta leggendo quello che ci dice Mellini
nel Suo articolo: “Tribunale di Busto
Arsizio che ha assolto i vertici di Finmeccanica dal reato di corruzione
internazionale per le tangenti a governanti e militari Indiani per
“lubrificare” un contratto di fornitura di elicotteri Agusta. Condannandoli,
però, per aver “messo da parte”, falsificando i bilanci, il gruzzolo necessario
per pagarle”.
Sicuramente non tutto è chiaro almeno per
me che sono sempre più convinto che sia un collegamento con quanto avvenne due
anni orsono suggerendo di rimandare i Marò in India.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci
si azzecca ed io preferisco essere considerato come colui che da corpo alle
ombre, piuttosto che tacere per
rispettare il silenzio di regime.
1 commento:
Non è possibile pensarla diversamente per gli Italiani che in quanto tali si riferiscono alla nostra Bandiera (Italiani non significa avere la cittadinanza Italiana ma essere figli della storia, dei nostri padri, nonni e bisnonni che hanno voluto la nostra libertà con il loro sangue)
Purtroppo, anche tra i nostri Italiani, coloro i quali hanno raggiunto posizioni di primo ordine nello stato,ci sono persone che hanno come primo interesse quello economico e politico e/o personale, alle quali non viene assolutamente i mente cosa sia l'Itala e tantomeno si ricordano di onorare e rispettare la nostra Bandiera.
La loro priorità è il proprio interesse e tutto il resto non ha importanza, anche a costo della vita di altri, vedi i Marò, rei di aver assolto con dovere e sacrificio ciò che lo stato gli ha chiesto, mettendo anche a rischio la propria vita.
Posta un commento