Dopo quanto è emerso dall’esame della documentazione indiana depositata preso il Tribunale di Amburgo il cui contenuto è stato ben spiegato dall’ing. Luigi Di Stefano da sempre convinto assertore dell’innocenza di Massimiliano Latorre
Da tempo l’Onorevole Edmondo Cirielli ha chiesto
“l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sequestro e
detenzione illegale di Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone”, ma il Parlamento non ha ancora
deciso ! Evidente la volontà di soprassedere e prendere tempo come avvenuto per l’Arbitrato internazionale, avviato con più di due anni di ritardo.
Una
situazione di stallo non giustificabile che favorisce le ipotesi più svariate.
Non ultime quelle da molti proposte sull’esistenza
di interessi politici, personali e di lobby da tutelare. Non impegnarsi,
infatti, ad approfondire per ricercare la verità non può che avere uno scopo, evitare
che emergano verità scomode o atti che inequivocabilmente dimostrino che nella
gestione della vicenda ci siano state palesi violazioni della Costituzione.
Molti i punti oscuri che
dovrebbero essere affrontati. Aspetti non chiari che riguardano l’operato degli
organi istituzionali coinvolti. Tre Governi (Monti, Letta Renzi), quattro Ministri
degli Affari Esteri (Monti, Bonino, Mogherini, Gentiloni), tre Ministri della
Difesa (Di Paola, Mauro, Pinotti), tutti un po’ disattenti considerando quanto
emerge dai documenti indiani depositati presso
il Tribunale di Amburgo. Una gestione istituzionale della vicenda che lascia
sempre più perplessi con almeno dieci punti su cui incombe il silenzio assoluto
e che, invece, meriterebbero la massima attenzione del Parlamento e forse anche
della Procura della Repubblica perché sia fatta chiarezza sui misteri della più squallida vicenda della storia italiana. Proviamo
a proporre questi dubbi.
2. Accertare se coloro che hanno gestito la vicenda sulla catena di
Comando dei due Fucilieri di Marina
in missione di antipirateria, abbiano poi ottenuto benefici e/o vantaggi - seppure
meritati e coerenti con la progressione di carriera - in particolare per quanto attiene le loro successive posizioni in
ambito Difesa, Amministrazione dello Stato o strutture private.
3. Alla luce di quanto riportato dall’esame autoptico indiano sul calibro
dei proiettili che hanno ucciso i due poveri pescatori, aspetto già evidenziato
il 3 novembre 2012 in
varie analisi ma mai approfondito, discusso o valutato a livello Istituzionale.
(http://fernandotermentini.blogspot.it/2012/11/linciucio-indiano.html),
quali approfondimenti sono stati sviluppati dalla Difesa, in particolare dalla
Marina Militare. Si parla di una relazione tecnico - balistica prodotta
dall’Ammiraglio Piroli, peraltro segretata
ma pubblicata da uno dei maggiori quotidiani nazionali. Nel documento si
conclude che i due fucili che spararono il 15 febbraio 2012 non erano quelli
assegnati a Latorre e Girone ma ad altri due Sottufficiali del Nucleo Militare
di Protezione (NPM) della Lexie. Nessun cenno invece alla differenza di calibro
fra i proiettili in dotazione alla MM e quelli estratti dai corpi dei morti
durante l’esame autoptico. Conclusioni
che lasciano perplessi anche perché non è chiaro come si sia proceduto a
svolgere le prove di sparo trattandosi di prove che dovrebbero essere state
svolte (maggio 2012 ?) quando ancora tutte le armi e munizionamento italiano
del NPM erano stati sequestrati dall’India.
4. Chi e perché abbia deciso di
“donare” per il danno subito 150.000 Euro alle famiglie dei defunti ed altri
75.000 Euro al proprietario del peschereccio Sant Antony, senza richiedere
prima all’India riscontri documentali certi sulle responsabilità degli eventi.
Un atto che configura allo stato di quanto emerso dai documenti indiani
depositati presso il Tribunale di Amburgo un danno erariale consistente ed un
danno indiretto sulla posizione giuridica dei due militari raffigurando “un’ammissione indiretta di responsabilità”.
5. Per quale motivo la Procura di Roma ha permesso che due indagati per
omicidio volontario come risulta fossero Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone nel marzo 2013 espatriassero anche se solo per obbedire ad
una disposizione loro data lungo la linea gerarchi funzionale. Questo
nonostante che cittadini italiani avessero
formalizzato l’eventualità con uno specifico esposto depositato il 13 marzo di
quell’anno.
6. Colui o coloro che hanno deciso il 22 marzo 2013 di riconsegnare in
mano indiana i due militari, lo hanno fatto nel pieno rispetto della Costituzione
ed il Codice Penale italiano o piuttosto
hanno privilegiato scelte ancora da chiarire disattendendo quanto il nostro
ordinamento giuridico e relative sentenze della Suprema Corte stabiliscono nello
specifico.
7. Quali furono le “regole di ingaggio” concordate fra Italia ed India
per una soluzione condivisa del caso, come ebbe a dichiarare
l’allora Vice Ministro degli Esteri Lapo
Pistelli (oggi all’ENI in incarico di prestigio) quando ci diceva "…. Ora abbiamo rimesso la
questione su un binario di certezza: scelta di una giurisdizione speciale,
condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise (con India ndr) …….All'indomani
del giudizio, vi sarà un trattato tra le parti che permette comunque agli
eventuali condannati di scontare la loro pena in Italia, nel paese di
appartenenza”. Siamo costanti e attenti con le autorità indiane e io dico che i
due ragazzi torneranno a casa". Una
palese cessione di sovranità nazionale che andrebbe approfondita per capire
fino a che punto sia coerente con gli obblighi costituzionali che regolano
peculiari mansioni istituzionali.
8. Chi ha tratto vantaggi da
una gestione semplicistica della vicenda come ci portano ad affermare i
documenti arrivati da Amburgo, preferendo strumentalizzare ai fini politici e
puranche personali la colpevolezza dei due Marò. Perché il Governo Monti li ha riconsegnati all’India rinunciando ad un
arbitrato già deciso (http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130318_maro_comunicato_governo.html).
9. Per quale motivo la Procura di Roma non informa sulle decisioni prese 377 cittadini italiani che hanno
depositato il 20 giugno 2014 un esposto sui fatti, come chiesto in conclusione
dello stesso e come prevede il Codice di Procedura Penale.
10. Per quale motivo l’Avvocatura dello Stato che concorre alla difesa
dei due militari, nonostante sia stata
informata dalla Difesa (aprile 2014) dell’esistenza di un’analisi tecnica dell’ing.
Luigi Di Stefano
dalla quale già emergevano
inequivocabilmente certezze sulla incoerenza dei calibri dei proiettili
estratti dai cadaveri e quelli in dotazione alle nostre FA, non ha contestato immediatamente all’India tali
incongruenze pretendendo chiarimenti.
Questi
i punti salienti dell’intera vicenda che se esaminati attentamente potrebbero rivelare
mille altre sfumature da approfondire. Tutto ciò impone l’istituzione di una Commissione Parlamentare che accerti se
errori ci sono stati e se sussistono responsabilità casuali o attribuibili a
colpa grave piuttosto che a dolo.
Non averlo fatto fino ad ora raffigura un ritardo non giustificabile, peraltro in contraddizione con l’abitudine consolidata nel nostro Parlamento, pronto a nominare Commissioni anche per fatti irrilevanti o per valutare problematiche altrimenti consolidate, come, ad esempio, i problemi relativi all’Uranio Impoverito.
Attendere ancora a formalizzare la nomina di una Commissione dopo le
notizie di questi giorni rappresenterebbe una dimostrazione di protervia
politica inaccettabile.